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Lunedì;

Un'altra settimana era cominciata, e Jungkook era sempre più convinto di quello che stava facendo. Riteneva, infatti, che dichiararsi alla sua cotta utilizzando canzoni in inglese, fosse frutto di una delle idee più geniali che avesse mai avuto. 

Il moro si buttò a peso morto sul letto, reduce da una dura giornata di scuola. Avrebbe dovuto mangiare qualcosa e mettersi subito a studiare, dato che il giorno dopo aveva un'importante verifica, ma non ne voleva assolutamente sapere di alzarsi dal morbido materasso, coperto da un lenzuolo raffigurante ironman. 

Tra un sospiro e l'altro, Jungkook si perse tra i suoi pensieri da giovane adolescente. Pensieri che, quindi, ruotavano attorno al "suo" Taehyung.

Si ricordò della prima volta che lo vide: il ragazzo si trovava ad un compleanno di un suo compagno di classe delle medie, Yoongi; Taehyung era suo cugino. 

Jungkook non riusciva a capire perché lui stesso fosse stato invitato, dato che non si parlavano da quando avevano terminato la terza media, ma accettò comunque solo per il cibo gratis. Quello che lui non sapeva, era che Yoongi lo aveva invitato solo per avere un regalo in più, quindi erano più o meno pari.

Jungkook si recò alla festa alle otto in punto insieme al suo unico amico, nonché Jung Hoseok. Si conoscevano fin dall'asilo e non avevano mai messo fine alla loro amicizia, nonostante qualche piccolo e futile litigio. Si trovavano entrambi molto bene con l'altro, forse perché avevano caratteri opposti: Hoseok, infatti, era quello intraprendente ed estroverso tra i due, mentre Jungkook era quello "asociale" e introverso. Praticamente si compensavano a vicenda.

I due amici, giunti alla casa del vecchio compagno di scuola, entrarono e appoggiarono i regali su un tavolo bianco, posto di fianco alla porta.

"Vediamo un po' se c'è qualcosa di interessante da bere" Hoseok dovette urlare all'orecchio del suo amico a causa del volume alto della musica.

"Sì, ma non credo che-" 

"Non dirlo neanche" lo interruppe immediatamente l'altro, "tu berrai, punto.È la regola numero uno delle feste!"  

"Abbiamo sedici anni Hobi..." lo rimproverò Jungkook che, per giunta, non aveva tutti i torti. Ma a Namjoon poco importava: occasioni di questo tipo non capitavano tutti i giorni.

"Senti, Kook: anche Yoongi ha sedici anni e-" questa volta fu l'altro a bloccarlo.

"Diciassette." lo corresse, incrociando le braccia al petto.

"Solo perché li compie oggi" sbuffò, "comunque, dicevo... vedi tutto questo alcol? Se è qui, significa che di sicuro i genitori di Yoongi ne sono a conoscenza. Lo sai anche tu che sono dei tipi molto rigidi. Perciò tranquillo, non stai facendo nulla di illegale, finché sei all'interno di questa proprietà" 

Hoseok prese un bicchiere di plastica e ci versò della vodka liscia, proprio quella che preferiva per il suo gusto forte e deciso, poi fece lo stesso con il bicchiere di Jungkook, il quale non osò più fiatare e ne bevve il contenuto.

I due amici restarono per qualche minuto nei paraggi del tavolino per il ristoro. Quando si sentirono pronti, decisero di andare in giardino, dove si stava svolgendo la vera festa.

E fu lì che gli occhi di Jungkook si posarono su Taehyung: il ragazzo stava tranquillamente seduto sul bordo della piscina e sembrava indisturbato dal casino circostante. Ogni tanto sorseggiava il succo alla pera all'interno del bicchiere di carta che teneva stretto tra le sue dita magre, e si guardava intorno. Al contrario di quello che credevano in molti, Taehyung non era un amante dell'alcol; preferiva di gran lunga le bevande analcoliche e super zuccherate. 

"Kook? Sei vivo o devo chiamare qualcuno?" scherzò Hoseok, sventolando la mano davanti al viso di Jungkook, che nel frattempo si era incantato ad osservare la straordinaria bellezza del ragazzo a bordo piscina.

"Sai come si chiama?"

"Chi?" Hoseok si guardò intorno, cercando il soggetto della domanda dell'amico. 

"Quello. Il tipo seduto sul bordo della piscina, con il bicchiere viola in mano e la camicia rossa" spiegò Jungkook. In men che non si dica, gli occhi del suo amico lo individuarono. 

"Uhm..." Hoseok ci pensò un momento. "non è della nostra scuola, ed è decisamente più grande di noi. Perché non vai a chiedergli come si chiama?" ammiccò. Certo, per Hoseok era facile dire una cosa del genere, dato che non si faceva scrupoli quando si trattava di conoscere qualcuno.

Jungkook, in risposta, spalancò i grandi occhi scuri.

"Dovresti sapere come sono fatto, Hobi! Ormai ci conosciamo da una vita! Se andassi da lui, rischierei di diventare della stessa consistenza del liquido all'interno del suo bicchiere."

Hoseok rise. "Hai ragione, scusa. Per farmi perdonare andrò a chiedergli io stesso il suo nome."

L'altro gli afferrò immediatamente il braccio, impedendogli di allontanarsi e di andare dall'attraente sconosciuto. Temeva che avrebbe potuto pensare che fosse Hoseok quello interessato, invece di lui, e questo non andava affatto bene. 

Jungkook prese un respiro profondo.  "Andrò da Yoongi. Gli chiederò se ha invitato qualcuno di più grande"

"Lui ti dirà di sì, okay, e poi? Come riuscirai a farti dire il nome?" domandò Hoseok, incuriosito. 

"Non sarò io a chiederglielo, perché me lo dirà lui stesso. Insomma, hai visto quanto è ubriaco, no? E poi si sa, ai tempi delle medie Yoongi sapeva tutto di tutti, era l'enciclopedia vivente della vita di ogni studente" spiegò Jungkook. 

Il suo amico ci pensò su. Non sembrava una brutta idea, aveva senso, e ne ebbe la conferma quando puntò gli occhi sul festeggiato e lo vide scatenarsi come un pazzo sulle note di "Birthday" di Katy Perry. 

Penoso, pensò. 

"Vai Kookie, io credo in te!" esclamò infine Hoseok, spingendo il suo migliore amico verso Yoongi.

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