L'INCUBO

717 24 0
                                    

Durante tutto il viaggio non feci altro che guardare mio padre con risentimento e odio che ogni tanto distoglieva l'attenzione dalla strada rivolgendomi piccoli sguardi fugacei quasi a volermi incitare di smetterla, ma io nonostonte gli occhi mi inizziassero a bruciare mantenni lo sguardo fisso sul suo, fin quando evidentemente stanco accostò dicendo:" lo so che ora per te tutto ciò sembra una follia ma ti assicuro che quando sarai più grande...."
Non lo lasciai nemmeno finire, eh no non avrei ascoltato quella frase un'altra volta pretendendo che capissi, a me sembrava una presa in giro, non potevo continuare così, non potevo trasferirmi ogni qualvolta che riuscivo a ritagliarmi un piccolo angolo di felicità.

Così guidata dalla frustazione sbottai facendo appello a tutte le mie forze pur di non scoppiare in lacrime:"se ci fosse stata mamma tutto questo non sarebbe successo".
Quella frase apparentemente così innoqua fece calare un profondo silenzio, e la tensione era tanta da poter essere tagliata con un coltello.

Mi manca mia mamma, il suo sorriso, le sue favole, le sue mani calde che mi cingevano il viso asciugando le lacrime dovute a una brutta caduta, insomma non c'era giorno in cui io non pensassi a lei e a come sarebbe stata la mia vita al suo fianco.

Purtroppo però se ne andò quando io ero ancora piccola, circa 3-4 anni, la vidi poco prima dell'incidente stradale che me la portò via per sempre mentre mi lasciava all'asilo dandomi un leggero bacio sulla fronte e un lungo abbraccio quasi sapesse che fosse stato l'ultimo.

Dopo qualche minuto spezzai quel silenzio straziante mormorando un:"scusa" e ricevendo come risposta un sorriso caldo e piacevole che ormai non vedevo da tanto.
------------------------
Qualche ora dopo
------------------------
Eravamo appena arrivati l'appartamento era caldo e confortevole anche se un po' impersonale, il palazzo di cui noi occupavano il quarto piano dava una bellissima vista su New york.
Era ormai sera e le luci delle strade coloravano di un tenue giallino le pareti bianche della casa.

L'ingresso dava sulla cucina, ricca di elettrodomestici super tecnologici, e su un ampio salotto riempito da uno spazioso divano in pelle bianca posto davanti un televisore a dir poco gigantesco, ma la cosa che mi piaceva di più era il piccolo angolo lettura comprendente una poltrona che richiamava il divano, un lampada e infine una stupenda libreria affiancata da un camino.

Alla vista di quel piccolo paradiso non potei far altro di sfoggiare un sorriso a 32 denti e abbracciare mio padre che in tutta risposta mi diede dei teneri baci sulla nuca.

Le camere stavano al piano di sopra e ognuna avevo un bagno privato.

Erano 3: una, quella sicuramente destinata agli ospiti, aveva pareti bianche e un letto grigio che richiamava il colore dell'armadio,
la seconda anchessa con i muri bianchi era ornata da un bellissimo letto matrimoniale che dava sui colori del blu e del turchese così come l'armadio,
la terza e ultima stanza invece, quella che avrei occupato io aveva le pareti colorate di un leggero rosa antico, il letto sempre matrimoniale che presentava decorazioni floreali nella testata di colori pastello lo stesso valeva per l'armadio così grande che chiunque si sarebbe potuto perdere lì dentro.

Passai l'intera notte a leggere i libri di quella biblioteca poiché non riuscivo a dormire, la lettura infatti era l'unica a distogliermi i pensieri che in quel momento mi vagavano per la testa, non conoscevo la città, né tanto meno qualcuno e sopratutto mi mancavano Talia e Luke.

Lessi non so quanti libri prima di sprofondare nel sonno, come ogni notte gli incubi tornavano, non mi lasciavano in pace da quando mia mamma era morta, il sogno era sempre lo stesso la vedevo lì in una stanza vuota totalmente bianca, piena di lividi e graffi, un uomo vestito elegantemente portava in mano una pistola puntata dritta verso il petto di mia madre. Io cercavo di chiamarla di corrergli incotro, ma era come se un muro invisibile ci separasse, poi sentii degli spari e mi svegliai tutta sudata.

Era presto, circa le 7 e 30, mio padre era seduto sull'angolo del mio letto che mi passava delicatamente una mano sulla fronte, cercai di mettere a fuoco la situazione nonostante avessi ancora gli occhi impastati dal sonno, la voce di mio padre fu come un sussuro ma riuscii a coglierne il significato:" stanno peggiorando vero?" capii subito a cosa si stava riferendo ed annuii, ero abituata a incubi di quel genere ma questa volta era stato davvero terrificante.

* Angolo autrice *

Heilà fangirl e fanboy,
spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, come sempre potete scrivere se volete le vostre opinioni e darmi anche consigli e idee per i prossimi capitoliiii.
Vi saluto ci vediamo prestoooo
Ciauuuu 💙

Always for you { PERCABETH }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora