PARLO CON LA MIA COSCIENZA

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"Potrei chiederti la stessa cosa" ribattei,
"Io.... io sono... qui... per.... per controllare che nessuno violasse il coprifuoco"
"E ho trovato te -aggiunse poco dopo- perciò sono proprio bravo a fare il mio lavoro".
Lo squadrai da capo a piedi:
"Non sai proprio mentire"
"Non è vero"
roteò gli occhi al cielo e sbuffò:
"Okay forse un po' "
"Quindi... perché sei qui?"
"Non riuscivo a dormire" disse mantenendo lo sguardo fisso sul mare
"E tu?" chiese voltandosi e fissandomi dritto negli occhi
"Lo stesso".
Rimanemmo in silenzio per un po' guardando le onde che lentamente si infrangevono sulla sabbia e il riflesso chiaro della luna nel mare.
"Perché sei venuto proprio qui?
"non la smetti mai di fare domande mocciosa?"
"Diciamo che è un dono naturale"
"O una disgrazia" borbottò
"Cosa?"
"Niente".

Stavolta fu lui a rompere il silenzio:
"Quando sono qui - fece una breve pausa - riesco a mettere da parte la rabbia e il dolore, i battiti del mio cuore entrano in sintonia con le onde del mare mentre il profumo di salsedine mi invade le narici, per una volta riesco a convivere con me stesso"
Rimasi colpita da quelle parole e dal mondo in cui mentre le pronuciava teneva stretto sé, vicino al cuore quel ciondolo con la conchiglia quasi fosse una parte di esso.
" e perch...."
"Ora basta mocciosa -tagliò corto lui-
é meglio rientrare"
Si alzò spolverandosi i pantaloni dalla sabbia e mi porse una mano per aiutarmi ad alzarmi
"Ora và nella tua cabina, e non fare rumore"
"o puoi ignorarmi e cadere rovesciando un bidone della spazzatura"
Risi imbrazzata mentre Percy mi aiutava ad alzarmi:
"Te lo avevo detto che hai un talento naturale per per placcare persone o beh, bidoni della spazzatura"
"Ah-ah-ah non sei divertente"
"Buonanotte"
"Buonanotte".

Arrivata alla cabina 1 rientrai silenziosamente dalla finestra ma, non appena la richiusi qualcuno accese la luce:
Talia era là, sulla soglia della porta a braccia conserte mentre sbatteva nervosamente il piede sul pavimento
"Oh-oh"
"Che ci facevi fuori?" domandò secca
"Emmm -mi guardai velocemente intorno e dissi la prima cosa che mi vennne in mente: "mi era caduta la penna e quindi... sono andata a riprenderla"

"Davvero, è questa la tua geniale spiegazione?"
"E tu chi saresti?"
"La tua coscienza"
"Beh sta zitta"

"Quindi- riprese Talia- la penna è magicamente volata dal tuo comodino, ha aperto la finestra ed è volata via"
"Esattamente"

"Che razza di idiota"
"Non ti avevo detto di star zitta?"

"Va bene, va bene, farò finta di crederti ma, la prossima volta per qualsiasi cosa tu abbia di bisogno chiamami okay?
"Grazie Tal", la abbracciai, grata della sua presenza, e non appena rimasi sola mi infilai sotto le coperte.

********
Mi svegliai di soprassalto:
"Cos'è questo uno scherzo!?- urlai mentre un suono stridulo e piuttosto fastidioso mi frastagliava i timpani
"No, è la mia sveglia" rispose Talia che, piombata in camera mia, stava già aprendo le serrande.
Dopo avermi letteralmente buttato giù dal letto, mi porse un paio di jeans neri e una maglietta arancione, mi spinse verso il bagno e chiuse la porta:
"Hai esattamente 8 minuti per prepararti"
"COSAAA?!"
"muovitii".

Avete presente quelle mattine in cui vi alzate riposate e avete tutto il tempo per farvi una un bella doccia rigenerante, truccarvi e magari guardare anche la tv comodamente sedute sul vostro divano?
Ecco io no.
Quella mattina dire che il mio risveglio era stato traumatico non è sufficiente a renderne l'idea e come se non fosse abbastanza abbiamo pure dovuto fare una bella corsetta di prima mattina fino alla mensa dopo che, con l'allenamento di ieri, i miei muscoli avevano ufficialmente dichiarato forfè.

Non appena arrivati notai che tutti portavano la mia stessa maglietta:
con la scritta "campo mezzosangue" e dietro il numero della cabina in cui erano stati collocati, il tutto su un arancione quasi fluorescente, alla faccia del "non attirare mai l'attenzione".

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