Chapter 1

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-Point of view of Diana

'Diana Stone!'

Alzo la testa di scatto, mi stropiccio gli occhi velocemente e metto a fuoco il professor Glaw che mi guarda adirato, fantastico, devo essermi addormentata di nuovo durante la lezione di Matematica.

'Signorina è la quarta volta in una sola settimana che si addormenta in classe, il suo comportamento poco interessato spiega perfettamente il perché di tali risultati!'

Mi posa un test sul banco scarabocchiato dai miei pensieri e mi lancia un occhiata che brucia le mie iridi castane spente, coperte da una vela spessa e impassibile, mentre lo guardo ripetermi frasi e parole che conosco ormai a memoria, lasciando che mi scivolino addosso come sempre, per poi assorbirle in seguito come acqua su una spugna, portando con me il loro peso.

Suona la campanella, afferro la bretella del mio zaino poggiandolo sulla spalla e passando intorno ai banchi, esco dall'aula seguita da un lungo e pesante sguardo d'ira da parte dell'insegnante e dalle risate soffocate di qualche idiota.

Percorro i corridoi dell'immenso istituto velocemente fino ad arrivare al portone della scuola che attraverso stando ben attenta a non andare a sbattere contro nessuno e mi dirigo verso casa.

Piove, e non ho l'ombrello, meraviglioso.

Ma meraviglioso davvero.

Lascio che la pioggia mi bagni completamente goccia dopo goccia senza impormi minimamente.

Adoro quella sensazione.

Quel momento così puro, dove l'acqua si porta via i tuoi problemi, ti lava dalle tue preoccupazioni, liberandoti da ansia, nervoso, e qualsiasi altro casino tu abbia per la testa.

Il rumore delle gocce che si schiantano al suolo e l'odore del asfalto bagnato poi, mi mandano letteralmente in extasi e mi accompagnano per tutto il tragitto.

Imbocco la via di casa e a passo svelto, mi avvicino all'entrata, infilo la chiave nella serratura

'Stone!'

Mi volto in direzione del mio cognome, alla ricerca di chi lo avesse pronunciato, invano, non riesco a distinguere niente, specialmente a causa degli occhiali bagnati.

'Diana cazzo!'

Mi volto di nuovo e guardo meglio, scruto il territorio e da lontano noto una massa informe di capelli verdi, Michael.

'Cosa?' Rispondo con poca voglia.

Comincia a correre fermandosi al mio fianco, per poi pronunciare un 'Hei' tra un sospiro affannato e l'altro.

'Hei' 
Probabilmente l'ho sussurrato.

'Tua madre mi ha detto di avvisarti che sta sera rimane in ufficio fino a tardi' ..e che ovviamente non tornerà a casa fino a domani mattina.

'Non è una novità Mike'

'Allora sai già cosa fare'

Accenna un sorriso, alludendo alle numerose giornate passate a casa sua nel tentativo di rimuovere ogni singolo pensiero che si posava sulla situazione di odio che regnava in casa mia fino a poco tempo fa, un film basato sul disprezzo reciproco con due soli attori, registi e scenografi, i miei genitori.

'Ci vediamo dopo'

Mi fa un cenno di consenso con la testa seguito da un retrofront verso casa, gli sorrido di risposta aspettando che la sua immagine scompaia sotto le lacrime del cielo.

Entro infilandomi nel piccolo taglio aperto della porta chiudendola dietro di me, e corro in camera mia.

Getto svogliatamente lo zaino contro il muro ormai scalfito dai troppi colpi e mi butto di peso sul letto dalle coperte mare ancora disfatto.

Nessun profumo di manicaretti della mamma.

Nessuna partita alla tv.

Nessun rumore.

Niente di niente.

Mi fermo ad assaporare il gusto di quella monotona solitudine.

Può sembrare strano, ma quasi mi piace.

Ormai è abituale per me, rimanere sola, circondata da un silenzio assordante, a volte troppo prolungato per sembrare reale.

Appoggio per pochi secondi la testa sul cuscino, e sento come se potesse staccarsi e andare in frantumi.

Le palpebre mi cedono e nonostante sia pieno pomeriggio, Morfeo decide di accogliermi tra le sue braccia forti.

Mi lascio cullare dal vuoto che ho intorno e dal profumo di erba tagliata che entra dalla finestra socchiusa, inebriandomi.

Scollego la mente spegnendo ogni minimo pensiero e mi addormento.

Probabilmente arriverò tardi da Michael, ma poco importa, per una volta può aspettare.

HEEI

Okay so che l'inizio non è dei migliori,ma compatitemi,è da un paio di giorni che mi è ritornata la voglia di scrivere,anzi,più che la voglia il bisogno,scrivere mi ha sempre liberata da tutto,e adesso è proprio ciò che mi serve,quindi ho colto l'occasione e ho buttato giu un paio di idee fino a ricavarne questo.

Chiedo scusa in anticipo per eventuali errori di grammatica,ma nonostante io abbia controllato tantissime volte,ho scritto tutto di getto e quindi boh,perdonatemi:(

Anyway spero davvero che come primo capitolo vi piaccia e che continuerete a leggere anche il proseguimento e magari scrivermi cosa ne pensate e se la trovate carina,ci tengo davvero davvero tanto al vostro giudizio.

Bene dopo avervi stressato l'anima con il mio 'spazio autrice' vi lascio haha meoww♥

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