VI. Stay

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Mi scostai giusto il poco necessario per far incontrare i suoi occhi di ghiaccio con i miei .
Sentivo il suo fiato sul collo, scostò i mi capelli lunghi e lisci dietro la mia spalla.
pose una mano sulla mia guancia e con il pollice tocco delicatamente le mie labbra.
"Cosa vuoi fare buon a nulla?" disse una voce che mi pareva aver già sentito in precedenza.
Filippo si guardó intorno stranito.
"Che succede Fil?" dissi io ancora stordita dal l'alcool mentre ridevo.
"mh, niente ma adesso è meglio che ci sediamo un po', e non lasciarmi la mano per nessun motivo."
"d'accordo ragazzo super protettivo." dissi con sarcasmo.
"Bambolina,lascia che ti prenda,io non sono poi così protettivo."  disse ancora quella voce e qualcuno mi tiró dall'altro polso.
Mi girai di scatto facendo girare anche Filippo che per la musica troppo forte non aveva sentito nulla di quel che stava succedendo.
"NOAH,SMETTILA COSÌ LE FAI MALE."
disse e si mise davanti a me per proteggermi.
"sai benissimo che cosa sono capace di fare non mi costringere." aggiunse sprizzando rabbia da tutti i pori.
"non mi fai paura buon a nulla." replicó il ragazzo in nero.
A quelle parole Filippo sbroccó, mi liberó il polso dalla sua presa e gli diede un pugno in piena faccia.
Noah indietreggió e si tocco il naso e vide poi il sangue sulla sua mano.
Rivolse il suo sguardo vendicativo verso Filippo e gli sferrò un pugno nello stomaco.
Cominció così una rissa, mente gli altri piano piano si disponevano a cerchio intorno a loro bisbigliando.
Dopo alcuni minuti che continuavano a picchiarsi decisi di intromettermi.
"Basta." urlai facendo zittire tutti intorno.
I due si fermarono.
Filippo mi guardò con ancora il pugno fermo a mezz'aria e la maglietta di Noah strinta nel suo altro pugno.
Abbassò la sua posizione ed uscì dalla sala.
"che avete da guardare voi? pensate a ballare." dissi io e scappai barcollante verso l'uscita a piedi nudi.
Lo trovai seduto su di un gradino mentre ripensava aull'accaduto.
Mi sedetti di fianco a lui e posi la mia mano nella sua, lui l'afferro subito.
"questo non sei il vero tu." dopo tanto, riuscii a dire qualcosa di sensato ma l'alcool era ancora in circolazione nel mio corpo.
Cominciai a ridere senza motivo, facendo sorridere anche lui.
"ti riaccompagno a casa, sei completamente ubriaca."
Mi prese in braccio e dopo aver recuperato le scarpe mi portò in macchina di li raggiungemmo subito casa mia.
Cercó nella mia pochette le chiavi ed aprì.
Mi portò nella mia camera è mi adagió sul letto mi diede un bacio sulla fronte e stava per andarsene ma io lo afferrai per il polso e gli dissi "ti prego rimani."
Lui sorrise.
"chiunque é intorno a me si fa sempre del male, sono solo un problema per te, é meglio che io ti stia lontano." e mi lasció lì, tantissime domande mi assalirono la mente ma vennero completamente demolite dal mio sonno.
"Ehi dormigliona! Il sole é alto." disse Fency aprendo le tende della mia cameretta.
Mugolai e mi misi il cucino sulla faccia girandomi dall'altro lato così Fency mi tirò per un piede facendomi cadere sul pavimento.
"AIAH" gridai io.
"L'hai voluto tu." disse tirandomi una cuscinata sul sedere.
"vuoi fare colazione? io ho una fame."
Risi ripensando a quante volta sentivo pronunciare quella frase da lei in un solo pomeriggio.
Mi alzai dal pavimento e misi la testa fra le mani.
" Oddio." dissi "che male."
