Faceva caldo.
Un caldo lancinante.
Un solo posto su cui sedersi, centinaia di persone attorno e io con quegli occhiali bianchi anni '50 in testa, delle Converse borchiate, dei jeans neri e una maglietta bianca con sopra stampata una lingua che vomita la frase 'me ne fotto', scelta sobria.
Ricordo molto bene il caldo, ma per superare 1.30h di viaggio così decisi di argomentare su tutte le persone che vedevo.
Inizierei con il parlare delle signore blablablabla, una vicino a me, l'altra di fronte, fortunatamente avevo le cuffiette, non sentivo di cosa parlavano, solo che vorrebbero cenare fuori una di queste sere. Passando oltre, di fianco alla signora di fronte a me c'erano due ragazzi giovani, 17enni sicuramente, saranno andati al mare o torneranno da una festa, che dire, giovani, nient'altro.
Seduta alla mia destra c'era una ragazza sicuramente maggiorenne, ascoltava la musica e si faceva i fatti suoi, di fianco a lei c'era un ragazzo, capelli lunghi, mori, Gesù Cristo, come il mio ex, poco prima l'avevo scambiato per lui, stavo per insultarlo, poi gli ho chiesto solo se potevo sedermi, in modo tale che alzasse la testa, e così capii che era un innocente che non ne poteva nulla, era il suo modo di vivere e basta.
Nel mentre, mio fratello, circa un vagone più in là di me, guardandomi mi scriveva messaggi idioti dove mi sfidava a fare versi idioti.
Il caldo si faceva sempre più intenso, il viaggio sempre più lungo.
*Prossima fermata: Torino Lingotto*
Mancava davvero poco, ero entusiasta, tra poche ore avrei preso un aereo diretto a Londra.
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Pensieri.
PoetrySono una ragazza patologicamente instabile. Se non vi piacciono i miei pensieri, affari vostri, uscite, se vi piacciono e li condividete, allora vuol dire che non state bene quanto me. C: