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Dopo la lunga e noiosa riunione Chinju non perse tempo a ritornare a casa.
Salendo le scale del proprio condominio arrivò al pianerottolo dove una ragazza era seduta davanti l’uscio di casa sua «Cosa ci fai tu a casa mia?» l’altra alzò gli occhi mostrando uno sguardo triste ed infantile quasi sull’orlo delle lacrime «Chinju, fammi restare qua con te…solo per qualche giorno» cercò le chiavi nella borsa ed aprì la porta di casa lasciandosi seguire da quella ragazzina dai capelli corti e biondi e dal viso semplice «Cosa hai fatto ai capelli, Haeju?» l’altra si portò la mano alla testa toccando con la punta delle dita la bionda capigliatura «Non ti piacciono?» «A mamma piacciono?» Haeju abbassò lo sguardo e sussurrò «È il motivo per cui sono qui» Chinju chiuse la porta che sua sorella minore lasciò aperta e poi la osservò cercando di comprendere se stesse mentendo o meno «Mamma ti ha cacciato via di casa per i capelli?» «Sì» la maggiore incrociò le braccia al petto «Bene, vai a trovarti un lavoro e buona vita» lasciò il salotto per entrare nella cucina per aprire il frigo e versarsi una bibita con integratori così da riprendersi dalla spossatezza che sentiva da quella mattina.

Dopo essersi guardata allo specchio le parve come se esso le avesse risucchiato qualunque energia, si sentiva stanca e affaticata con la testa che le doleva più di quanto riuscisse a sopportare.
Haeju la seguì e sedendosi su una sedia iniziò a giocherellare con il gatto «Posso esserti utile. Ti laverò la casa e ti guarderò Bam, posso anche prepararti colazione, pranzo e cena» «Non sei capace neanche di alzarti da sola la mattina. Non ti prenderò in considerazione finchè non mi dirai la verità» «Te l’ho detta» le due sorelle si fissarono negli occhi finchè la minore non desistette e raccontò la verità all’altra «Il mio fidanzato mi ha lasciato e a lui piacevano tanto i miei capelli e non potevo più sopportarli allora ho preso i soldi di mamma e sono andata dalla parrucchiera e li ho tagliati però anche il colore mi ricordava lui allora li ho tinti di biondo e quando sono tornata a casa la mamma mi ha urlato contro dicendomi che a casa sua si seguono le sue regole allora io mi sono sentita incompresa e le ho urlato che me ne sarei andata. Mamma mi ha aperto la porta sfidandomi ed io sono uscita…solo dopo ho capito quello che avevo combinato ma non posso ritornare da lei, pensa alla vergogna che io possa provare?» Chinju era esterrefatta dal racconto di Haeju «Eri fidanzata?» la sorella annuì e scoppiò a piangere.

Più la guardava e più si chiedeva se fossero veramente nate dallo stesso grembo materno; Haeju era altamente viziata e piangeva per qualsiasi cosa che non andasse a suo favore, voleva tutto e subito e non accettava di buon grado le risposte negative, tutto le era dovuto senza che si sforzasse minimamente.
Il suo comportamento era considerato allo stesso livello di un capriccioso bambino di famiglia aristocratica di sei anni e per questo Chinju non la sopportava «Non posso credere che hai fatto tutto questo per un ragazzo» tra i singhiozzi Haeju rispose «Cosa ne puoi sapere tu? Non hai mai avuto un fidanzato!» punta nel vivo Chinju si mise subito sulla difensiva «Calunniare colei a cui chiedi un tetto sulla testa non ti farà ottenere niente» «Non ho calunniato, ho detto la verità» «Cosa ne sai tu se ho avuto un fidanzato eh?!» Haeju alzò un sopracciglio «È la classica risposta di chi non ne ha mai avuto uno! Dovresti iniziare a cercarlo prima che diventi vecchia» spazientita Chinju disse la prima cosa che le passò per la testa «Beh non ho bisogno di cercarne uno perché ce l’ho già» con un sorriso sbeffeggiante la bionda la canzonò «Ah sì? E chi è?» «Non posso dirlo perché potrebbe compromettere il suo lavoro» la sorella rise «Sei la solita bugiarda» «Sei la solita irrispettosa! Ricordati che io sono la più grande e adesso sparisci da casa mia» Haeju si alzò e come una furia fece cadere la sedia di legno sulla quale era seduta poco prima facendo spaventare il povero Certosino blu e camminò a passi spediti verso la porta di casa.

Sull’uscio della porta principale si voltò a guardare per un’ultima volta sua sorella maggiore «Mamma ha ragione quando dice che preferiresti saperci tutti morti. Se solo Younju…» «Se pensi che mamma abbia ragione allora perché sei venuta a bussare alla mia porta?!» «Perché siamo sorelle e pensavo che come volessi bene a Younju volessi bene anche a me» «Tu non sei Younju e ora dovresti proprio andare» le due sorelle si guardarono negli occhi aspettando una parola dall’altra, un segno per potersi abbracciare ma non arrivò; Chinju sapeva che c’erano molti aspetti che differenziavano lei da sua sorella piccola ma uno dei pochi indizi che le toglieva ogni dubbio sul loro legame di sangue era il fatto che tutte e due odiavano perdere, il loro orgoglio avrebbe potuto dare luce a tutta la Repubblica di Corea e forse anche di più.
Haeju si chiuse la porta alle spalle e a Chinju non rimase altro che quella sedia posata al suolo a testimonianza della sua inettitudine come sorella.

Certe volte sua sorella diventava insopportabile e quel modo che aveva di istigare le persone così simile alla loro madre le faceva ogni volta arrivare il sangue al cervello.
Al contrario di quello che aveva insegnato sua madre, Chinju era una ragazza che poco sapeva controllare sé stessa; se era arrabbiata allora doveva affrontare ciò che la faceva arrabbiare, se era triste si rannicchiava in qualche angolino a piangere da sola e se era felice allora niente poteva contenere la sua immensa allegria.
Quella ragazza viveva di sentimenti e la spontaneità era il suo marchio di fabbrica.
Il modo in cui Haeju le parlò, con quel cipiglio di superiorità, le ricordò i giorni in cui doveva sopprimere sé stessa solo per non doversi subire l’insoddisfazione di sua madre, la costante sensazione di essere la pecora nera di una famiglia dalla bianca e rinomata lana.
Non aveva sbagliato a comportarsi in quel modo e cacciare via sua sorella.

Continuava a pensare a quella frase anche mentre versava il cibo a Bam ed anche, a sera inoltrata, quando andò ad aprire la porta di casa trovandosi Jungkook sull’uscio che imbarazzato cercava di portare lo sguardo da tutt’altra parte.  

  

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Smiling Girl {Jeon Jungkook}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora