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Un Soekjin con gli occhi pieni di rabbia e i pugni chiusi si trovava nell'auto di Namjoon, che dopo aver accompagnato Jimin, stava andando ad accompagnare Soekjin

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Un Soekjin con gli occhi pieni di rabbia e i pugni chiusi si trovava nell'auto di Namjoon, che dopo aver accompagnato Jimin, stava andando ad accompagnare Soekjin.
Il ragazzo più grande iniziò a cercare le chiavi del proprio appartamento, sbuffò appena, sentendo le lacrime rigargli il viso, i pugni iniziarono ad essere meno stretti, gli occhi erano ancora pieni di rabbia ma anche tristezza.
Iniziò a singhiozzare e a quel punto Namjoon fermò l'auto.
"Scendi."
Soekjin lo guardò male e si fece sfuggire un altro singhiozzo.
"Ho detto scendi."
Soekjin fece come gli è stato detto, stringendosi in se stesso, per il freddo.
Dopo essere sceso sentì la portiera dell'auto sbattere e in pochi secondi si ritrovò faccia a faccia con Namjoon, sobbalzò appena per lo spavento, il più piccolo aveva un viso preoccupato, mentre l'altro ragazzo aveva gli occhi rossi come il sangue e le lacrime a rigargli il viso, stava tremando sia dal freddo che dalla rabbia.
"Fai un respiro profondo." gli disse il moro, prima di poggiare le mani sulle sue spalle e guardarlo dritto negli occhi.
Fece un'altra volta ciò che gli era stato detto, Namjoon lo avvicinò, attirandolo dalle spalle.
Soekjin, sorpreso dal gesto lo allontanò, posando le mani sul petto del più piccolo e spingendolo con tutta la forza che aveva in corpo.
"Che fai?! Lo sai che sono fidanzato."
L'altro si mise a ridere, sospirando appena.
"Che credevi che stessi per fare? Baciarti? Tranquillo se volessi baciare qualcuno andrei a farlo anche ora, volevo solo abbracciarti, visto lo stato in cui sei ridotto pensavo ti avrebbe fatto bene."
Le guance di Seokjin si colorarono di un rosso acceso e abbassò lo sguardo, avvicinandosi poi spontaneamente all'altro ragazzo, posando la testa sul suo petto e allacciando le braccia intorno ai suoi fianchi, gli sfuggì un altro singhiozzo.
Il più piccolo allacciò le braccia intorno alle sue spalle, dandogli delle piccole pacche sulla schiena, come a rassicurarlo.
"Stai tranquillo, andrà tutto bene." disse poi, in un sussurro.
"Non trovo le chiavi di casa -singhiozzò ancora- mi va tutto male, pensi che Taehyung mi voglia tradire? Quel ragazzo, è molto più bello di me e poi sembra che abbiano già avuto una storia in passato."
"Più bello? Non penso proprio, ti sei visto bene? Poi credimi, Jungkook non è quel tipo di persona, se mai volesse fare qualcosa con il tuo ragazzo aspetterebbe che vi lasciaste."
"Ma io amo Taehyung." gli angoli delle sue labbra si abbassarono, formando un broncio adorabile agli occhi di Namjoon.
Quel ragazzo era da proteggere e Taehyung, non lo avrebbe fatto, questo Namjoon lo sapeva bene.
Non lo fraintendete, non che Taehyung non lo volesse fare, ma Taehyung stesso era una persona insicura e piena di problemi dalla testa ai piedi, da ciò che aveva sentito Namjoon da Jungkook e vedendo poi Taehyung dal vivo gli aveva dato la conferma del fatto che quel ragazzo non era in grado di proteggere nemmeno se stesso.
"Vieni a stare da me stasera, tranquillo, non cercherò di baciarti o altro." ridacchiò appena, aprendogli poi la portiera dell'auto e aspettando che ci entrasse.
L'altro annuì semplicemente e fece come gli era stato detto per la terza volta in quella serata.
Seokjin di solito non ascoltava nessuno e faceva sempre quello che voleva, ma le cose che gli diceva Namjoon di fare gli sembravano le cose giuste da fare.
Appena arrivati davanti alla villetta del più piccolo, Soekjin ne rimase sorpreso, era una casa troppo grande per una sola persona, sembrava un piccolo castello, fatto di mattoni rossi eppure molto bello da vedere, il giardino pieno di rose rosse lo attirava un sacco, un cagnolino saltò addosso al più piccolo appena avevano sorpassato il cancello, leccandogli il viso e scodinzolando.
La scena fece involontariamente sorridere Seokjin.
La casa di Namjoon aveva due piani, nel piano di sotto c'era un soggiorno enorme con un camino e la cucina aperta su esso poi due porte socchiuse, Soekjin ha pensato che almeno una di quelle due dovrebbe essere il bagno.
"Vuoi mangiare qualcosa?"
Il più grande scosse la testa, tirando su col naso, per l'ennesima volta.
"Voglio dormire."
Namjoon annui e gli segnò le scale, per poi seguirlo.
"Puoi dormire in questa stanza, ti porto qualcosa da metterti."
Annuì ed entrò nella stanza indicatagli dal più piccolo, per poi guardarsi intorno.
Probabilmente era una stanza che non usava, visto che c'erano solo una piccola scrivania di legno, un letto matrimoniale e un armadio.
Namjoon entrò nella propria cabina armadio, cercando qualcosa di comodo per il ragazzo.
Prese un paio di pantaloncini rossi e una maglietta bianca, tornando poi dal ragazzo.
Il più grande aveva lo sguardo perso, quando Namjoon entrò nella stanza, sembrava un bambino.
Gli poggiò le cose sul letto e si girò per andare a dormire.
"Buonanotte Soekjin-ssi."
Soekjin annuì, sussurrando una "buonanotte." e iniziando a cambiarsi.
Si addormentò in fretta, grazie all'alcol e la rabbia ancora nelle sue vene.