"tieni" disse lei con l'aspirina tra le mani.
"grazie mamma." dissi ridendo.
"cosa hai combinato ieri sera?" mi chiese appostandosi alla porta del bagno mentre cercavo di snodare i miei capelli e mi struccavo.
"Sinceramente non ricordo molto."
"ma di una cosa sono certa, lui, io.." cominciai a farneticare.
"spara Mel ti sto ascoltando." disse lei presa dall'ansia.
"non vuole più vedermi."
Fency spalancò la bocca.
"Cosa?Che cosa gli hai fatto?"
"Giuro di non aver fatto niente." dissi alzando le mani in segno di resa.
Lei corse ad abbracciarmi.
"Mi dispiace tanto rosellina."
"ricordo solo le sue parole di ieri sera, continuano a riecheggiarmi nella testa senza sosta: 'sono solo un problema per te, è meglio che io ti stia lontano.'" dissi mentre qualche lacrima mi rigava il viso.
"dimostra a te stessa che sei più forte di così Mel." disse asciugandomi le lacrime dalle guance.
Presi un respiro profondo e scesi al piano di sotto.
"ho preparato la spremuta."disse lei è mi sorrise, lei sa quanto mi piaccia la spremuta e sa anche come farmi felice con dei piccoli gesti.
Le schioccai un bacio sulla guancia ed addentai un biscotto.
La mattina passó velocemente e Fency mi racconto come era andata la sua serata  in discoteca con Lori.
Disse che non aveva mai incontrato un ragazzo che la trattasse così bene, Lorenzo non aveva osato toccarla troppo, non era come quei ragazzi che palpavano qualsiasi ragazza gli si spalmasse addosso.
Era molto riservato e quando accompagnò Fency davanti a casa sua un bacio travolgente lasció la ragazza con gli occhi sognanti per il resto della notte.
Fency tornó a casa sua, mi disse che doveva studiare qualcosa per il rientro a scuola e non aveva voglia di protrarre troppo lo studio.
Ed io passavo le mie giornate in pigiama sul divano a guardare serie tv strappalacrime con una coppa di gelato tra le mani, proprio come si vedeva nei film.
I pensieri mi tormentavano la mente.
Come é possibile che una persona entrata a far parte della mia vita in poco tempo abbia preso così tanta importanza?
Eppure era così, le giornate senza di lui erano vuote, e non potevo affatto dimenticare il fatto che Noah aveva interrotto un momento trasformandolo in una tragedia.
Decisi di vestirmi, sarei andata da Noah e gli avrei fatto un bel discorsetto a riguardo.
Raccontai tutto a Fency per telefono e lei disse che avrebbe sostenuto il mio piano venendo con me.
Lorenzo aprì subito la porta.
"Ragazze che bello rivedervi." disse e mise un braccio sulla spalla di Fency
"Mel come stai?" aggiunse.
"Mai stata meglio." dissi digrignando i denti.
Lori fece un'espressione stranita.
"Ti spiegherò dopo." gli sussurró Fency.
Loro andarono al piano superiore  ed io cercai Noah al piano di sotto.
Lo trovai seduto al tavolo, aveva entrambe le mani nei capelli e la testa rivolta verso il basso.
Dimenticai tutto il mio piano e mi accinsi a vedere cosa gli stava succedendo.
Gli misi una mano sulla spalla.
"Noah..." dissi piano.
Si giró a guardarmi, era distrutto, aveva gli occhi gonfi e rossi.
Mi abbassai alla sua altezza.
"che succede?"chiesi
"N-niente." disse lui.
"non prendermi per il culo." lo rimproverai.
"da quando ti importa di me?" disse lui.
"ma come da quando?a me importa di tutti, sei tu che mi tratti male."
"é proprio questo il punto io sono stanco ogni volta che succede qualcosa mi ubriaco, sto di merda e tratto le persone nel modo in cui non vorrei." disse guardandomi dritto negli occhi.
"vorrei non aver mai picchiato Filippo e..." prese un sospiro.
"fatto finire le cose tra voi."aggiunse
"Non dipende da te, davvero." dissi io
"é stato lui a dirmi di stargli lontano non tu."
Continuava a fissarmi con quei suoi occhi color pece.
Filippo scese le scale e raggiunse il frigorifero alla ricerca di qualcosa.
"davvero non devi scu-" non feci in tempo a finire la frase che lui mi prese il viso in una mano e mi bació.
Filippo assistì alla scena e strizzó il bicchiere che aveva in mano facendo versare il liquido che conteneva, lo lasció cadere sul pavimento e andò via.
Lo respinsi e gli diedi uno schiaffo talmente forte da lasciare il segno rosso sulla sua guancia.
"cosa ti è saltato in mente?" gridai.
"ti bastano due lacrime ed una bugia per cadere ai miei piedi."
Fuoriosa gli voltai le spalle.
"Mi fai impazzire quando ti arrabbi bambolina." disse divertito.
Continuai a camminare verso la porta.
"Mel, Mel aspetta."ripeteva gridando Fency dalla cima della scalinata.
Scappai fuori.
Perché Noah aveva questo atteggiamento nei miei confronti?.
Cominciai a correre, non ce la facevo più, tutti avevano un piano "malefico" nelle loro teste, c'era sempre una duplice versione della storia e Filippo aveva visto la dalla parte sbagliata.
Non c'era verso di far tornare le cose come stavano soprattutto dopo che aveva visto con i suoi occhi quel bacio.
Ripresi a camminare con ancora l'affanno mentre le lacrime continuavano a scendere.
Chi ero io per davvero? Nessuno se non Fency aveva visto la vera me.
Dovevo dimostrare a Filippo di avere carattere e di non essere una delle tante ragazze che si girano i ragazzi.
Io non facevo parte della mischia, ero diversa, ma questo Filippo ancora non lo aveva ben chiaro.
Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano.
Il rombo di una moto mi fece sobbalzare, si accostò sempre più al marciapiede.
"Mel ma che cosa fai?" disse Fency.
"Vado a casa, non si vede?" dissi fredda e continuai a camminare.
"Non fare cose, aspetta."
"Fency Carter, Noah mi ha baciata mentre filippo era dietro di noi, non posso più aggiustare la situazione."
"non hai pensato di dimostrargli chi sei tu veramente?"
"certo che ci ho pensato, ma come?"
Fency rimase in silenzio.
"Ecco vedi non lo sai neanche tu, bene ."
continuai a camminare.
Fency corse e si piazzò davanti a me ostacolandomi il passaggio.
"devi ascoltarmi, non puoi mandare tutto all'aria in questo modo, tu non sei come lui crede."
"ma non posso dimostrarglielo.."
procedetti lasciandola li.
Le giornate di caldo intenso continuavano e di Filippo Fency Lorenzo e Noah neanche l'ombra, avevo deciso di estraniarmi per un po', avevo bisogno di restare sola.
Lo squillo del telefono mi fece svegliare da quello che per me era un incubo.
"Pronto?" dissi con ancora la voce impastata.
"Meliii." disse la voce dall'altra parte, così squillante da farmi allontanare il telefono dell'orecchio.
Rimasi in silenzio.
"Meli sono io, Carol."
"Oh, Carol, che piacere sentirti."risposi meravigliata, Carol era una mia amica delle medie non ci sentivamo da un annetto circa.
"Domani é il mio compleanno, tadaaa." disse lei tutta felice.
"Sono a Londra per una settimana perciò ho deciso di festeggiarlo qui, é a numero aperto perciò potrà entrare chiunque e chissà potresti conoscere qualcuno."mi spiegó.
"Oh" risi."sei rimasta uguale a quando ti ho lasciata."
"Non puoi mancare." disse lei
"dove abiti?"
"Knightsbridge numero 73,perché?"
"d'accordo, perfetto ci vediamo alle 11.00 pm ti passo a prendere da casa'."
"in realtà io.."
"ci si vede fra due giorni."
"no aspetta.."
riattaccó.
"Vabbè" pensai e risi.
Sarei andata, Carol mi aveva sempre sostenuta e non avevamo quasi perso i contatti in tutti questi anni, per quanto potevamo sembrare simili avevamo due caratteri completamente differenti ma nonostante ciò andavamo d'accordo, era un motivo per liberare la mia mente da tutti quei pensieri ed un motivo per rivedere una vecchia amica.
tra maschere per il viso, bagni rilassanti, cerette e spazzole il girono tanto atteso arrivó. Mi infilai un vestito semplice, nero lungo fino a metà coscia che lasciava le spalle scoperte, delle sneakers di contrasto bianche che davano all' outfit un aspetto casual.
Sentii il clacson di una macchina suonare.
Scesi di fretta le scale e raccolsi la borsa dal divano.
Diedi un ultima occhiata nello specchio e mi precipitai fuori.
"Carol!" dissi abbracciandola.
"noto che stai diventando sempre più bella fiorellino."
"ma smettila." replicai dandole una piccola spinta scherzosa.
In macchina eravamo 7 ragazze, tutte amiche di Carol molto simpatiche.
Durante il tragitto per raggiungere il luogo della festa cantammo a squarciagola con la musica ad alto volume e ridemmo come delle pazze.
Arrivate nel luogo Carol disse spalancando le porte:
"benvenute al mio compleanno carine."
La sala era buia illuminata solo da luci fioche viola, ed una serie di palloncini bianchi cadevano dal soffitto al centro della sala.
Durante la serata non avevo smesso di ballare con le amiche di Carol avevo fatto amicizia con loro, mi trovavo stranamente bene. in gruppo Si allontanarono a prendere un altro drink, io quella sera non avevo proprio voglia di ubriacarmi con l'ultima volta, volevo solo svagare la mente ma non renderla un miscuglio di ricordi frammentati.
Mangiammo la torta e lei spacchetto tutti i regali, ne rimase davvero contenta.
Dopodiché tornammo tutti in pista.
Carol aveva detto che a fine serata saremmo stati sommersi da palloncini ed aveva ragione perché non riuscivo più a trovare nessuna delle ragazze così navigai tra i palloncini ma infine mi arresi e decisi di andare a sedermi quando sbucó proprio davanti a me Filippo.
Ci guardammo negli occhi come se nulla avesse più un senso l'uno senza l'altro, sguardi persi, privi di emozioni.
Andai dritto per la mia strada alla ricerca dell'uscita, era la scelta più giusta , o meglio era quello che lui mi aveva chiesto.
Mi ritrovai di fronte al muro e non avevo la più pallida idea di dove andare.
Diedi un pugno al muro, rivederlo mi aveva fatto tornare tutti quelle preoccupazioni.
Mentre pensavo da che lato muovermi qualcuno mi afferrò per il polso e mi fece girare, poggio l'altra mano al muro.
"Resta." disse Filippo.
Lo guardai confusa.
"Fency mi ha raccontato tutte le cose come stanno. Senti, io ho sbagliato, ho sbagliato sin dall'inizio con te e non mi sono reso conto di chi avevo dinanzi ai miei occhi, tu non sei come le altre Melissa Jhonson."
Mi persi nei suoi occhi, che guardavano fisso nei miei, stava dicendo la verità.
"sono io che.."
"Shh" disse poggiando il suo indice sulle mie labbra che subito dopo incontrarono le sue soffici e carnose.
La sua mano passò sul mio fianco e le mie nei suoi capelli, finendo così in un bacio che sprigionò il nostro desiderio l'uno per l'altro.

"The Dark Behind a Rose."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora