V. I like you

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Fency allungò una mano bussando in modo deciso e dopo tre rintocchi ad aprirci era una figura slanciata che non avevamo mai visto in quella casa.
Lui era lì appostato alla porta con un gomito poggiato allo stipite che ci guardava, accennó un sorrisetto.
"E voi chi siete?"
"Potremmo farti la stessa domanda uomo nero." disse infastidita Fency.
Non aveva tutti i torti sull'appellativo "uomo nero" poiché il ragazzo indossava degli skinny neri con delle catene appese da un passante all'altro del jeans stesso una maglia lunga del medesimo colore con un taschino a destra, sul petto e le converse vi lascio indovinare di che colore.
le diedi una gomitata sussurrandole "cerca di essere gentile, sarà un amico di Filippo e Lorenzo."
roteò gli occhi al cielo mugolando.
"amiche di Lorenzo e Filippo."
il ragazzo mi squadró con ancora quel sorrisetto stampato sulla faccia.
incominciava ad infastidirmi e se avesse continuato non mi sarei fatta scrupoli a piantagli un pugno in piena faccia.
"sono al piano di sopra." disse spostandosi per lasciarci entrare.
"eh che hai da guardare?" sbraitó fency.
" calma bambolina." rise e portò la mela rossa che teneva tra le mani alla bocca addentandola.
salimmo le scale e trovammo due esemplari di Filippo e Lorenzo che tentavano di prendere al volo i popcorn mentre guardavano la tv ridendo.
Mi misi una mano sulla fronte, quei due erano incredibili soprattutto insieme.
Nel frattempo Fency rideva fissando intensamente Lorenzo.
"ehi ehi, non lo sciupare."le dissi schioccando le dita di fronte al suo viso.
"CIAO RAGAZZI!" disse lei correndo verso il divano.
io intanto rimasi dov'ero mentre salutavo con la mano.
Era sempre andata in questo modo, Fency super estroversa riusciva a stringere amicizia rapidamente invece io avevo bisogno del mio tempo, anche se con Filippo le cose erano molto diverse dalle mie aspettative.
Filippo mi rivolse uno sguardo freddo ed alzandosi si diresse verso la sua camera.
"Meli!" disse Lori.
"Oh,ehi.." dissi poco convinta delle parole che pronunciavo.
"Posso parlarti un attimo in privato?" disse lui, forse notando il mio stato d'animo.
Andammo nel sottoscala e mormorò.
"sai, non vedevo Filippo sorridere così tanto da un sacco di tempo, tu gli hai riportato il sorriso te ne sono grato."
"perché credi che sia io?"chiesi.
"ma dai é così evidente, a lui piaci ed anche tanto, così come a te piace lui."
" ti sbagli." dissi con tono deciso e lo sorpassai risalendo le scale.
Lui rimase lì impalato per qualche istante a ripensare alle mie parole.
"Fe, forse é meglio che andiamo."
"ma come di già?"
annuii fissando un punto sul pavimento.
si avvicinò e mi prese entrambe le mani.
"so che c'è qualcosa che non va tra voi due, c'è imbarazzo? okay, avrà privato a chiamarti? ne sono certa e sarà arrabbiato perché tu non hai risposto, o meglio sarà molto dispiaciuto."
rimasi a guardare il pavimento.
"ehi."
alzai lo sguardo.
"va a parlargli, digli tutto dovrà crederti."
e mi diede una spintarella verso il corridoio per incoraggiarmi ad andare.
A passi lenti ed incerti mi diressi alla porta della sua stanza.
La sfiorai e rimasi con il pugno stretto a mezz'aria.
Le parole di Fency riecheggiavano nella mia testa convincendomi a battere i tre colpi su quel pezzo di legno scalfito dagli anni.
Nessuna risposta.
Aprii la porta e Filippo era steso sul letto con le sue cuffiette nelle orecchie.
Mi avvicinai a lui senza farlo spaventare e mi sedetti sul letto.
Spense la musica a mi guardó poggiandosi sui suoi avambracci.
"perché sei qui?" mi domandó.
"vorrei chiarire alcune cose."
"tipo?"
"tipo il mio telefono disperso nel nulla, ritrovato solo questa mattina che non riesce a accendersi nonostante tutto ciò che ho fatto poiché é caduto nel lago mentre tre bulle mi rovinavano l'esistenza?" dissi in tono sarcastico.
"mh.." disse lui
"se stai cercando di scusarti perché non hai risposto ai miei messaggi, sei una frana." e fece ricomparire quel suo bellissimo sorriso.
Ricambiai.
"mi dispiace,vorrei solo sdebitarmi con te per tutto questo."
continuava a sorridere mentre arrotolava una cuffietta intorno al suo dito.
"ti va di uscire domani sera? credo che Fency e Lori saranno d'accordo."
"quindi il tuo modo di sdebitarti sarebbe il cibo? OTTIMA MOSSA." e fece un occhiolino puntando il dito tipo un presentatore che manda uno spot pubblicitario.
risi.
