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Mia's point of view

Quel pomeriggio il sole picchiava forte, le nuvole era state spazzate via dal vento ma per me, amaramente, regnava una giornata uggiosa, quanto avrei voluto che il sole sorgesse anche dentro di me. Riposi la chitarra nella sua custodia, respirai a fatica e un leggero languirono si fece sentire alla bocca dello stomaco. Scrollai le spalle e decisi di scendere in cucina a sgranocchiare qualcosa, probabilmente avrei visto The Vampire Diaries per la quindicesima volta per potermi distrarre un po'. Fuori la mia porta vi trovai Tom composto e con la schiena dritta, udì delle voci giù in salotto così corrugai le sopracciglia incuriosita.

«Cosa succede?» chiesi sottecchi, a lui.

«Non saprei signorina» rispose, scrollando le spalle con nonchalance.

Di sicuro una delle due voci apparteneva a mio fratello, mi accostai sulle scale in modo che non mi potessero vedere ma che io potessi sentire loro. Mio fratello stava litigando con qualcuno sicuramente diverso da Lil o da Michael. Scorsi più avanti e intravidi la figura dolce di Leticia, intenta a borbottare qualcosa e a gesticolare in maniera teatrale, poi una frase detta probabilmente ad alta voce mi colpì nel segno esattamente come una lama tagliante che mi aveva appena attraversato il costato colpendo il mio fragile cuore.

"Io sono sua madre"

Non ebbi il tempo di riflettere o di farmi delle  domande che le lacrime iniziarono a scorrere senza me ne accorgessi, percorsi le scale così lentamente che quasi ebbi paura di ritrovarmi faccia a faccia con quella dura e sconvolgente verità dalla quale mio fratello mi aveva tenuto egoisticamente segreta.

«Mia madre?» sibilai, la donna su cui tanto avevo contato, alla quale avevo raccontato ogni cosa aperto i miei sentimenti, quella stessa donna che sapeva esattamente tutto l'amore che provavo per quell'uomo, era mia madre.

Mia madre, la quale vista soltanto in foto e nelle videocassette era mi davanti a me viva e vegeta. Impossibile fu per me riconoscerla aveva cambiato il colore dei capelli il taglio ed era dimagrita e invecchiata. Ma qualcosa l'avevo sempre sentito nello starle accanto, la stessa luce che dicevano di vedere in me l'avevo vista nei suoi occhi. Avanzai piano, quasi con la paura di essere morsa nuovamente.

«Tesoro..» la donna provò a sfiorarmi ma mi scansai. Mi sentivo impietrita incapace di agire e di respirare.

«Non.. non toccarmi» mi limitai a dire.

«Mia, torna di sopra questa signora se ne stava andando» poi virai uno sguardo colmo di odio e freddezza a mio fratello che, ancora, ostinava a far finta di niente.

«Tu.. tu..» non riuscì a pronunciare altro, che sprofondai in un abisso nero, nero come la pece.

Mio fratello, colui che mi aveva protetta cresciuta e amata in realtà mi aveva sempre tradita. Coprí il mio volto con le mani per qualche secondo mi vergognavo così tanto, mi sentivo immensamente ferita e presa in giro. Non guardai più neanche per un secondo i loro visi, l'unica cosa che avevo dinanzi era la porta di legno scuro dovevo fuggire di li. Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano, a passo spedito mi diressi fuori da quella maledetta casa. Ero arrivata a metà marciapiede della veranda e la mia figura si scontrò con un'altra alta e possente. Quest'ultimo mi afferrò per le braccia per evitare che cadessi. Michael.

«Mia, che ci fai qui? Cos'è successo?» pronunciò quest'ultimo con il terrore negli occhi e le mani che coprivano le mie intere guance. Non smisi di piangere, mi sembrava impossibile al momento.

«Lo sapevi? Tu lo sapevi?» supplicai, avevo bisogno di un conforto, qualcuno di cui potermi fidare. Egli guardò altrove, provando ad evitare il mio sguardo, schivó la mia domanda, esitando.

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