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Mia's point of view

«Come sarebbe a dire che non vieni?»  incominciai a camminare nervosamente per il salotto, infine mi gettai affranta sul divano rosso.

«Non posso Mia, sul serio mi dispiace ma ho gli allentamneti fino a tardi e poi sono arrivati i miei parenti dal Kansas non li vedo da molto tempo» sbuffai pesantemente strofinandomi la fronte perplessa.

«Okay, non importa davvero» mi finsi comprensiva.

«Non fare così piccola, prometto che mi farò perdonare» cercò di addolcirmi, infondo non era poi così grave.

«Va bene non parliamone più, a dopo un bacio» non appena staccai la telefonata un chiacchiericcio animato proveniente dal corridoio attirò la mia attenzione. Non mi ci volle molto a capire di chi si trattasse, mio fratello e il suo migliore amico fecero il loro ingresso seguiti da Lil che prosegui invece dritta in cucina per preparare il pranzo.

«Ciao» bofonchiai seccata, accendendo la tv, Michael posò le mani su i suoi fianchi mentre mio fratello si tolse la giacca riponendola sullo schienale della sedia, poi iniziò col sbottonarsi i lembi della camicia.

«Ciao? Tutto qui? Di solito non la smetti di parlare o di fare domande» gli feci una linguaccia, regalando però un sorriso all'altro uomo.

«Be' oggi passo» sospirai.

«E' successo qualcosa?» chiese Michael.

«Si, no in realtà cioè.. Christian ha un impegno non accompagnarmi alla festa domani»

«Come mai?» domandò mio fratello sorseggiando un bicchier d'acqua.

«Non ho capito bene in verità, ma aveva gli allentmaneti e poi arrivavano dei suoi parenti da lontano» gesticolai, facendo poi zapping con il telecomando. Ebbi poi un lampo di genio, più che "lampo di genio" oserei chiamarlo "lampo d'impulso" a pensare furono quelle cosidette "emozioni ingestibili".

«Ti andrebbe di venire?» saettai verso la figura di Michael, che precedetemente si era accomodato accanto a me accavallando le gambe. I due uomini si guardarono.

«Per me va bene, anzi sarei anche molto più tranquillo, conoscendoti» enfatizzò queste ultime parole, mentre alzai gli occhi al cielo.

«Non saprei comunque, cioè dovrei parlane con Annie»

«Se è un problema.. »

«No! Cioè.. non lo è mi farebbe molto piacere» mi rivolse uno sguardo sincero ed io sorrisi altrettanto.

«Però se non vuole non costringerlo Mia, è comunque una festa da ventenni» rivolsi uno sguardo omicida a mio fratello, tenendogli il broncio ed incrociando le braccia al petto.

«Jamie non ci sono problemi, dico sul serio» Michael mi rivolse sottecchi uno sguardo dolce e sincero, che mi fece arrossire. Cercai di nascondere il rossore sulle gote, sperai che mio fratello non l'avesse notato.

«La festa è alle 8 e 30» precisai.

«Sarò da te per le 8 allora!» affermò con convinzione quest'ultimo.

Michael restò ancora per un pò, chiacchierando assieme a mio fratello di lavoro e di affari di fronte ad calice di vino bianco. Avevo sentito la sua mancanza in quei giorni, tra di noi era praticamente impossibile ma quando eravamo assieme tutto improvvisamente diventava leggero, meno diffcile e soprattutto "possibile". Il peso che avevo sul cuore svanì ed ero elettrizzata dalla sua presenza, nonostante fossero successe molte cose fra noi, nonostante le bugie e le incomprensioni sentivo che Michael Reed era l'uomo giusto per me, colui che avrebbe riempito i miei immensi vuoti.


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