19.

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Mia's point of view

Il fuso orario mi aveva sfinita, dopo esserci sistemate nella camera mandai un messaggio a mio fratello per rassicurarlo, accertandomi  che potesse leggerlo, poi svuotato i bagagli e fatta una rinfrescata decidemmo di pranzare in un pub non molto lontano li. Usciti dal Plaza Hotel camminammo lungo le vie della meravigliosa città esitva, scorsi un annuncio pubblicitario che mi fece pensare a Michael e al suo lavoro, decisi di inviargli un messaggio anche per ricambiare il gesto premuroso che aveva fatto lui la sera prima nei miei confronti.

Mia:"Sono arrivata qualche ora fa, adesso andiamo a pranzo tu cosa fai?"

Aspettai qualche minuto, dopo di che sentì il cellulare vibrare.

Michael:"Fai attenzione. Anch'io sono in giro, ti stai divertendo?"

Gli risposi subito.

Mia:"Si molto, ci sentiamo in giornata un bacio"

Michael:"Un bacio anche a te piccola"

Sorrisi ampiamente a quei messaggi, alla spontanea confidenza che si iniziava a istaurare fra noi. Io ero una ragazzina euforica e piena di vita lui un uomo d'affari e sposato, non avevamo molto in comune se non mio fratello ma qualcosa mi diceva che dovevamo continuare a frequentarci, che prima o poi avremmo trovato quel pezzo mancante per entrambi. Riusciva ogni volta più difficile nascondere ciò che dentro di me stava nascendo per Michael.

«Con chi chatti??» chiese Karen curiosa, strappandomi il cellulare dalle mani.

«Nessuno, da qua!!» strillai cercando di riprendermelo, ma fu troppo tardi.

«Ti mandi messaggi in questo modo con Michael, e non mi dici nulla?» rimase incredula, con la bocca spalancata.

«Non"ci" dici nulla..» corresse Carol. Mi ripresi il cellulare e sbuffai.

«Non c'è nulla da dire ecco perché» in un certo qual senso mi ne sentí offesa, se fosse successo qualcosa fra noi loro sarebbero state le prime a scoprirlo.

«Ma state insieme?» azzardò Carol.

«Ti si è data di volta il cervello per caso? Certo che no!» il pensiero di noi due insieme però, mi fece arrossire violentemente e il cuore nel petto fece tripla capriola su se stesso.

«Si che stanno insieme..» ammiccò Karen con una strana vocetta maliziosa.

«No, vi giuro di no adesso smettetela!» strillai.

«Perchè ti agiti cosi?» intervenne Carol, sospirai e cercai di calmare quell'inutile suscettibilità.

«Scusate, non volevo strillare ma voi insistete. Se vi dico che non c'è nulla, non c'è nulla chiaro?» precisai.

«D'accordo Mia, puoi dire ciò che vuoi ma ti consociamo abbastanza bene e quel sorrisetto idiota, non è da te»

«Sono seria, non c'è niente fra noi due» cercai disperatamente di chiudere quella conversazione, mi sembrava assurda e fuori luogo per giunta.

«Va bene.. se lo dici tu» fecero in coro, ci rimettemmo sotto braccio e continuammo la nostra passeggiata.

Pranzammo tranquille, il cibo non era completamente da bocciare anche se avrei preferito di gran lunga un hotdog con Michael. Il pomeriggio lo passammo a camminare lungo la costa facendoci cullare dal suono delle onde e dalla brezza estiva. Scattammo qualche foto, per poi tornare in Hotel, riposarci e uscire in serata.
Quel pisolino durò tre ore abbondanti non ero solita dormire di pomeriggio ma quel viaggio mi aveva davvero stremata per non parlare degli orari sballati. Guardai il cellulare ed erano le 6 in punto, così iniziai col svegliare i due orsi andati in letargo accanto a me.

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