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Domenica;

"Sta usando i trucchi! Non è giusto! Ora vedi come ti segnalo, oh sì, guarda come clicco proprio qu-"

"Jungkook, abbassa la voce, per l'amor di Dio!" urlò infastidita la madre dal piano inferiore, spegnendo così l'entusiasmo del ragazzo, che sbuffò abbassando le cuffie.

Era dalla mattina che giocava alla playstation, e no, non si era ancora stancato. Avrebbe infatti preferito giocare per sempre e distruggersi di conseguenza le retine degli occhi piuttosto che stare sdraiato sul letto con il telefono in mano a osservare con meticolosità ogni attività sui social di Taehyung.

Il giorno precedente lo aveva trascorso a studiare i vocaboli di inglese come si era promesso di fare, o meglio, ci aveva provato, perché una volta giunta la sera ne sapeva solo una quindicina, ovvero circa metà del primo foglio. Si aspettava di impararne di più, in fondo era anche un suo dovere vista la imminente verifica, ma non riusciva a concentrarsi, poiché Taehyung occupava costantemente la sua testa.

E come se la passava, invece, proprio Taehyung?

Beh, lui era piuttosto tranquillo. Normale, insomma: non era lui quello che era appena stato scoperto dalla propria cotta.

Venerdì, dopo aver fatto capire a Jungkook che lui sapeva chi fosse, era tornato a casa con un grande sorriso sul volto. Si era lavato, vestito, truccato, e poi era uscito con Namjoon, alla ricerca di un po' di divertimento nella strada di Gangnam, dove le luci colorate e la musica dei locali regalavano un'atmosfera eccitante per i due amici. Entrare a Gangnam era come entrare in un mondo completamente diverso e nuovo, dove per una notte potevi essere qualcun altro, senza la paura di essere giudicato.

E così Taehyung aveva passato una notte da urlo al fianco di Namjoon, tra boccali di birra vuoti e la musica ad alto volume.

Ora, a distanza di due giorni, nel suo corpo vivevano ancora i postumi di quella serata movimentata, ma nonostante ciò la sua mente non smetteva di riprodurre l'immagine del ragazzino che venerdì pomeriggio aveva spalancato gli occhi in segno di sorpresa misto a panico, non appena il suo nome aveva fatto capolino dalle labbra di Taehyung.

Il ragazzo, disteso sul letto, sorrise.

Gli piaceva un sacco quella situazione, l'essere padrone dei sentimenti di un ragazzo carino come Jungkook, con il perfetto viso da animale docile pronto a essere addestrato. Era sicuro che, con uno schiocco di dita, il più piccolo avrebbe fatto tutto ciò che desiderava.

Sorrise di più.

Se l'idea che aveva avuto Jungkook era stata insolita ma dettata dal suo amore nei confronti del maggiore, quella che aveva avuto Taehyung in quel momento era malsana, e dettata dalla sola e unica sete di sentirsi voluto.

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