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Quella mattina Tae si svegliò prima di Jungkook, lo guardò dormire beatamente, i suoi occhi erano leggermente gonfi, per le lacrime che aveva versato il giorno prima

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Quella mattina Tae si svegliò prima di Jungkook, lo guardò dormire beatamente, i suoi occhi erano leggermente gonfi, per le lacrime che aveva versato il giorno prima.
Jungkook stringeva con entrambe le braccia il corpo di Taehyung, come per non farlo scappare, Tae invece aveva le braccia ancora avvolte intorno alle spalle di Jungkook.
Gli diede un bacio a stampo sulle labbra, notando che non si svegliava ancora, lo fece di nuovo, lo fece ancora, finché il ragazzo non iniziò a brontolare qualcosa.
Tae ridacchiò e gli sussurrò un "buongiorno" all'orecchio, per poi vederlo aprire del tutto gli occhi, il più piccolo si ritrovò ad arrossire leggermente, notando i corpi ancora del tutto nudi dei due ragazzi, il lenzuolo copriva a malapena le loro parti intime, nascose leggermente il viso sul petto del ragazzo più grande, ricordando la sera prima, sorrise appena, senza farsi vedere.
"buongiorno" sussurrò appena poi, alzando lo guardo verso il ragazzo più grande e sorridendo.
Non riusciva a smettere di sorridere quando so trovava con lui il che lo faceva sorridere anche di più.
"Facciamoci una doccia?" chiese Tae, alzandosi, prendendo uno dei lenzuoli sul letto per potersi coprire.
Anche se Jungkook lo aveva già visto, si sentiva leggermente in imbarazzo ad andare in giro nudo davanti a lui.
Jungkook annuì e si alzò dal letto, senza coprirsi o altro, camminò fino al suo bagno, seguito da Taehyung.

Tae e Jungkook erano andati alla stazione della polizia, per l'ennesima volta, a cercare dei documenti e delle prove per il caso del padre di Jungkook, come gli aveva promesso, Taehyung lo aiutò a per fargli chiarire i suoi sospetti, a Tae interessava solo che Jungkook fosse più tranquillo.
Finalmente trovarono qualcuno che all'epoca aveva lavorato per quel caso, oltre a quello hanno potuto vedere solo alcuni documenti del caso ormai archiviato da anni, classificato come semplice "suicidio".
Nessun sospetto, nessuna arma, nessun indizio, non si era trovato nulla se non del veleno nel corpo dell'uomo, analizzandolo.
Jungkook ritrovò la speranza quando trovò quella persona che appunto, all'epoca aveva lavorato per quel caso, anche se non avevano trovato nulla almeno gli avrebbe potuto dire dove avrebbe potuto cercare meglio o dargli più dettagli sul caso del padre, sulle indagini e tutto.
Presero un appuntamento con quella persona per poi andarsene da quel posto, leggermente spaventoso.
Tae prese una mano di Jungkook e la strinse, mentre camminavano.
"Ti va di venire da me oggi?"
Chiese Tae, girandosi verso il ragazzo, senza smettere di camminare.
Jungkook annuì semplicemente, sentendo un attimo dopo un tonfo, il ragazzo accanto a se aveva appena sbattuto contro ad un palo, scoppiò a ridere, non riuscendo a trattenersi per niente.
"Cosa ridi?!" disse Taehyung, scoppiando poi a ridere anche lui.
Jungkook gli tese una mano, che subito dopo il ragazzo afferrò, tirandolo verso di lui.
I due si misero a ridere, prima di notare le occhiatacce che gli davano i passanti che camminavano vicino a loro.
Si alzarono e ricominciarono a camminare, mano nella mano, verso la casa di Taehyung.
Jungkook era curioso, non sapeva molto della famiglia di Taehyung e si era deciso di chiedergli qualcosa quel pomeriggio.
Sarebbero stati insieme per tutto il pomeriggio e probabilmente anche per tutta la serata, quindi avrebbero avuto del tempo per parlare di tutto ciò che volevano.
Taehyung aveva deciso di fermarsi a comprare qualche snack che avrebbero potuto mangiare, guardando un film nella sua stanza, sul portatile.
Appena arrivati a casa salutarono la madre di Taehyung e salirono in camera sua.
Tae si buttò sul letto e Jungkook fece lo stesso, buttandosì però su Taehyung, ridacchiando appena.
Tae lo abbracciò e sorrise.
Guardarono il soffitto per un po', circondati dal silenzio, nessun tipo di imbarazzo o altro, semplicemente stavano in silenzio, come a dire mille parole.
"Tae.." lo chiamò, il ragazzo più piccolo.
"Dimmi." rispose, posando lo sguardo su di lui, sorridendogli.
"Tocca a te, è il tuo turno."
Taehyung inarcò un sopracciglio, confuso.
"Raccontami della tua famiglia."
Tae scrollò le spalle, quasi con fare sconfitto, come se avesse cercato di schivare quella conversazione da sempre.
"Beh, mia madre l'hai vista, è una persona molto buona, penso.
Anche mio padre lo è, ma dimostra il suo amore in modo...violento? Usa la violenza per sistemare tutto, pensa che sia l'unica via d'uscita per tutto, così come scappare.
Ha sempre usato la violenza sia con me che con mia madre.
Qualche anno fa fu licenziato, a causa di un incidente che aveva causato al lavoro, da allora non faceva altro che bere e usare la violenza.
Lo faceva anche quando lavorava, ma almeno, quando lavorava, non lo vedevamo spesso.
Come già ti ho detto, mio padre è sempre scappato quando le cose si facevano gravi e pesanti, infatti, io in realtà ero nato qui, a Busan, ma quando avevo tre anni ci trasferimmo perché mio padre ebbe una discussione molto movimentata con una persona, sarebbe andato in prigione, perché lo aveva aggredito.
Ci siamo trasferiti tanto durante i miei 19 anni di vita e poi, sei anni fa, a mio padre venne l'idea di tornare qui, non so come e non so perché, abbiamo vissuto "tranquillamente" per questi sei anni, ma mia madre stava, letteralmente, andando fuori di testa.
Iniziava a parlare da sola e piangeva quando mio padre usciva a comprare dell'alcol.
Ma è un po' anche colpa sua, non lo ha mai denunciato, non gli è mai andata contro, faceva solo quello che gli veniva detto e delle volte era proprio lei ad incitare le discussioni.
Decise che si sarebbero divorziati quando ha scoperto che la tradiva e aveva un'altra figlia.
Con loro è quasi normale, il che mi fa ribollire di rabbia, ma non interessa nemmeno di molto, perché da quando se ne è andato è più sereno.
E poi ci sei tu."
Alla fine del suo discorso, sorrise, formando quasi un rettangolo con la bocca.
Jungkook ascoltò attentamente, gli diede un bacio a stampo quando finì di parlare e lo strinse forte.
"E ci sarò sempre."
La serata andò avanti e dopo aver guardato un film e mangiato gli snack che si erano comprati salirono sul tetto, dalla finestra di Taehyung, si sdraiarono su esso e guardarono il cielo, ormai di un azzurro scuro, quasi blu, la luna alta in cielo circondata da alcune nuvole.
Jungkook si accoccolò al petto di Tae e lui lo strinse.

Era il giorno dell'appuntamento con l'uomo che aveva fatto parte delle indagini del padre di Jungkook, dopo la scuola si sarebbero visti con gli altri per mangiare e dopo sarebbero andati all'appuntamento.
Taehyung rimase tutta la durata del pranzo a parlare con Hobi Hyung, raccontandogli un po' di tutto, visto che nell'ultimo periodo erano stati entrambi occupati e non si erano visti molto.
Dopo il pranzo il viso di Taehyung era più illuminato del solito, grazie all'oretta con Hoseok.
Jungkook e Taehyung se ne andarono prima, lasciano un Jimin a fare da candela a Yoongi e Hoseok.

Quando Taehyung e Jungkook arrivarono alla stazione di Polizia dove avrebbero incontrato quell'uomo, Tae prese la mano del più piccolo, stringendola, come a rassicurarlo.
Chiesero dove avrebbero potuto trovare l'uomo e gli vennero date delle informazioni, seguirono attentamente quello a cui era detto e si erano trovati davanti ad una porta con su scritto "Sig. Choi Ha-joon", Jungkook sospirò, scrollando le spalle, per poi picchiettare con le nocche, due volte.
Aspettarono la risposta del uomo dall'altra parte della porta e poi entrarono.
Si chinarono entrambi appena, in forma di rispetto, prima di avvicinarsi alla scrivania piccola di legno, in quella stanza piccola e scura.
"Sedetevi." fecero come era stato detto, sulle sedie davanti alla scrivania.
"Ho sentito che volete delle informazioni riguardo al caso del Sig. Joen Seojun, siete dei parenti?"
L'uomo seduto dall'altra parte della scrivania alzò lo sguardo dai fogli che aveva in mano, guardandoli dall'alto in basso.
"Sono il figlio."
Jungkook tirò fuori la propria carta d'identità, mostrandogliela.
Il Sig. Choi la prese e la guardo, per poi guardare Jungkook, annuì appena e gliela ridiede.
"Vorrei sapere se c'erano dei punti irrisolti nel caso di mio padre e se c'è un modo di sapere dell'altro, oltre a quello che già so.
So che erano venuti a mancare dei soldi che erano depositati nel suo conto in banca e che non era stata trovata la sua carta."
"Qui abbiamo la lista delle ultime persone con cui si è visto il Sig. Joen la settimana prima di venire a mancare, ci disse tutto la moglie, tua madre.
Abbiamo parlato con tutte le persone in questa lista a parte per -guardò meglio la lista e disse- il Sig. Kim Do-yun, visto che tua madre aveva detto che era un amico di vecchia data che era solo venuto a trovare e che non viveva nemmeno nella nostra città."
Taehyung sussultò, sentendo quel nome, gli era molto famigliare.
Era il nome di suo padre.
"Scusi, può ripetere il nome?"





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mi odierete nel prossimo capitolo ma io vi amo continuate a seguire la storia anche se mi odiate grazie

𝓑𝓪𝓭 𝓜𝓮𝓶𝓸𝓻𝓲𝓮𝓼 ☽ ᵀᴭᴷᴼᴼᴷ ☾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora