Questa sera si terrà un'altra festa della confraternita e sto impiegando più tempo del solito per prepararmi. Ogni abbinamento che indosso non mi sembra abbastanza bello. Sono così nervoso, proprio come se dovessi andare ad un primo appuntamento ma con la leggera differenza che la ragazza che spero di vedere è davvero la mia ragazza o per lo meno lo era anni fa e non ho nemmeno la certezza assoluta che lei sia presente o meno stasera. Alla fine opto per un paio di jeans e una maglietta celeste in tinta con i miei occhi, la sua maglietta preferita. Ogni volta che in passato l'avevo indossata, Amy aveva sempre fatto apprezzamenti, ripetendomi poi quanto quella, si intonasse alla perfezione con il mio sguardo. Non ho più avuto il coraggio di metterla dopo l'incidente ma adesso finalmente posso farlo di nuovo. Con la piccola speranza di suscitatare qualcosa in lei, scendo con Steve, il mio coinquilino diretto alla festa.
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La festa è in corso già da un'ora ed io non faccio altro che portare il mio sguardo alla porta ogni qual volta la vedo aprirsi ma non è mai lei.
Sto quasi per andare via quando mi viene la pelle d'oca e so per certo che Amy è entrata nella stanza. Mi volto verso l'ingresso ed infatti lei è lì, bellissima in un abito bianco a mezze maniche che delinea alla perfezione le sue curve. E allora smetto di respirare. Non mi ero accorto fino a che punto mi fosse mancata prima di averla rivista di nuovo. Per me, è come se questi tre anni passati lontano da lei non fossero mai esistiti, come se Amy sia sempre stata mia ed il fatto di non poter correre da lei, stingerla e baciarla mi fa morire dentro. Con lo sguardo vuoto la osservo bere una birra con alcune amiche, una rossa riccia su di giri e una bassina bionda che le bisbiglia qualcosa all'orecchio e la fa ridere. Vorrei sapere tutto ciò che le è accaduto in questi anni che siamo stati separati, vorrei poter andare da lei è dirle la verità ma so che non posso. Inizio a camminare tra la folla verso la sua direzione quando Peter mi ferma tirandomi per il braccio. "-Dove vai? Hai lo sguardo da pazzo! Non credo sia una buona idea che ti avvicini adesso."
Batto le palpabre più volte per cercare di assumere un'espressione meno disperata e poi guardo nella sua direzione. "-Hai visto com'è bella Pet, non ce la posso fare, non so come comportarmi. Perché deve essere così difficile?"
"Senti facciamoci due birre così ti rilassi un pò." Annuisco e prima di incamminarmi al piano bar, porto nuovamente il mio sguardo su di lei e in quel momento i nostri occhi si incontrano. Rimango paralizzato, non so cosa fare. Vorrei scappare via, correre da lei o morire;
poi prima di distogliere lo sguardo mi rivolge un timido sorriso e finalmente da quando l'ho vista entrare da quella porta, ritorno a respirare. Durante il resto della serata, Amy non ha mai più guardato nella mia direzione. Sono quasi tentato di andare via, ma l'ossessione che qualche ragazzo le si possa avvicinare mi fa rimanere. Dopo l'ennesima birra decido di prendere una boccata d'aria, così mi dirigo all'ingresso dove qua e là vedo gente a bere o pomiciare. Mi siedo a bordo piscina tirando un profondo sospiro. Mi tornano alla mente tantissimi ricordi.
Il nostro cantare in macchina a squarciagola tutte le canzoni che c'eravamo dedicati. Quanto soffrisse il solletico e quanto a me piacesse vederla ridere mentre glielo facevo. I baci lenti durante i quali mi guardava negli occhi, il suo modo di rassicurarmi quando avevo qualche problema.
Lo scricchiolio dell'erba mi fa rinvenire, voltandomi penso sia Steve ma vedo invece a qualche metro di distanza Amy, seduta come me a bordo piscina. Sobbalzo girando la testa di scatto e guardo l'acqua profonda della piscina. Non riesco nemmeno più a sentire la musica che risuona in casa, tutto ciò che sento è il mio cuore che batte fortissimo e mi fa eco nelle orecchie.
Passo le mani sudate sui jeans due volte e chiudo gli occhi per cercare di calmarmi. "-Festa noiosa eh?"La voce di Amy fa aumentare il mio batticuore, lentamente mi volto verso di lei, cercando di mantenere un'espressione indifferente, quando dentro di me si sta scatendando l'inferno. "-Già, neanche le birre che ho bevuto sono state d'aiuto." Rispondo con la voce che trema impercettibilmente. Lei sorride, portandosi una ciocca di capelli ribelle dietro l'orecchio. E sento letteralmente un formicolio alle dita nel ricordandomi di quante volte sono stato io a sistemarle i capelli in quel modo. "-Sono Amy a proposito, l'altra volta non mi sono presentata, anche perchè tu già conoscevi il mio nome." Già sò bene chi sei. Meglio di quanto so chi sono io.
"-Piacere di conoscerti meglio Amy."
"-Grazie...sei di qui?"
"-In verità no, sono della California. Mi sono trasfetito qui a Boston solo per gli studi." Dico esaminando la sua espressione. "-Davvero? Anche io sono della California. Vengo da Los Angeles. Sai, da quando ci siamo incontrati nel corridoio non riesco a smettere di pensare al fatto che il tuo viso...mi sembra così familiare. Per caso ci siamo incontrati in passato?" Il mio cuore salta un battito, dopo pochi attimi di silenzio mi costringo a parlare.
"No, non credo, ma se proprio vuoi saperlo, anche per me è come se ti conoscessi da... sempre." I nostri occhi si incontrano e io degludisco a fatica, ho la gola talmente secca che mi passo la lingua sulle labbra per inumidirle. Vedo i suoi occhi seguire quel movimento e poi distogliere lo sguardo e vengo pervaso da un brivido freddo."-So che non dovrei dire questa cosa ad uno sconosciuto ma tre anni fa, ho avuto un incidente stradale ed al mio risveglio non ricordavo più nulla. Non riconoscevo nemmeno i miei genitori. Ho dovuto fare una terapia intensa per riacquistare alcuni dei miei ricordi anche se la maggior parte non sono tornati. Allora ho pensato che magari, noi due ci fossimo già incontrati prima d'ora e che io non lo ricordassi." Rimango immobile, vorrei gridare che è proprio così, che noi ci siamo amati e che non può essersi dimenticata di me perché io avrei dimenticato tutto persino il mio nome ma non il fatto che l'amavo. Ma non dico niente e continuo a guardarla. Vedendo che non proferisco parola la sento continuare. "-Mi dispiace Aiden, devo averti sconvolto con la mia storia, è meglio che vada." Fa per alzarsi ma le mie parole la fanno fermare. "-No aspetta non andare via." Come se la mia voce potesse avere un non so quale potere persuasivo su di lei, la vedo rimettersi seduta dov'era prima.
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Il filo rosso del nostro amore ☆
ChickLitPROLOGO Ricordo di aver sentito un boato fortissimo e che poco prima di svenire ho girato la testa verso di Lei. La mia bellissima ragazza che in quel momento era svenuta, con del sangue che le scorreva dalla testa e che colava su i suoi jeans strap...