-Nonno, ti presento Nico. Nico, lui è nonno Gino, e lei è Eliza, la sua compagna.- presentò Giulia.
-Si chiama come tuo marito. Quello nel tuo mondo...-commentò Eliza, e Nico notò che aveva un leggero accento straniero. Rumeno, forse.
-Sì... Hai ragione...-rise lei nervosa, per cacciare tutto lo stress.
Nico si chiese che problema ci fosse. Se la ragazza già conosceva Percy Jackson, che gli aveva già raccontato tutta quella strana vita, allora, perchè tutto quel nervosismo?
Era stato incaricato di andare a trovare la semidea nei paraggi di Long Island, non senza molti lamenti e, dopo aver sentito il suo commento, l'aveva trovata...
Chi in quell'epoca usava più quelle espressioni?
Praticamente nessuno...E poi sentiva anche che emanava quella strana aura che alegiava attorno ai semidei. Non si era sbagliato, ne era sicuro.
Giulia era anche una bella ragazza. Aveva i capelli neri a caschetto e gli occhi del medesimo colore, come quelli di Nico. La pelle era pallida ed una leggera felpa scura le ricadeva sulle spalle possenti, coprendole metà dei pantaloncini di jeans scuri.
Mentre il nonno e la ragazza parlavano, Giorgia si avvcinó al Figlio di Ade e lo tirò per una manica.
-Ma tu sei il fidanzato di Giulia?- chiese con un'acuta voce da bambina.
-Ehm... No.
-Perchè la mia sorellina parla sempre di te. Nico Di Angelo qui, Nico Di Angelo lì. Sembra che dica anche che tu sei il suo fidanzato...
-Ah... Be'... No. Non sono il suo fidanzato.- Rispose lui imbarazzato, cercando di sfuggire al suo sguardo inquisitore. Quella bambina era troppo sveglia per i suoi gusti, e si chiese come sapesse il suo cognome. Lo aveva sentito? Cos'altro aveva sentito?
La bambina tornò a giocare tra la sabbia, scrollando le spalle, e Giulia tornò da lui, con uno sguardo non troppo contento.
-Come immaginavo, non puoi stare...- disse -Vado a fare una passeggiata con Nico!- urlò indietro mentre si allontanava, trascinandolo per un braccio.
Appena furono abbastanza lontani da non essere a portata d'orecchio, Giulia si rivolse a Nico.
-Io non posso essere una semidea. È impossibile! Tu... Percy... Il Campo Mezzosangue... Non esistono! Voi siete personaggi dei libri... Io... Non è possibile che tu sia qui davanti a me... Dev'essere uno scherzo...Lui battè un paio di volte le palpebre, fissando la ragazza da dietro le lunghe sopracciglia.
-Libri? Uno scherzo? Giulia, ti sembra che stia scherzando?-Nico, io in questo momemto credo che sia in una specie di coma e che stia parlando con un ombrellone nero che un'insolazione mi fa credere che sei tu. Non puoi esistere...- si giustificò lei.
-Giulia, lo so che è difficile da credere, ma è meglio così... Non so perchè, ma questi libri ti hanno aiutato. A proposito.... Cosa sono questi libri?
-Fai finta di salutarmi.
-Cosa?
-Salutami. Abbracciami. Fai finta che te ne stia andando, ti credono un mio compagno di scuola...Nico, capendo, finse che la ragazza le avesse appena detto che lei doveva andare, quindi si rigirò l'anello d'argento con il teschio al dito e sorrise debolmente.
-Anche il sorriso... Attenzione ragazzi... Nico Di Angelo che sorride...- borbottò lei invece sorpresa ridacchiando.
-Sta zitta...- Sibilò.- Ci stanno osservando...
Giulia stava di spalle all'ombrellone, quindi non poteva vedere cosa succedesse, ma "per rendere più reale la situazione" lo abbracciò di slancio.
-Giulia...
-Non fiatare e abbracciami. Ti prego.- Lo supplicò.Lui titubate strinse le sue braccia all'esile corpo della ragazza, e quelli furono i secondi più belli della vita di Giulia.
Le sue braccia erano possenti, e lei si sentiva al sicuro lì dentro. Era... Protetta.
-Allontanati un poco. Prendi la prima stradina che vedi sulla destra. Seguila. Porterà alla piazza. Ci vediamo lì tra cinque minuti, poi andiamo a casa mia. Dobbiamo parlare assolutamente. -Disse mentre si staccava dalla stretta e lo guardava negli occhi. Dopo qualche secondo abbozzò un sorriso imbarazzato e lo salutò, allontanandosi verso l'ombrellone.
Lì trovò sua sorella che con le mani formava un cuore che faceva battere muovendolo avanti e dietro, ma lei la ignorò, rivolgendosi al nonno.
-Devo andare a casa- disse -Mi sono scottata le spalle stamattina, per questo ho la felpa, e mi fanno male. Vado a farmi una doccia. Ci vediamo a casa, okay?
-Okay. Tanto la strada la sai...- acconsentì l'uomo.
-Sì sì.- Recuperò la sua borsa con i libri dentro e si allontanò. Appena sulle scale in pietra che portavano sulla strada, si girò solo per vedere Giorgia che si era girata di spalle e che muoveva le braccia intorno al corpo, mimando l'abbraccio che aveva dato poco prima. Le fece la linguaccua e attraversó la strada, ritrovandosi davanti la piazza, dove la aspettava Nico Di Angelo.
Per la strada non parlarono molto. Percorsero in silenzio tutto il dedalo di stradine che correvano per la città, sotto i pochi caldi raggi del Sole che vincevano contro le nuvole temporalesche e lei stava valutando l'idea di essere caduta nell'acqua fredda di faccia e che ora si trovava in uno stato post-traumatico, tipo, mentre lui stringeva la mano sull'elsa della spada che Giulia vedeva.
-Giulia, tu devi venire al Campo, che tu ci creda o meno...- disse una volta in camera della ragazza.
Lei aprì la sua borsa a tirò fuori il primo libro della prima saga, buttandolo sul letto, per poi seguire con il secondo, il terzo, il querto ed il quinto, mentre il Figlio di Ade la guardava stupita.
-Vedi?- disse a bassa voce Giulia -Questa è la realtà. Per quanto mi faccia male ammetterlo, questa è la semplice veritá. Non so come spiegare la tua presenza qui, ma la verità è questa. Tutto questo è solo un libro. Inchiostro su carta... Semplicemente questo...- Indicò la pila di libri con le lacrime agli occhi -Non so chi tu sia o cosa vuoi da me. Probabilmente sei solo un cosplayer appassionato come me. Mi dispiace, ma per quanto tutto questo possa sembrare reale, so, purtroppo che non potrà mai essere la realtà, questa. Mi spiace. Ci tengo al personaggio di Nico, e se anche, come dici te, lo sei, non posso crederci. Anche se è solo un personaggio dei libri, mi ha cambiato la vita. Devo chiederti di andartene. Mi... Mi dispiace... Non so neanche perchè mi è passato per la testa di farti venire qui a casa mia. Sono una stupida... Mio padre ha ragione... Leggo troppo...
-Giulia, ascolta...
-Sono i libri che vuoi? Prendili! Ma ora devi andare. Ti prego.
-Ma...
-VATTENE! -urlò forte con le lacrime che cadevano sul parquet.
Il ragazzo la guardò stupito.
-Ti prego...- sussurrò.
Allora il corvino prese i libri, tenendo gli occhi puntati sulla ragazza, e senza dire niente saltò fuori dalla finestra.
Lei, impotente, non potè fare altro che guardare la macchia nera che spariva nella giornata soleggiata, per poi buttarsi sul letto a piangere.
Poco più tardi, quando gli altri tornarono a casa e la trovarono in lacrime in un angolo della stanza, lei si giustificò dicendo che le avevano rubato i libri, ma che non era un problema dato che a casa a Manahattan aveva un'altra copia di ciascun volume...
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La Figlia Segreta Di Ade || DA REVISIONARE
FanfictionCosa succederebbe se una ragazza come noi, un giorno, scoprisse che tutto quello che abbiamo sempre letto, quella che abbiamo creduto per giorni, settimane, mesi, se non per anni fosse solo la fantasia di un uomo, si rivelasse reale? E se noi, con l...