Entrai e il grande albero era enorme e possente da fuori ed anche dentro lo era, anzi sembrava ancora più grande, vidi pure che era abitabile.
Aveva una grande stanza principale, un bagno e una mini cucina. Nella stanza principale c'era una poltrona, una scrivania e la libreria, e che libreria!. La prima cosa che mi colpì furono la immensità di libri e diari che c'erano in quella stanza. Erano veramente tanti. mi ricordai che mio nonno amava leggere ma non lo avevo mai visto scrivere un qualcosa su quei diari. Tutto era ricoperto da uno strato di polvere, si vedeva che nessuno ci andava da tantissimo tempo e dall'arredamento si capiva che quel posto era stato arredato da mio nonno.
Anche se non avevo mai visto quel posto e non c'ero mai entrata, aveva un profumo famigliare come se dicesse questa è casa.
Dopo un po stando lì dentro capì che quel profumo era lo stesso di mio nonno, anche lui quando lo abbracciavo era come se fossi a casa e mi sentivo calma e in pace, era stato un grandissimo punto di riferimento sia per me che per i miei genitori. Lui era l'unico che mi capiva e da quando era morto non avevo mai più sentito quel profumo e sentirlo riaffiorò la sua mancanza. Mi accorsi che stavo piangendo solo quando sentì una lacrima che mi bagnava la guancia, mi sentii stupida ma non era così, ero triste ma felice di aver scoperto quel bellissimo posto.
Mi sedetti sopra quella che presumevo fosse stata la sua poltrona e mi calmai, iniziai a sfogliare i suoi diari e capii subito che in quei diari oltre ad appuntare la sua vita appuntava anche altre cose, man mano leggendo e scovando capii che mi aveva nascosto una cosa molto importante: lui era un cacciatore di licantropi. Avevo troppe cose per la mente. Come poteva essere un cacciatore? In tutti quegli anni non mi aveva mai detto nulla, sì era un amante del paranormale ma avevo sempre pensato che finisse lì la sua passione.
Iniziai come una pazza a far passare diario per diario, c'era scritto dove li trovava, dove si nascondevano, come li... oh mio dio... c'era scritto di come li uccideva.
Aprii il diario più recente prima che lui morisse. Alla fine del diario c'era una lettera indirizzata a... a me. Come poteva esserci una lettera per me? Non capivo più niente.
La aprì e iniziai a leggerla
Cara Lucy,
ti scrivo questa lettera perché te possa capire. Sto per morire e ti voglio tramandare quello che faccio, quello che facevo.
Se stai leggendo questa lettera vuol dire che hai conosciuto un licantropo ed ora il tuo istinto ti ha portata qui, nel posto dove c'è tutto sui licantropi, nelle tue vene scorre il mio stesso sangue, tuo padre non ha voluto seguire la tradizione ma te puoi. Sei destinata ad essere una cacciatrice.
Nei miei diari e nei miei libri troverai tutto quello che ti serve per imparare.
Tuo Nonno
P.S. ti voglio bene piccola mia.
Mio nonno era pazzo io non volevo uccidere nessun licantropo, soprattutto Lucas e i suoi amici.
Dovevo incontrare subito Lucas per raccontargli tutto anche se lui poi mi avesse allontanata, dovevo sfogarmi.
Mi dovevo rilassare e quel posto in quel momento non era più rilassante, non mi diceva più casa.
Mio nonno mi aveva lasciato troppe responsabilità e io avevo solo quattordici anni.
Uscii, chiusi la porta a chiave e andai verso l'unico posto che credevo fosse rilassante, la grande quercia e magari avrei incontrato Lucas.
A un certo punto mi accorsi che non stavo andando alla grande quercia ma in un altro posto, il mio istinto diceva che stavo andando dalla parte giusta; ma da quando avevo un istinto?
Mi accorsi che mi stava suonando il cellulare, guardai chi era..oh cacchio era mia madre!! Presi un bel respiro e risposi:
-Ciao mami- dissi con voce calma, anche se non ero calma, come potevo esserlo se avevo appena scoperto che mio nonno era un cacciatore di licantropi.
-Lucy dove sei? È già ora di pranzo vieni a mangiare- aveva una voce preoccupata.
Oh cacchio non me ne ero accorta che fosse così tardi.
-Scusa mami arrivo subito-
-ok, all'ora ti aspetto per mangiare- disse lei un po scocciata.
-Sì mami arrivo subito- e riattaccai.
Mi misi a correre, ero lontana da casa ma senza neanche accorgermene ero già arrivata. Non avevo neanche il fiatone e questo mi sembrava strano. Suonai al campanello, mia madre mi aprì subito e disse:
-Sei stata veloce-
-No, stavo già arrivando- non volevo dirle che ero più veloce del solito, se no mi avrebbe presa per pazza.
Entrai in casa, mi tolsi le scarpe e andai a tavola per mangiare. Era già tutto apparecchiato, di solito la aiutavo io ma quel giorno avevo perso la cognizione del tempo.
Aspettai mia madre e dissi:
-Buon appetito-
-Grazie e altrettanto- rispose lei con un sorriso.
Era tutto buono, ma non avevo tanta fame perché mi continuavano a passare per la testa le cose che avevo appena scoperto. Mia madre ruppe i miei pensieri con una domanda
-Dov'eri? -
-Ero a fare una passeggiata, come ti avevo detto stamattina- lei mi guardò con una faccia da non-ci-credo e aggiunsi -lo sai quanto mi piace stare
all'aperto.-
-Sì, lo so- rispose lei apprensiva, anche se non era del tutto convinta. Volevo molto bene a mia mamma, lei era come un'amica per me, le raccontavo quasi tutto.
Finimmo di mangiare e la aiutai a sparecchiare quando suonò il campanello.
Non sapevo proprio chi potesse essere, non veniva mai nessuno a trovarci.
Andai ad aprire la porta.
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Un'incontro inaspettato
Hombres LoboLucy ha quattordici anni. Una sera esce di casa per fare una passeggiata e incontra un ragazzo diverso,insolito.