"chi é l'uomo nero al piano di sotto?" dissi curiosa.
"Lui è Noah, anche lui é un musicista, suona la chitarra elettrica, é un ragazzo molto cupo nel vestirsi, sembrerebbe uno per bene ma é un idiota." rise alle sue stesse parole.
"non é esattamente questa l'impressione che mi ha dato."
Uscimmo dalla stanza e Lori e Fency stavano chiacchierando  sul divano mentre sgranocchiavano qualcosa da mangiare.
Fency aveva un'aria così spensierata e leggera non l'avevo mai vista così.
"mangioni, vi va una pizza domani sera?"
un suono metallico ed assordante di chitarra proveniente dal piano di sotto ci fece sobbalzare e quasi faceva crollare quel posto.
"NOAH!" gridó Lori.
ma quei rumori continuavano a risuonare per tutta la casa.
Filippo scese di corsa le scale fino a raggiungere l'attacco della chitarra sulla cassa.
"EHI." disse Noah.
"Sai bene quali sono i nostri accordi." replicó Lorenzo.
Il chitarrista sbuffó.
Era quasi l'ora di pranzo perciò Lori e Filippo ci avrebbero riaccompagnate a casa dopo una passeggiata.
"Mel, va a prendere la borsa noi ti aspettiamo in macchina." disse Fency.
scossi la testa in segno di approvazione e salii le scale.
"in mezzo a tutto questo disordine non troverò mai niente" dissi mentre rovistavo nello sgabuzzino dove c'è l'appendiabiti.
"sentivo che ci sarà un uscita domani sera." disse il ragazzo in nero facendomi spaventare.
misi una mano sul petto.
"come ti é saltato in mente?"
rise divertito.
"non c'è niente da ridere." dissi seccata e mi diressi all'uscita con la borsa tra le mani ma lui si mise davanti alla porta con le sue possenti braccia che ne bloccavano   l'uscita.
"non hai risposto biondina." disse continuando a mantenere quel sorrisetto snevervante.
"non sono affari tuoi, se non ti abbiamo invitato ci sarà un motivo."
"d'accordo acidella, ci vediamo lì questa sera."
scesi le scale ed uscii da quella casa me le uniche immagini che mi rimanevano di quella mattinata erano riguardanti quel ragazzo. Misterioso,cupo, snervante era un misto di tutto questo.
apri la portiera e mi infilai in macchina.
"Tutto bene?" disse Fil seduto al mio fianco.
"mh, si perché?"
"sembravi sovrappensiero."
Io e Filippo eravamo sui sedili posteriore mentre Lori guidava con al suo fianco Fency.
"no davvero non è nulla."
"fingerò di crederci."
Il pomeriggio passo rapidamente ed io cercavo ancora un telefono nuovo su internet era la mia unica chance.
Fency era rimasta da me a pranzo dopo aver portato un enorme valigia piena di trucchi, smalti, spazzole, fermaglietti e vestiti per prepararci alla serata, Lorenzo ci aveva detto di vestirci in modo elegante ma non troppo ed era proprio la descrizione del vestito impossibile da trovare perciò Fency aveva svaligiato il suo armadio per fare la giusta scelta.
Dopo aver mangiato ci siamo subito messe all'opera e tra risate e prove finalmente avevamo gli outfit perfetti.
"Vieni un po' qua fatti aggiustare quei capelli da gattara." dissi a Fency ridendo.
"dovreste vedere i suoi miss perfettina." replicò lei.
Amavamo prenderci in giro a vicenda, ed avevamo l'abitudine di prepararci insieme ogni volta che uscivamo.
Fency mi aveva messo uno smalto bordeaux chiaramente in accordo con il mio abito rosso, che arrivava fino a metà coscia con uno ampio scollo a v sulla schiena, che più che elegante lo definirei casual, avevo poche cose eleganti ed erano per i matrimoni, quindi troppo eleganti per uscire con i ragazzi.
Un paio di scarpe rosse con il tacco adornavano tutto l'outfit.
Mi guardai allo specchio e sorrisi.
erano anni che non mi vestivo più in quel modo.
"allora? credi di andare senza neanche un po' di trucco?" disse con l'eyeliner in mano.
risi e mi sedetti, Fency era molto brava a truccare gli altri ma anche io avevo un certa abilità con pennelli, ombretti e mascara.
Eravamo entrambe pronte.
Peccato che quei poveretti di Filippo e Lorenzo ci stavano aspettando nel viottolo davanti a casa da un quarto d'ora.
Scendemmo le scale facendo risuonare il suono dei tacchi per tutta la casa e quando aprimmo la porta trovammo loro appoggiati alla macchina che interruppero la loro chiacchierata per guardarci o meglio squadrarci.
Filippo aveva una camicia bianca con le maniche sollevate fino a tre quarti con i primi quattro bottoni sbottonati che lasciavano spazio al suo tatuaggio, dei jeans neri strappati e delle sneakers del medesimo colore.
Lorenzo invece indossava dei jeans bianchi e stretti con degli strappi sulle ginocchia ed una camicia alzata fino a tre quarti di colore blu come le sue scarpe.
Vennero verso di noi.
Lorenzo prese la mano di Fency e la fece girare su se stessa facendo luccicare il suo vestito di paillettes dalle sfumature di argento.
Filippo invece rimase fermo davanti a me, e mi disse:"questo vestito ti sta benissimo." sfoderando un sorrisone che io ricambiai.
Mi prese per mano e mi accompagnò alla sua macchina così come fece Lorenzo.
"Allora dove ci portate?" chiese Fency incuriosita.
"Siete qui da pochi anni e non credo che questo posto l'abbiate mai visto." disse Lorenzo
"c'è da divertirsi?" chiesi io. In quei giorni pesanti per me non avevo bisogno di altro.
"é una discoteca, tu che dici?" mi rispose Fil.
"guastafeste." disse Lorenzo che voleva tenerci ancora sulle spine.
Appena arrivati nel parcheggio loro ci aprirono la portiera della macchina per farci scendere.
Ci incamminammo verso l'entrata mentre i due ragazzi camminavano avanti e Fency chiacchieravamo.
"Ho voglia di perdere il controllo." dissi.
"Sta attenta a quel che fai, non ti dimenticare come é andata a finire l'ultima volta che hai perso il controllo."replico lei.
"Sta tranquilla ormai quello é acqua passata."
In passato c'era un ragazzo per cui persi completamente la testa ma di cui ancora non conoscevo il carattere vero e proprio, mi invitò in discoteca e mi ubriacai completamente e lui che reggeva benissimo l'alcool mi spinse a fare cose che da sobria non avrei mai fatto e tornai a casa distrutta perché vidi che lui si stava baciando con in altra ragazza e ricordo ancora le sue parole in risposte alle mie "oh, l'hai voluto tu piccola." e mi diede uno schiaffo mentre io gli avevo solo detto di allontanarsi da quella tipa che neanche conosceva.
Mi aveva piantata.
"buon divertimento bimba." disse Fency prendendo sottobraccio Lorenzo.
Filippo si voltò e mi aspettó per poi prendermi per mano e portarmi dentro.
La musica a palla e l'odore di alcool mi pervasero la mente facendomi ricordare quel terribile momento successo in passato.
Lui vedendomi soprappensiero mi strinse la mano e mi portò verso l'angolo bar.
"per voi ragazzi?" disse il ragazzo dietro al bancone con aria gentile.
"due tequila."
ormai Fency e Lori erano andati per la loro strada e si erano dispersi in mezzo alla folla di persona che ballava al centro della pista.
Fil non staccó mai la sua mano dalla mia.
Ballammo e gridammo come dei pazzi tra un drink e l'altro.
ci sedemmo per un momento sui dei divanetti bianchi illuminati da led blu.
"Come sta andando la serata?" mi chiese Filippo.
"Che?A me dici?" risi.
"Alla grande se tu sei qui con me."
"Eeeh, sei ubriaca." disse lui ridendo.
"Ma che cosa dici? Lo sai che passerei ogni singolo giorno con te e poi io reggo benissimo l'alcool." replicai e mi tolsi le scarpe recandomi al bar di fronte.
"Ehi, Mr Bean due mojito." mi diressi verso di lui stranamente ancora non barcollavo.
"UUUH" urlai saltellando e versandomi un po' di mojito sul vestito.
"Ops.." dissi ma continuai a saltare e ridere.
"Tu sei pazza."disse lui tra una risata e l'altra.
"pensavo lo avessi capito." risposi.
Vidi Lorenzo vicino alla console mentre diceva qualcosa al dj che subito cambió genere musicale facendo partire un lento.
"Mi concede questo ballo?"
"Sono domande da rivolgere?"
Mi rimisi le scarpe.
E mi guidó al centro della pista da ballo.
Avvolse le sue mani attorno ai miei fianchi mentre io intorno al suo collo.
Uno scambio intendo di guardi accompagnó due quarti della canzone.
Con un dito sfiorai la sua pelle ricalcando il suo tatuaggio.
"che cosa vuol dire?"
"vuol dire 'era' in gallese, e l'ho voluto fare per ricordarmi che tutto ciò che accade in passato rimane nel tempo."
"mi piace molto." sussurrai continuando a far scorrere le mie dita sul suo collo.
poggiai la testa sul suo petto sentivo il suo cuore battere rintoccando quegli istanti, avrei voluto rimanere lì per l'eternitá.
All'improvviso sentii la sua mano spostarsi sullo scollo del vestito e sfiorare piano la pelle scoperta.
Mi causó una serie di brividi continui, solo con un semplice tocco, che non riuscivo a frenare.
Si abbassò in direzione del mio orecchio e sussurró "mi piaci."

"The Dark Behind a Rose."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora