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There's your coffee cup, the lipstick stain fades with time.

Molte volte appena torno a casa dal lavoro, tra una birra e un divano malandato, guardo la parete davanti a me.
Ricordo perfettamente che a te il color nocciola fa impazzire, ma al negozio di tinte non lo avevano e i nostri pochi soldi per pitturare la nostra piccola casa non erano abbastanza per crearne un secchio, quindi tristemente scegliesti il bianco candido.
Quel giorno mi avevi consigliato di togliere la maglia, perché conoscendomi l'avrei sicuramente sporcata. Alla fine però, sappiamo come è andata a finire. Noi due distesi sul pavimento freddo del salotto a fare l'amore, sporchi di tinta bianca.
Avevo pensato, dopo che te ne sei andata, di tinteggiarlo di quel caldo color nocciola che amavi, solo che dipingere quella parete sarebbe mascherare il giorno di tinteggiatura durata si e no tre ore, conclusa poi nella manifestazione più bella del nostro grande, infinito amore.

Sembra davvero che tu non te ne sia andata veramente. È ancora tutto qui, quei vestiti che ti rendevano sensuale in ogni tua forma, quelle felpe rubatomi dall'armadio che indossavi anche nei giorni più freschi d'estate, per non parlare delle magliette di mille band che condividevamo. Hai sempre avuto dei bei gusti musicali.
Ci sono anche i tuoi pochi trucchi, ad essere sinceri, nulla di quei cosmetici ti era mai servito, sei sempre stata di una bellezza dolce, come le margherite che crescono velocemente nei prati della nostra verde e bella nazione.
Tu solo, non capivi la tua bellezza.
Avevi un rossetto di un rosso brillante, dicevi stesse bene su tutti gli incarnati. È ancora nel bagno, sulla mensola, insieme alla mia schiuma da barba e al mio gel per capelli. È ancora sulle tazze di caffè, sul mio collo, sul tuo sorriso.
È ancora lì che racconta al lavandino della tua bella pelle che ad ogni nostro bacio si sbiadiva, è tutto ancora in questa casa.

È come se tu fossi partita per qualche lungo viaggio che ci eravamo promessi di fare dopo la paga mensile del mio capo.
Chissà magari ora ti trovi nell'isola Jersey a nord della Francia (o a sud dell'Inghilterra, dipende dai punti di vista) o magari nella vicina Guernsey.

Mi alzo dal divano malandato e raggiungo la piccola cucina per buttare la bottiglia di birra ormai finita. Essa è di un verde poco acceso, niente da comparare ai tuoi occhi che sapevano di infinito. Quel verde lo raccoglievi sempre nelle spiagge, adoravi quelle piccole scaglie di vetro colorate una diversa dall'altra che con le lente onde oceaniche divenivano piccoli ciottoli.
Anche i "vetrini" sono ancora tutti lì. Non ne ho mai trovato uno paragonabile ai tuoi occhi, comunque.

Guardo le tazze girate al contrario sul piano del lavandino, posso giurare di aver visto più volte l'immagine di te con i capelli scompigliati, con una maglia extra-large a coprire i tuoi fianchi e la tazza di caffè bollente tra le mani dalle unghie leggermente mangiucchiate. Posso giurare di aver visto quel rossetto stamparsi sul bordo di quella tazza e vederlo sbiadire nel corso dei giorni mi fa capire che forse dovrei lavorarlo insieme alle altre stoviglie, come dice tuo fratello Aran, dovrei andare avanti.

Ma io non voglio dimenticarti piccola perla mia, non riesco proprio.

Sorrido al ricordo di te che ti bruciacchi la lingua con il liquido scuro, pur sapendo che fosse bollente tu ogni volta non aspettavi a berlo e ti scottavi.
Eri così bella amore mio.
Lo sei ancora? Sei ancora di quella bellezza angelica di cui mi sono innamorato?

Butto via la bottiglia di vetro e dopo essermi lavato con cura, mi dirigo verso la nostra camera da letto.
È così difficile non vederti accanto a me, immersa nei libri con quegli occhiali tondi e blu.
È così difficile addormentarmi senza sentire la tua presenza e sentire la tua parte vuota del letto.

Dove sei Mairead?

Ghost of YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora