Il nord, o anche norte, settentrione o mezzanotte, è uno dei quattro. È la direzione a sinistra dell'osservatore orientato verso est e a destra di quello orientato verso ovest. Mi sentivo proiettata verso una sorte\consorte nel camminare accanto ad Anversa, non pronunziò verbo, nemmeno un aggettivo. Amavo gli avverbi di tempo. Io volli approfittare di quel silenzio per inginocchiarmi dinanzi alla sua entità e infiltrarmi tra le balze della tua tunica tonica taabitiana e leccargli la rotula.
Un impeto che non trattieni, ardevo dal dolore causato dalla mancanza di puro e semplice desiderio a cui la mia Cimilla aveva iniziato e a cui mai, giammai, avrei rinunziato. La mia nacchera sempre affamata necessitava di essere nutrita. Alzai le iridi e gli alluci per trovare consenso ma ciò che trovai fu solo dolore, sofferenza e un calcio sui miei tamburi.
Mi allontanò quasi con disgusto, aveva dei brutti gusti, e sbraitò "Come osi intaccare la mia purità, puledra? Era scritto che fossi La Sirena, ma sei solo viscida come un pesce." Io rimasi sciocca dalle sue affermazioni, dopotutto un uomo non mi aveva mai rifiutata. Allora gli chiesi ancora prostrata alla sua prostata "Io? Una sirena? Al massimo una fata turchina"
"Guardie, prendete questa sciagurata che ha osato profanare il mio tempio. Portatela nelle nostre celle, La Mutanda del Diavolo, e lasciatela lì a marcire per i resto dei suoi inutili giorni. Non è la ragazza che cerchiamo, la nostra fiducia era mal riposta, come quando provi ad annaffiare una peonia e continui a darle acqua e scopri solo dopo diverse lune che lei è sintetica, artificiosa, d'artificio."
Le guarde allora si catapultarono su di me e ed io svenni.
Freddo.
Sudore.
Brividi lungo il mio corpo, ma non di piacere.
Attorno a me solo sbarre che mi ricordano i giorni da sgualdrina. Guardandomi indietro riuscii solo a vedere i miei fallimenti. Tradita dalla mia migliore amica, il mio grande amore fuggito, la mucca frutto di una stupida malattia, mia madre uccisa brutalmente da una sorella la cui ricerca d'amore l'ha portata ad incontrare un destino crudele.
Il mio mai preso diploma, il Fuko che mi maltrattò è ancora in vita, vegeto, chissà dove e chissà perché.
La mia gamba oramai tranciata ed in putrefazione. Ero sola, avevo perso ogni cosa. Anche me stessa. Sentivo che niente mi avrebbe risollevato come un aquilone a cui si spezza il filo e che i bambini continuano a guardare da lontano.
Sì, sono arrivata alla fine. Scusami Mama, io falii.
Come se non potesse andare peggio, piedi scalzi si avvicinavano verso di me.
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Dalla vetta ho visto l'infinito
عاطفيةHUSN ritorna. Dalla cima del monte Cimabue fino alla rivelazione della sua vita. Il conflitto finale col Fuko è alle porte. Ne sopporterà il peso?