1.Ritorno a casa

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Lilian's pov

Mi chiamo Lilian Stilinski, ho 17 anni, i capelli neri, gli occhi verdi e non sono molto alta ma sono magra con le forme al punto e sto tornando a casa. Dopo aver lasciato Chicago, dove la mia vita è cambiata, ho deciso di tornare a Beacon Hills per ricominciare.
Dopo ore di viaggio finalmente sono arrivata, scendo dal taxi che mi ha portata fino a qui, e l'autista per fortuna mi ha aiutata con i bagagli, dopo averlo pagato, se ne va in fretta come se non vedesse l'ora di andarsene. Alzai lo sguardo guardando casa mia, erano passati cinque anni e tutto era rimasto uguale, o almeno così sembrava, ma finalmente ero tornata. Ero andata via da Beacon Hills dopo la morte di mia madre, non sopportavo di stare qui senza di lei proprio perché tutto me la ricordava. Io e lei eravamo molto legate.
Per due anni sono stata in Francia dove ho incontrato gli Argent, famosa famiglia di cacciatori, Gerard mi ha addestrata per poi mandarmi in Messico, dai Calaveras, altri cacciatori, che hanno completato il mio addestramento in altri due anni. Infine sono stata mandata a Chicago per la prima missione che sarebbe durata un altro anno, ma durante il mio soggiorno sono stata attaccata da un branco molto potente e sono quasi morta. Ma Lui mi ha dato il suo sangue salvandomi e trasformandomi in un'ibrida.
Faccio un respiro profondo cercando di cancellare quei pensieri e busso alla porta ma sembra non esserci nessuno, finché non sento dei passi dietro di me. Appena sento parlare riconosco subito la voce e un sorriso mi spunta sulle labbra.

"Serve una mano? Stai cercando qualcuno?"

Quella voce avrei potuto riconoscerla ovunque.

"In realtà cercavo proprio te, fratellone"

Appena mi girai incrociai lo sguardo di mio fratello Stiles, i suoi occhi si fecero subito lucidi e iniziò a correre per poi abbracciarmi stretta a lui. Mi era mancato il suo profumo di menta, i suoi caldi abbracci spacca ossa e il suo sorriso che mi faceva sentire a casa. Si staccò mettendomi le mani sulle spalle e, dopo avermi guardata dalla testa ai piedi, mi abbracciò di nuovo.

"Se continui ad abbracciarmi possono succedere due cose, o si fa sera prima che ti stacchi o mi spezzi tutte le ossa per quanta forza ci stai mettendo"

Lui si staccò sbuffando e alzando gli occhi al cielo per poi sorridermi.

"Ben tornata sorellina, mi sei mancata da morire. Devi raccontarmi tutto, ma prima andiamo da papà sono sicuro che non vede l'ora di vederti"

Gli sorrisi annuendo per poi indicargli le valige alle mie spalle facendolo sbuffare ma non si lamentò e mi aiutò a portare tutte le mie cose in camera mia, o almeno quella che era camera mia. Le pareti rosa confetto erano rimaste uguali con le foto appese alla parete destra della stanza vicino ad uno specchio ad immagine intera. Difronte vi era un letto matrimoniale dalle lenzuola color crema con un comodino a destra mentre a sinistra del letto vi era una porta finestra che portava sul balcone, a sinistra della porta vi era una scrivania in legno scuro, come il comodino, con sopra due mensole e con affianco la porta del mio bagno privato. Il restante della parete sinistra, dove vi era la porta del bagno, era ricoperta da un grosso armadio dove un paio di ante erano in vetro e all'interno vi erano alcuni premi che avevo vinto da piccola e altre cose a cui tenevo particolarmente, come la foto di mia madre. Appoggiammo le valige vicino al letto e subito dopo mi prese per mano tirandomi fino a fuori casa per poi obbligarmi a salire sulla sua Jeep azzurra, ricordo che era della mamma e che aveva insistito perché la avesse mio fratello mentre a me aveva lasciato la sua collana preferita.

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La Cacciatrice Ibrida | Derek HaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora