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La giornata procedette bene e arrivata a casa diede il cibo al gatto e stramazzò sul divano sgranocchiando delle patatine mentre si guardava un drama poliziesco.
L'attore principale era uno dei suoi preferiti a cui non riusciva a staccare gli occhi di dosso anche se il campanello la costrinse ad alzarsi e aprire la porta.
Come un uragano, Yerin e Hyolim entrarono a casa sua incominciando a fare un gran baccano e inseguendo il povero Bam che, accortosi della presenza di Hyolim, scappò subito in qualche angolino buio della casa «Quel gatto ti odia proprio» «Non mi odia, Rin...si fa solo desiderare» l'altra alzò un sopracciglio stampandosi sul viso un sorrisetto sghembo «Puoi continuare a pensarla così se ti fa stare meglio» l'amica le fece la linguaccia e salutò la padrona di casa agitando la piccola manina tozza «Perché vi auto-invitate a casa mia?» «Non ci vuoi?» Chinju ricambiò lo sguardo di Hyolim quando Yerin sollevò un sacchetto di plastica che, probabilmente, apparteneva al konbini dell'isolato vicino «Abbiamo le birre» subito la padrona di casa si fece più cordiale e le fece accomodare sul divano dove prima si stava rilassando «È bello che qualche volta mi veniate a trovare» Yerin fece una risata palesemente finta e sedutasi comodamente sul sofà iniziò a mangiucchiare le patatine senza fare troppi complimenti. 

Ognuna prese una lattina di birra e l'aprì sprigionando il tipico odore amarognolo del luppolo, beandosi della freschezza che il liquido freddo donava alle loro gole assetate «Allora piccola Chinju, hai qualche novità da raccontarci?» la ragazza guardò la sua unnie capendo dal suo sguardo che stava aspettando una verità di cui era già al corrente ma che voleva sentire dalla sua bocca.
Yerin dava l'impressione di essere una bambola delicata modellata con la più pregiata porcellana potendo solo essere sistemata in una grande teca di vetro lontano dai tocchi altrui ma, in realtà, i suoi occhi erano come quelli di un falco predatore e tutti i suoi sensi si acuivano quando sentiva la presenza di una novità succulenta, Chinju amava la sua perspicacia e ammirava quel sesto senso che raramente sbagliava ma quando i suoi sensi erano pilotati verso di lei allora avvertiva un sentimento di disagio insinuarlesi dentro e sostare sotto l'epidermide tenendo tesi i suoi nervi.
Se avesse dovuto dare un'immagine di quel turbinio di emozioni allora si sarebbe vista sopra una lastra di ghiaccio che apparentemente poteva sembrare sicura ma che, nella sua fredda bellezza, era anche più temibile del più gelido inverno. 

La mora fece un sorso di birra sperando di sciogliere la tensione che avvertiva tra le spalle e il collo e saliva su fin ai lati della testa «Le solite cose. Il lavoro, la famiglia e l'economia domestica! La vita di una triste single solitaria non ha molte gioie da spartire con le amiche fidanzate di cui una ha una convivenza in atto» rispose lanciando un'occhiata divertita all'amica sedutale vicino «Non è colpa mia se Hansol mi ha proposto una cosa del genere!» Chinju buttò giù un altro po' di birra e sdraiandosi su Hyolim insinuò «Chissà cosa succede dentro quelle mura quando andate a dormire» l'altra, rossa in viso, spinse lievemente l'amica che scoppiò a ridere contagiando le altre due. 

Yerin tossicchiò per richiamare l'attenzione delle presenti «Non hai scoperto nessun nuovo hobby?» allo sguardo confuso di Chinju, continuò «Tipo scrittura creativa? O qualche amico di penna?» l'interessata sgranò gli occhi e dalla sorpresa le scivolò la lattina di mano riversando quel poco che rimaneva di birra sul pavimento pulito «Di che parli Yerin?» «La piccola Chinju si è presa una cotta per Jungkook e gli ha scritto una dichiarazione. Peccato che si è dimenticata di dirlo alle sue migliori amiche!» Yerin la chiamava sempre "piccola Chinju" come nomignolo affettivo; una volta le rivelò che usava quell'appellativo perché la prima volta che la vide le ricordò un pulcino alle prese con le prime lezioni di volo; lo sguardo perso velato di una determinazione che le fece credere che poteva spiccare il volo, prima o poi e forse, pensò Chinju, si riferiva esattamente al dichiararsi a Jungkook.
C'era una vena perversa nella sua unnie a cui piaceva mettere in soggezione le persone, vedere le loro reazioni a qualcosa che risultava caro ed intimo solo per riuscire a studiarle meglio ma, per quanto potesse sembrare contraddittorio, non c'era nessun intento maligno ad animarlo eppure in quel momento Chinju non riuscì a discernere la personalità di Yerin con la confessione privata che aveva lanciato tra loro come se fosse una battuta che doveva far ridere «Piccola Chinju...scusa, io...» la ragazza intuendo la mortificazione nello sguardo dell'altra le posò una mano sulla spalla «Lo sai che parlo a vanvera e poi la birra non aiuta proprio» Hyolim l'ammonì con lo sguardo chiedendole silenziosamente di tacere «Guarda che noi siamo felici se ti sei dichiarata a Jungkook e sono sicura che avrete un brillante futuro insieme...» «Non ricambia i miei sentimenti» nessuna delle due si stupì, anzi, si scambiarono uno sguardo complice «Beh....forse con il tempo...» si affrettò ad aggiungere Yerin ma Chinju stava già sorridendo ed alzandosi raccolse la lattina da terra e andò in cucina per buttarla e prendere un panno con cui asciugare il pavimento bagnato «Non importa! Troverò un modo per farlo cadere ai miei piedi» «E noi ti aiuteremo» soggiunse la più grande «Questa birra mi riempie la vescica! Vado in bagno!». 

Smiling Girl {Jeon Jungkook}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora