Il mondo sotterraneo

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-Davvero? Il mio nome?-Aveva appena comporeso la portata dell'evento, lui si era risvegliato. Dopo tanto tempo rinchiuso, poteva uscire da lì. Le cinchie che lo tenevano legato si dissolsero, si alzò tranquillo e si stiracchiò. Il tutto mentre veniva colpito da quegli artigli che non gli scalfivano neanche i vestiti. -Tu piuttosto, risponderesti a qualche domanda?-

-Muori-

-Ho capito. Secondo passo: Tu che da tempo esisti e che da tempo esisterai, che coltivi il mondo e lo plasmi a tuo piacimento, scompari- In quel momento sentì che quel passo lo aveva prosciugato di tutte le energie, non era come nella simulazione. Mentre pensava questo, il suo avversario era scomparso.

Il primo passo controlla il tempo, il secondo lo spazio. Non era semplicemente scomparso, da quell'istante aveva cessato di esistere.

Uscì da quel laboratorio bianco, e si ritrovò dinnanzi una scala. Ci salì e uscì da una un bidone delle immondizie. Era in un vicolo piuttosto buio. Sopra di se vedeva la roccia scavata e un altra rampa di scale che proseguiva probabilmente verso la superifce, ma non cerano appigli e non sempravano esserci metodi per arrivarci. Cammino un po' per arrivare a una strada. Negozi, botteghe, bancarelle che vendevano di tutto e di più, lampioni elettrici che fornivano una visibilità giallognola. E persone. Tante persone si affollavano in quella strada e lo ignoravano tutte. Erano vestiti con stracci, mentre lui era in tuta. Prima o poi qualcuno gli avrebbe fatto qualche domanda. Si immise nel flusso di gente cercando di mescolarsi nella folla cercando una taverna o qualcosa del genere ma venne fermato da un ragazzo. Aveva la sua stessa età. -Stai cercando un posto dove riposare, eh? Se mi batti ti lascio una stanza nella mia villa- disse mentre indicava una casa che si intravedeva a malapena da quella strada e che sembrava piuttosto grande. -Ok, in cosa?-.

Il ragazzo si mise a ridere -Ha accettato gente, ha accettato, preparate il campo-. Tutta la folla smise improvvisamente di muoversi disordinatamente e si dispose in un cerchio perfetto tra loro due. - A cosa chiedi? Bella battuta-. Arrivarono delle persone vestite completamente di nero, spiccavano tra la folla, misero un piedistallo al centro del cerchio e uno schermo circolare si creò davanti a tutta la folla che si era radunata lì. Diedero al ragazzo un berretto col frontino rosso, e lo stesso a Sparviero.

-TRE... DUE... UNO... VIAAA- La folla urlò esagitata. Sembrava che non succedesse spesso, e che fosse una specie di forma di intrattenimento. Per fortuna che non doveva dare nell'occhio.

Si mise il berretto, e la simulazione iniziò.


Il ragazzo senza destinoWhere stories live. Discover now