IL RAGAZZO DAGLI COME IL MARE

628 18 2
                                    

~~~Driinnnn~~~

"Pronto?"

"ANNABETHHHHH"

"Aii! Pip mi hai stonato l'orecchio!"

"Preparati che passo a prenderti, dobbiamo comprare un sacco di cose, domani inizia la scuolaaa"

"Ma ho già tutto! Abbiamo preso penne e quaderni la scorsa settimana ricordi?"

"DIMMI-CHE-STAI-SCHERZANDOOOOO, dobbiamo comprare nuovi vestisti idiota, non vorrai mica andare ogni giorno a scuola con gli stessi jeans! Preparati"

"Ma Pip.."

Non ebbi nemmeno il tempo di controbattere che lei aveva già riattaccato ed era sotto casa mia a sbraitare "Annabeth vestiti che siamo già in ritardooo", così mi affacciai dalla finestra con aria contrariata, ora potrebbe sembrare una di quelle scene romantiche stile Romeo e Giulietta se non fosse stato per lo sguardo omicida di Piper :"Annabeth se non scendi di tua spontanea volontà ti trascino io giù per le scale" disse incrociando le braccia sotto il seno "e sai che ne sarei capace!".
Di fronte a quella affermazione non potei far altro che scoppiare a ridere, misi un paio di jeans, un maglioncino grigio, le mie fidate convers nere e salii in macchina con Piper.
--------------------
Qualche ora dopo
--------------------
"Non mi sento più le gambe" mormorai buttandomi di peso sul letto seguita subito dopo da Piper.
"Io ordino la pizza, non so tu ma tutto questo shopping mi ha messo una gran fame" dissi massagiandomi la pancia
"Come puoi pensare solo al cibo" rispose soffocando una risata "sei un pozzo senza fondo abbiamo mangiato da Starbucks solo mezz'ora fa!"
"Hey, non sei tu quella che ha portato tutte le buste perché eri troppo impegnata a comprare altri vestiti, la prossima volta chiamiamo l'esercito americano per aiutarci, hai comprato così tanta roba che ti basterà fino alla vecchiaia" sbottai, e a quel punto scoppiammo tutte due a ridere.
Si quella era proprio la mia migliore amica.

Finito di mangiare salutai Piper e mi incamminai verso casa, era tardi circa le 11 e 30 ma decisi comunque di andare piedi, infatti adoravo camminare di sera, il silenzio, la luce fioca dei lampioni che illminano le strade e l'aria fresca riusciva a rilassarmi.
Ma aimè questa volta non andò proprio così, ero circa a metà strada quando iniziai a sentire strani rumori a pochi passi da me, così decisi di accelerare la camminata, mi sentivo inseguita, il cuore martellava forte contro il petto, minacciando di uscire da un momento all'altro, poi un tonfo, a quel punto non capii più nulla, corsi il più veloce possibile senza guardare dietro, e solo quando fui finalmente arrivata sulla soglia di casa trassi un sospiro di sollievo.
Forse però troppo presto, qualcuno infatti mi afferrò il polso, cercai di liberarmi da quella presa ma non ci riuscii, continuai a divincolarmi, volevo gridare aiuto con tutto il fiato che avevo in gola, ma non ci riuscivo. Poi sentii una voce calda, dolce e incredibilmente tranquilla, mi chiamava per nome, così raccolsi tutto il coraggio che avevo e mi girai.
Due occhi verdi erano fissi sui miei, avevo già visto quel ragazzo, ma dove?
Era più tosto mal ridotto i jeans erano strappati sulle ginocchia, la maglietta arancione era macchiata di sangue sul colletto, le braccia piene di lividi e graffi, dovetti stare parecchio ad osservarlo perché lui mi sventoló una mano davanti gli occhi che mi riportò subito alla realtà, poi mi parlò, tre sole parole "stai attenta Annabeth", detto ciò sparì nel buio della notte.

Salii le scale e non appena arrivata in camera mia mi buttai nel letto, non presi neanche la briga di cambiarmi, troppe domande senza risposta mi vagavano per la testa: chi era quel ragazzo, perché mi aveva seguito, ma soprattutto come faceva a conoscere il mio nome? Così avvolta nei miei pensieri riuscii ad addormentarmi.

Come ogni notte i miei demoni tornavano a trovarmi, sognai per l'ennesima volta la sparatoria di mia madre, immobile senza poter far nulla, poi però il sogno cambiò, mi trovavo in una vecchia casa di campagna, l'aria era fresca e accogliente, delle risate echeggiavano nell'ampio giardino, una donna sulla trentina dai capelli color nocciola giocava con in grembo il suo bambino, sembravano felici e spensierati, e poi *buuum* uno sparo e ancora un'altro, la donna giaceva a terra morta, due colpi al petto, il ragazzino piangeva sul corpo della madre ormai senza vita, nei suoi occhi blu come il mare lucidi per le lacrime si leggevano odio, sofferenza e rabbia.

Mi svegliai di soprassalto, erano circa le 5 e 30, e nonostante fosse presto decisi comunque di alzarmi, scesi giù in cucina, mi preparai una tazza di caffelatte con dei biscotti e dopo aver fatto colazione andai a prepararmi.

Quando uscii dalla doccia erano già le 7 e 30 così, misi un paio di jeans chiari, un maglioncino blu e ovviamente la mie convers, infine scesi giù in salotto ad aspettare che Piper mi venisse a prendere, sapendo già che come di consueto sarebbe arrivata in ritardo.
Mi sorpresi invece quando sentii il clacson della sua macchina suonare proprio sotto casa mia, così un poco incredula scesi di corsa le scale e andai a salutare Piper.

"Ciaoooo, sorpresa?" disse piper, eh si, in effetti la mia faccia dovette essere parecchio sconvolta
"Sono le 7 e 50!" dissi incredula
"Che ne hai fatto della mia migliore amica!? Chi sei tu?" a quel punto scoppiammo entrambe in una sonora risata ci dirigemmo verso la Higth Scool

* Angolo autrice *

Heilà fangirl e fanboy,
Spero che anche questo capitolo vi piaccia, come sempre potete darmi consigli o idee per i prossimi capitoli.
A presto ciauuuuu 💙

Always for you { PERCABETH }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora