Lo tirò dentro così in fretta che Jin senza nemmeno accorgersi del piccolo dislivello presente all'entrata perse l'equilibrio.
Per evitare di cadere, senza pensarci, poggiò le mani sul petto dell'altro.
Fece un sospiro di sollievo, ma quando si accorse di riuscire a sentire il cuore di Namjoon battere a un ritmo elevato, perse il respiro. Ancora.
«A-Allora..» fece, ma era così vicino all'altro che riusciva a sentire il suo profumo, era meraviglioso certo, ma aumentava il suo stato di trance.
Le parole non sembravano volergli uscire.
Namjoon non disse nulla, si limitò a chiudere la porta tenendo Jin davanti a sé.
Non appena notò anche lui della vicinanza, deglutì rumorosamente.
Jin non sapeva cosa dire. O meglio, aveva tante, troppe domande scritte in testa, che per qualche motivo in quel momento sembravano tutte diventate un foglio bianco.
Comunque, non ebbe molto tempo per stare lì a rimuginare su come riacquistare la voce.
Namjoon aprì le braccia e all'improvviso lo strinse a sé, delicatamente, con così tanta delicatezza che Jin si sentiva essere diventato di vetro.
Allora il biondo, nonostante fosse sorpreso e probabilmente il cuore gli sarebbe volentieri uscito dal petto di lì a poco, ricambiò l'abbraccio.
Namjoon aveva il respiro un po' affannato, probabilmente aveva corso giù per le scale.
Ma perché tanta fretta?, si domandò Jin.
Fu un'altra domanda che non riuscì a fare in quel momento, perché poi l'altro si staccò da lui per guardarlo.
Pensava volesse dirgli qualcosa, dargli qualche spiegazione particolare, dirgli che era sorpreso di vederlo sotto casa sua.
Invece lo guardò solo negli occhi. Aveva uno sguardo dannatamente preoccupato, ma al contempo sembrava anche, secondo dopo secondo, addolcirsi pian piano.
Namjoon gli prese i polsi e portò le mani di Jin dietro il suo collo, facendo così in modo che l'altro lo cingesse.
Poi gli prese il viso tra le mani, stringendogli le guance, facendo fare una faccia buffissima all'altro.
«Diamine se mi sei mancato in quest'inferno.»
Jin arrossì alle sue parole, diventò praticamente un pomodoro.
Aprì la bocca per dire qualcosa, che però non poté pronunciare, in quanto Namjoon aveva deciso di dargli un lieve bacio sulle labbra.
Un semplicissimo bacio sulle labbra, a stampo. Poggiò la fronte contro quella di Jin, ritornando a guardarlo.
«Come faccio a rimproverarti quando sei così?»
Jin corrucciò la fronte. Non era contento di vederlo?
«Non.. non sei felice?» sussurrò, spaventato dal ricevere una risposta negativa.
Namjoon ridacchiò «Di vederti? Come potrei non esserlo?» domandò di rimando.
Jin si sentì sollevato, ma non appena vide l'altro guardarsi con circospezione, si preoccupò.
Guardava fuori da delle finestre situate all'ingresso.
«Che succede?» chiese.
Namjoon aveva riacquisito lo sguardo cupo e questo lo fece preoccupare maggiormente.
«Forse è meglio se andiamo in casa.» constatò, cercando di avere una voce ferma.
Prese il biondo per mano e entrarono nell'ascensore per arrivare fino al suo appartamento.
[...]
Era passata circa un'ora da quando Jin era arrivato.
Namjoon cercava di rispondere a tutte le domande che gli venivano poste, ma non riusciva a stare fermo. Girava in tutta la casa, continuamente, preso dall'agitazione.
«Quindi.. è tutto reale?» domandò per la terza volta Jin, sconvolto.
«Precisamente.» confermò l'altro, non smettendo di guardare fuori dalle finestre.
«Ma perché non l'hai denunciato tempo prima?»
«Con quali prove? .. Le lettere? Le foto di me scattate da lui che non possedevo?» si schiarì la voce «A quei tempi abitavo con i miei genitori.. pensavano fossi io ad avere qualche problema. Non volevo farli preoccupare più di così.» ammise.
Jin si sentì un gran peso al petto: quante cose aveva dovuto sopportare, passare.. sopravvivere a tutto.
«E come mai è sparito per così tanto tempo?» si sentiva abbastanza male a fargli tutte quelle domande.
Capiva che a Namjoon poteva solo provocar dolore, ma non poteva rimanere all'oscuro, adesso.
«Non ne ho idea. È tornato.. e basta.» fece una breve pausa.
Poi, prese il suo cellulare dai pantaloni «Vuoi vedere gli ultimi messaggi che mi ha mandato?»
Jin annuì, facendoselo passare.
Non appena iniziò a leggere si sentì peggio. Un brivido gli percorse tutta la schiena, lasciandolo inquietato e disgustato allo stesso tempo.
«Perché non lo denunci adesso, allora? Non vivi più con i tuoi.» propose.
«Vedi, di fatto non è ancora successo nulla.» Namjoon si passò una mano sul viso, frustrato «..cioè, Hoseok oltre ad essere fottutamente inquietante, non ha ancora commesso niente di illegale. Per lo meno, non saprei che portare alla polizia.»
Che brutta situazione, commentò mentalmente il biondo, tornando a leggere alcuni dei messaggi.
Si concentrò sul nickname del ragazzo che stava torturando psicologicamente Namjoon: "hobizz".
Gli sembrò familiare in modo agghiacciante, ma dove l'aveva già sentito?
Namjoon schioccò le dita «Ah giusto, come hai fatto ad arrivare fin qui?» domandò «Insomma, io non ti ho detto dove abito.»
«Oh! È stato-» Jin si bloccò immediatamente.
Gli si gelò il sangue nelle vene e perse diversi anni di vita.
Era stato "hobizz" a dirglielo. E "hobizz" era Jung Hoseok.
Forse di lì a pochi attimi sarebbe svenuto.
ーーー
STAI LEGGENDO
✧ kakaotalk;namjin
FanficDove Jin scrive all'username sbagliato. A volte non ci si può rendere conto di cosa ci riserveranno questi piccoli, innocentissimi errori. Sempre se sia tutto vero. 𝕔𝕠𝕞𝕡𝕝𝕖𝕥𝕖𝕕: 20.07.2018 𝕙𝕚𝕘𝕙𝕖𝕤𝕥 𝕣𝕒𝕟𝕜𝕚𝕟𝕘: #9 in fanfiction, 03...