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«Ehi- EHI! COSA STAI FACENDO? METTILO SUBITO GIÙ!» l'urlo di Jung Hoseok urtò il suo apparato uditivo, non fece nemmeno in tempo a capire cosa stesse accadendo.

Il rosso prese con violenza il cellulare che Seokjin teneva in mano, scaraventandolo a terra.

Gli si era avvicinato così velocemente che quasi si prese un colpo.

Scosse la testa «Ma che diamine.. il mio cellulare! Sei cretino per caso?»

Ormai parlava e agiva come se nulla fosse, tanto, se doveva morire, che lo facesse subito.

Che lo uccidesse pure. Ne aveva abbastanza di tutto quanto, Kim Seokjin.

Hoseok lo strattonò per la maglia. Il suo sguardo faceva genuinamente paura, non era più la persona calma di prima.

Sempre se si potesse definire "calmo".

«Chi cazzo credi di chiamare?» sbraitò «Ti sembra che io stia giocherellando qui, eh?»

No, assolutamente.

«Non lo so, che dici? Ti senti abbastanza adulto commettendo tutti questi atti infantili o sono solo io a crederti un povero moccios-»

Il biondo non riuscì a terminare la sua provocazione, perché gli arrivò un pugno ben assestato sulla mandibola.

Per un attimo, l'unica cosa che fu in grado di percepire era nient'altro che dolore.

Tutto era incentrato sul punto che l'altro aveva appena colpito, e non sembrava volersi minimamente affievolire ー oltretutto ー la botta.

Jin non fece in tempo a riprendersi per vedere Namjoon buttare a terra il rosso, ma lo fece.

Non lo vide nemmeno mentre tratteneva sé stesso dal picchiare fino a vedere solo sangue a terra, per farla pagare a quello psicotico.

Non lo vide mentre si dimenticava chi aveva davanti per proteggerlo.

Ma lo sentì chiaramente mentre parlava a Hoseok.

«Non osare ancora mettere le tue dannatissime mani su Seokjin.»

Il rosso rise, spingendo Namjoon e rialzandosi.

«Altrimenti?» intimò, beffardo.

Il maggiore sussultò: i brividi lungo la schiena erano tornati, puntuali.

Non ci fece troppo caso.

Doveva essere più forte del terrore, quella volta.

«Altrimenti vorrà dire che mi vedrò costretto a ridurti come conciasti Dongsun

Seokjin si riprese lievemente, giusto in tempo per udire Hoseok ridacchiare nuovamente, prima di parlare.

«Che c'é? Vuoi mandarmi in coma per caso?» aveva un'espressione divertita mentre lo diceva.

Come se, in tutta quella situazione, Jung Hoseok non stesse facendo altro che divertirsi.

Namjoon non gli rispose, si limitò a fissarlo, serio.

«O forse vuoi.. uccidermi?» e sfoggiò un enorme sorriso.

«Ucciderti?» domandò confuso il maggiore «Ma Dongsun non è-» si bloccò, non finendo la frase. Spalancò gli occhi, incredulo.

Ma di che cosa stavano parlando?

«È morto poco dopo il tuo trasferimento. Oh, che c'è? Non lo sapevi?» Hoseok scoppiò a ridere, notando la faccia sconvolta di Namjoon.

Il quale dovette sedersi a terra per reggere il colpo emotivo.

«No, non... Cristo no..» sussurrava. Sussurrava e basta. Non sapeva nemmeno lui cosa stesse dicendo.

La domanda di Jin echeggiò per tutto l'appartamento.

«Chi diamine è "Dongsun"?»

Il rosso guardò il ragazzo seduto a terra «Non gliel'hai spiegato?» non ricevette risposta, così si rivolse al biondo «È solo un ragazzo che andò in coma, lui ne era innamorato. Morì svariato tempo dopo.» spiegò.

In quel momento Seokjin ricollegò le informazioni: doveva essere il ragazzo di cui gli aveva parlato Namjoon, quello che Hoseok aveva investito.

E Hoseok era lì a parlargliene come se non fosse lui il diretto responsabile.

Come se fosse una tragedia che non aveva commesso lui stesso, come se non fosse la persona che aveva terminato la vita di un'altra.

Che disgusto.

«È anche per questo che Namjoon continuò a fingersi etero, dopo quel giorno. Non è vero Joonie?» il rosso si abbassò, sorridendogli «Il trauma ti ha arrugginito un po'.»

Doveva decisamente smetterla di sorridere.

Doveva finire tutta quella situazione, era diventata insostenibile a livelli estremi.

«Mi spieghi cosa c'è di tanto divertente, mh?»

Hoseok piegò il capo di lato «Huh? Che intendi, biondino?»

«Perchè ridi della morte di un essere umano? Lo trovo disgustoso.» probabilmente stava dando di matto anche lui, a parlare con tale tono ad uno psicopatico.

Cioè, era praticamente come implorarlo di fargli del male.

E lo stava facendo con disinvoltura.

«Non era una persona, era un ostacolo, capisci? Un intralcio.» si animò a insegnargli, gesticolando.

«Era ciò che sei tu, d'altronde.» aggiunse «Ma non ti preoccupare, sistemerò a breve.»

Fu quello che comunicò, prima di prendere il capo di Namjoon e sbatterlo con violenza al suolo.

Dopodiché, si alzò con estrema nonchalance.

«Avrebbe tentato di fermarmi, comprendi?» giustificò il gesto, notando la faccia traumatizzata del biondo «Capirà quando si sveglierà che le mie azioni sono state giuste e ragionevoli.» spiegò.

Jin tornò a tremare, involontariamente. Indietreggiò.

«Cosa.. cosa stai blaterando?»

Hoseok tirò fuori un coltello. La lama dello stesso luccicava, argentea.

Lo raggiunse in un attimo, puntandolo alla sua gola.

«Non preoccuparti, non sentirai nulla.»

L'ultima cosa che udì, prima di svenire per il pugno dell'altro, gli fece credere che sarebbe finito tutto in quel miserevole, pietoso istante.

«Ah, giusto per la cronaca: l'unica cosa più disgustosa dei miei atti sarà la tua fossa, puttanella.»

ーーー
buon pomeriggio.

✧ kakaotalk;namjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora