Chinju, una ragazza dall'animo buffo ma dal carattere combattivo, cerca in tutti i modi di conquistare il cuore di Jungkook che sembra volerla tenere a distanza.
Divisa fra la sua vita che continua a metterle i suoi errori davanti agli occhi e la d...
Quella notte Chinju sognò. Forse fu colpa della casa poco familiare in cui si trovava, della finestra leggermente aperta che lasciava entrare la brezza fresca della notte oppure perché voleva solo sognare qualcosa che le facesse compagnia, qualunque fosse il motivo, Chinju si ritrovò sulla vecchia terrazza di casa sua che si affacciava sul distretto di Gangnam donandole uno spettacolo che la lasciava sempre a bocca aperta. Posò le braccia sul cornicione e, in poco tempo, ci appoggiò il mento perdendosi nel panorama urbano più bello su cui i suoi occhi potevano soffermarsi.
Di tutto l'enorme attico, la terrazza era il suo posto preferito siccome poteva stare in solitudine a rilassarsi e riprendersi dai continui rimproveri della madre. Dopo una giornata passata a scuola con le amiche ed i ragazzi, Chinju avvertiva il bisogno di starsene con sé stessa a ripercorrere la giornata assicurandosi di non perdere nei recessi della sua memoria qualche ricordo di pura felicità che in futuro le avrebbe risollevato il morale. Quando, da bambina, si aggrappava alle sofisticate inferriate di ferro battuto si imbambolava a guardare il mondo sottostante sentendosi di un altro livello o, almeno, era quello che i suoi genitori le insegnarono; solo con la crescita e con lo scambio di relazioni sociali capì che il luogo in cui osservava il mondo era più simile alla torre in cui venne imprigionata Raperonzolo.
«Capisco perché ti sia sempre piaciuto rifugiarti qua» Chinju si voltò rapidamente verso destra e sgranò gli occhi quando intercettò il bel profilo di sua sorella. La sua voce era calda e pacata come la ricordava ed i capelli castano-ramato erano raccolti come di consuetudine quando stava a casa; il corpo era fasciato nel maglione bianco che le ebbe regalato con il primo stipendio che si era guadagnata grazie ad un piccolo lavoro part-time svolto all'insaputa dei loro genitori. Accostò la sua immagine a quella del panorama e capì che Younju era molto più bella della città sottostante: la seconda era in continuo movimento e sempre troppo indaffarata per curarsi delle persone che l'abitavano invece sua sorella era irrimediabilmente statica ed integralmente buona. Lo era così tanto che la sua professione strideva con la personalità; un avvocato che non ha polso si può solo autodistruggersi ed è quello che Younju aveva fatto eppure anche nei suoi sbagli rimaneva bella «Come fai ad essere qua?» «Non ti basta sapere che lo sono?» Chinju rimase in silenzio e si guardò le mani immerse nelle maniche del maglione verdone che indossava «Questo è un sogno, giusto?» la sorella annuì mentre continuava ad osservarla «Mamma mi ha chiesto di venirti a trovare...ma non posso farlo» si voltò a studiare la reazione di Younju ma quella sembrava impassibile, immobile nel suo sguardo premuroso e nel suo sorriso dolce «Chinju, io non ti ho chiesto niente.» «Sei arrabbiata con me?» «Sai qual è la mia cosa preferita?» anche se la sorella cambiò argomento ignorando la sua domanda, Chinju fece finta di non badarci e stette mansueta ad ascoltare la risposta di quella domanda retorica «Quella volta, quando eravamo piccole, mamma e papà ci portarono al mare all'isola di Jeju e vidi due ragazzine mettere in equilibrio un sasso sopra l'altro finchè non raggiunsero un buon numero e congiungendo le mani a mo' di preghiera espressero un desiderio. Avrei voluto farlo, così pietra dopo pietra costruii anche io la mia piccola torre di sassi ma non feci in tempo ad esprimere un desiderio, chissà forse se l'avessi fatto a quest'ora io...» «Tutto questo è un sogno! Tu non sei reale...è il mio inconscio che mi sta parlando vero?» Younju non si arrabbiò per essere stata interrotta, anzi, fece un leggere risolino «Se è così, vuoi che me ne vada?» allarmata, la minore si affrettò a rispondere «No! Rimani! Ancora cinque minuti!» l'altra acconsentì e si posizionò più vicino alla sorella eppure Chinju non riusciva a sentirne la presenza.
Solitamente un corpo poteva percepire il calore di un altro corpo e nello stesso modo la sua presenza solo che il corpo di Younju le dava la sensazione che non esistesse «Younju, posso sapere dove sei andata?» si guardarono in faccia, una si poteva specchiare negli occhi seri dell'altra «Non lo so Chinju. Io proprio non lo so» «Credi di esserti persa?» «Se così fosse, riusciresti a ritrovarmi?» «È una richiesta?» l'altra rimase in silenzio rendendo Chinju più ansiosa, le si parò davanti e disse «Svegliati Chinju» e la spinse giù dall'attico. Mentre il corpo cadeva, il suo viso stava ancora osservando quello di sua sorella che a poco a poco svaniva fino a dissolversi nel vento...
«Chinju, svegliati!» in un bagno di sudore la ragazza si sollevò dal letto battendo la testa contro quella di qualcun altro «Ma perché batti ovunque?» il ragazzo si portò le mani alla fronte e se la massaggiò per alleviare il dolore mentre Chinju si coprì fino al collo con la coperta «Perché sei vicino al divano? Volevi fare cose strane con me?» l'altro si alzò e accese una luce soffusa che non avesse disturbato gli altri inquilini della casa e non avesse leso gli occhi dei due abituati all'oscurità «Sono Jungkook» Chinju perplessa lasciò andare le coperte «Ah allora puoi farmi quello che vuoi» l'altro alzò gli occhi al cielo e con un impercettibile sorriso si sedette ai piedi del divano «Più le ore passano e più le tue proposte si fanno più moleste» «La mia non era una proposta! Era un'informazione» «Non succederà mai» «Mi piacciono le sfide» il ragazzo scosse sconfitto la testa e cercò di cambiare argomento «Hai fatto un brutto sogno?» Chinju rimase in silenzio ad osservare le bianche lenzuola offertale da un membro dei Bts che in quel momento non ricordava «Va bene, se non me lo vuoi dire allora vado a dormire» Jungkook si alzò per andare nella sua stanza ma una mano l'afferrò perla parte inferiore dalla maglia facendolo voltare «Non puoi fare finta di essere preoccupato per me e rimanere qua seduto tutto la notte?» l'altro si scrollò la mano della ragazza di dosso e, con passo deciso, ritornò in camera sua.
Chinju non si aspettava una risposta positiva eppure questa volta aveva chiaramente espresso un piccolo desiderio ma, a quanto pareva, Jungkook non poteva stare in sua compagnia più di cinque minuti dal momento che gli si era dichiarata. Fece un grande sospiro e si stampò un sorriso sul viso, si alzò per andare a spegnere la luce «Se la spegni poi non vedo niente! E nulla mi assicura che tu non mi faccia qualcosa nella notte» Jungkook, con cuscino e coperta alla mano, si stava posizionando ai piedi del divano «Jungkook...» «Guarda che me lo hai chiesto tu» Chinju, incantata, non riusciva a distogliere gli occhi rotondi dal ragazzo intento a sprimacciare il proprio cuscino per distribuire al meglio l'imbottitura «Non vieni a dormire?» la ragazza sorrise e allegra saltò sul divano «Posso mettermi vicino a te?» «No! E non spegnere la luce sta notte. Non so cosa potrebbe capitare» «Ovviamente niente! Però non ti prometto nulla» Chinju si stupì nel constatare che anche Jungkook stava ridendo con lei e non si mostrava svogliato nel farle quel favore.
Il ragazzo si sdraiò per terra coprendosi con il lenzuolo e Chinju lo imitò «Guarda che se hai caldo puoi sempre scoprirti, io non sono timida» Jungkook si girò dalla sua parte «Lo so che non sei timida!» risero di nuovo e questo bastò per rendere più leggero il cuore della ragazza «Ti senti un po' meglio? È stato così terribile quel sogno?» l'altra nascose il viso fra le coperte e per un momento Jungkook la trovò molto più tenera del solito «Lo chiedo solo perché mi sono preoccupato però se non ne vuoi parlare va bene lo stesso. Domani parlandone con Taehyung ti sentirai un po' meglio! Buonanotte» il suo tono era dolce e comprensivo eppure Chinju ebbe paura che intendesse che preferisse Taehyung a lui ed anche se non era così, non riusciva a condividere con qualcuno sua sorella.
Younju significava così tanto per lei che ogni attimo, anche finto, lo custodiva con gelosia ed invidia «Ho sognato di andare al mare e formare un sacco di torrette di pietra ma...non sono riuscita ad esprimere nessun desiderio» «È questo che ti ha fatto urlare?» «Non è abbastanza terribile?» «Cosa avresti espresso?»avrebbe voluto ritornare indietro nel tempo per non chiudere la porta del bagno e fingere che le cose stavano andando tutto bene, avrebbe desiderato essere meno sua madre e più sé stessa «Avrei chiesto di far innamorare il ragazzo che mi piace di me» Jungkook si sollevò sui propri gomiti per guardarla meglio mala ragazza si girò velocemente dandogli le spalle e augurandogli la buonanotte«Chinju? Aspetta non puoi dire una cosa del genere e poi fare così!» ma la ragazza non si mosse da quanto era intenta a calmare i battiti del suo cuore e in quel modo si addormentò.
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