Jungkook tornò a casa quella sera, ma non si addormentò in fretta come di solito faceva.
Aveva troppo per la testa e l'immagine di un Taehyung accoccolato ad un cuscino, con gli occhi chiusi ma pieni di lacrime che non faceva altro che chiedersi se il più piccolo ancora lo odiasse gli rimbombava nella testa.
I suoi pensieri scompaiono quando il suo cellulare inizia a suonare, il nome di Namjoon spunta sullo schermo e Jungkook ringrazia qualsiasi cosa ci sia in cielo perché quel ragazzo lo salvava ogni volta.
"Hyung?"
"Il ragazzo del tuo amico sta dormendo da me, non trovava le chiavi."
"Mh, quindi?"
"Avete fatto qualcosa? Tu e Taehyung intendo."
"Perché?"
"Che vuol dire perché, è fidanzato e il suo ragazzo è qui che non fa altro che piangere come una ragazzina, non sei quel tipo di persona Jungkook."
"Lo so Hyung. Lo so, non ho fatto niente.
Lo sai è Taehyung, il mio Taehyung. Non lo ferirei mai."
"Lo so, per questo vorrei che tu pensassi a quello che stai facendo."
Dicendo questo Namjoon chiuse la chiamata.
Lasciando così un Jungkook con altri pensieri, altre domande e un sacco di paure.
Jungkook sì addormentò dopo tanto tempo, abbracciato ad un cuscino, con uno sguardo quasi sereno sul volto.

Namjoon, il giorno dopo, andò da Jungkook, aprendo con le proprie chiavi.
Quella mattina Jungkook avrebbe fatto tardi di sicuro a lavoro, visto che era ormai mezzogiorno e di Jungkook non si era vista nemmeno l'ombra.
Entrando nella stanza del più piccolo, si fermò guardando la scena che aveva davanti, Jungkook era abbracciato ad un cuscino, aveva gli angoli delle labbra alzati appena, sembrava stesse sorridendo.
In più stava dormendo, stava dormendo serenamente.
Era la prima volta che lo vedeva così, addormentato e sereno, di solito quando lo vedeva dormire non era mai tanto sereno mentre dormiva, di solito dormiva solo un paio d'ore, dopo lavoro oppure dopo che avevano fatto sesso.
Namjoon decise di lasciarlo lì e di andare lui stesso al ristorante.

D'altra parte, c'era un Taehyung troppo pensieroso, seduto alla scrivania del suo ufficio.
Quel giorno aveva avuto già tre pazienti, aveva parlato molto con loro, loro gli avevano raccontato quello che era accaduto la settimana appena passata, faceva così con in pazienti, gli dava un appuntamento a settimana, per non farli sentire pressati a venire.
Ci aveva parlato molto, aveva dato loro molti consigli, li aveva ascoltati e gli aveva confortati.
Ma in quel momento era lui ad aver bisogno d consigli, conforto e di parlare.
Eppure si tratteneva, non voleva far soffrire Soekjin, lui lo aveva accolto a braccia aperte ogni volta che non si sentiva bene, ogni volta che voleva piangere c'era.
Non ricordava esattamente cosa era successo ieri, dopo che Soekjin gli aveva chiesto di portarlo a casa, si ricorda delle immagini scosse di lui che lo abbracciava, ma sentiva l'odore di Jungkook su se stesso e sui propri vestiti, eppure ricordava di parlare con Seokjin, di chiedergli qualcosa, ma non ricordava esattamente cosa.
I pensieri gli rimbombavano in testa e ogni minimo rumore lo faceva innervosire.
Infatti si ritrovò a farsi sfuggire uno sbuffo quando la segretaria entrò, dicendogli che il suo prossimo paziente sarebbe entrato tra pochi minuti.
Un nuovo paziente, mandato dagli assistenti sociali, non aveva nessun'informazione su di lui solo il nome "Yun Ji-won" c'era scritto sul documento che aveva davanti agli occhi, problemi d'ansia, perdita di famigliare stretto, bullismo, autolesionismo.
Finì di leggere dal pezzetto di carta quando sentì la porta aprirsi e vide una piccola sagoma entrare.
Era un bimbo, aveva sì e no tredici anni, aveva un visino spaventato e gli occhi pieno di lacrime e si ricordò di se stesso, a quell'età, con quell'espressione, mentre guardava i genitori litigare.
Lo fece accomodare, gli chiese se voleva qualcosa da bere e infine gli offrì un cioccolatino.
Il bimbo tirò su un sorriso, prendendo in mano quel piccolo cioccolatino incartato di rosso, lo aprì e mangiò il contenuto, mettendosi la carta rossa in tasca.
Taehyung si alzò dalla propria sedia di pelle e andò a mettersi in ginocchio davanti al bambini, per arrivare alla sua altezza.
"Tranquillo, non piangere, ora ci sono io.

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Lo so che probabilmente il capitolo è noioso ma ogni tanto servono certi capitoli comunque se ci siete votate o commentate mi farebbe molto piacere

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 24, 2018 ⏰

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