~01 Giulia

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Era solo una semplice passeggiata in riva al mare. Una semplicissima passeggiata sulla sabbia fresca per rilassarsi.

Era una giornata calda ma alcune nuvole scure si rincorrevano nel cielo.

La spiaggia era semivuota, dato che aveva appena smesso di piovere e il mare era piatto, l'acqua calda.

Giulia, la sorellina Giorgia, il nonno Gino e la compagna dell'uomo, Eliza, erano tornati sulla spiaggia per recuperare l'ombrellone e tutte le attrezzature, ma la ragazza e la sorellina, avevano optato anche per fare una passeggiata lungomare, mentre il nonno e Eliza rimanevano all'ombrellone chiuso.

La spiaggia di Long Island era molto lunga, ed era abbastanza famosa, dato che il Campo Mezzosangue, dimora dei semidei nella famosa saga letteraria di Percy Jackson, si affaccia sull'acqua cristallina della baia. Fissando davanti a sè, Giulia riusciva a vedere chiaramente la linea dell'orizzonte che divideva il mare dal cielo scuro, quasi grigio.

Giorgia camminava sul bagnasciuga, e tirava i calci all'acqua quando un'onda si infrangeva sui suoi piedi, mentre la sorella maggiore affondava i piedi nella sabbia bagnata e compatta.
-Così farai arrabbiare Poseidone... Il padre di Percy...- Mormorò Giulia.

-Ma gli dei non esistono...

-Il mio Satiro è solo in ritardo...- Ribattè, testarda lei.

-Ma per favore... Non esiste Percy Jackson, non esiste nessun satiro che ti verrà a prendere e benchè meno esistono gli dei! Svegliati, cara sorellona!

Lasciarono per un po' il discorso in sospeso, fino a quando la bambina non inciampò in un mucchietto di alghe marine e cadde con il sedere in acqua, bagnandosi i pantaloncini, i lunghi ricci marroni che le ricadevano sugli occhi chiari e sul viso probabilmente disegnato da uno sguardo infastidito.

-Te lo avevo detto io...- disse Giulia facendo spallucce, come se volesse dimostrare qualcosa di cui aveva avuto ragione.

Giorgia le fece la linguaccia mentre si puliva meglio che poteva le gambe dalla sabbia, e la sorella le diede una mano per farla alzare.

-Torniamo indietro, ora, okay?

La bambina sbuffò, ma la seguì lo stesso, pendendo di tanto in tanto una manciata d'acqua e buttandosela sulle ginocchia.

Mentre, testarda, continuava a tirare i calci nell'acqua, un ragazzo si avvicinò alle due e appoggiò una mano sulla spalla di Giulia, facendola girare immediatamente. La stretta era delicata, ma salda, come quella di un uomo, ma la mano non era più grande di quella della ragazza.

-Ciao. Mi chiamo Nico. Posso fare amicizia con voi?- chiese.
Il ragazzo aveva i capelli corvini che splendevano sotto i deboli raggi del Sole che creavano un gioco di luce ed ombre sul suo viso molto pallido, gli occhi neri e, nonostante il caldo, indossava una maglia nera con i teschi, un jeans del medesimo colore strappato ed un giubbotto da avviatore.

Giulia non potè fare a meno di pensare che fosse Nico Di Angelo, il figlio di Ade della sua saga preferita, insomma, era uguale, identico a come la ragazza lo aveva immaginato, ma scacciò subito l'idea, rimproverandosi, scuotendo la testa e si disse che si trattava solo di una stupida coincidenza. Poi le balenò in mente l'idea che quel ragazzo, potesse essere...

"No" si disse con le lacrime che spingevano per uscire "Questo è ancora più stupido..."

La ragazza, per istinto da sorella maggiore, prese Giorgia per un braccio e le strinse la mano, quando vide un anello d'argento che raffigurava un teschio.

-Certo.- rispose chiudendo gli occhi aspettando che il suo cuore smettesse di battere tanto velocemente per l'ondata di tristezza, dolore e rabbia contro se stessa che l'aveva travolta, e schiudendosi in un grande sorriso -Io sono Giulia e lei è mia sorella Giorgia.- con un distratto cenno del mento, indicò la bambina. Non riusciva a togliersi dalla testa che fosse proprio Nico Di Angelo o lui...

La Figlia Segreta Di Ade || DA REVISIONAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora