Prologo

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I passi veloci e le scarpe che calpestano il cemento ricoperto di ramoscelli e foglie gialle cadute dagli alberi a causa del vento, emettono un rumore scricchiolante che suona quasi assordante in mezzo a quel silenzio tombale.

Niall non si guarda intorno. Va spedito verso il punto del cimitero che da sette anni è riservato alla sua famiglia.

Il piccolo mausoleo sembra chiuso ma Niall sa che non è così. Non ha bisogno di nessuna chiave. Gli basta solo spingere il portoncino nero ed entrare.

Lì dentro è tutto bianco. Marmo bianco che fa venire soltanto più freddo al corpo di Niall, lo sente fin dentro le ossa.

Ma l'uomo non si stringe maggiormente nel cappotto, sostanzialmente perché non gli importa.

È da un po' che non viene in questo posto. Da quando la sua vita è andata a rotoli per la seconda volta. Da quando tutto il suo tempo è stato dedicato solo ed esclusivamente alla persona più importante della sua intera esistenza.

Niall ignora volontariamente le due statue al lato della stanza e avanza di alcuni passi.

Sul muro, l'unico quadrato di marmo bianco del mausoleo fino ad allora, quello dietro al quale è stata riposta sua moglie per l'eterno riposo.

Niall non riesce a ricordare il giorno del suo funerale e forse è un bene. Era completamente andato, tanto da non riuscire nemmeno a fare il suo discorso. I membri della sua famiglia e quella di Kylie però non sembravano delusi. Speravano solo che Niall fosse forte abbastanza da prendersi cura della piccola bambina che avevano messo al mondo.

La mano dell'ex cantante accarezza il materiale freddo e i polpastrelli seguono il percorso delle lettere dorate che mostrano il nome della donna che non ha mai smesso di amare: Kylie Beatrice Oliver Horan.

Niall ha sempre sorriso al secondo nome di sua moglie.

Non riusciva veramente a crederci quando lo aveva scoperto e pensava piuttosto che la bellissima donna di cui si era invaghito già la prima sera che l'aveva vista, se lo stesse inventando.

In realtà Kylie era rimasta affascinata dalla Divina Commedia proprio perché si sentiva quasi tirata in causa. "Il suo nome era un segno", così diceva.

Niall chiude un attimo gli occhi e sospira. Si massaggia le palpebre con le dita. Probabilmente ha delle occhiaie profonde e scure. O meglio, è sicuro che le abbia, visto che continuano a ripeterglielo in molti. Ultimamente non dorme e non si guarda allo specchio.

Non potrebbe sopportare di incrociare i suoi occhi, spenti e pieni di paura.

Niall non ha mai parlato ad alta voce con Kylie da quando lei li ha lasciati. Gli suona stupido. Lei non può sentirlo, giusto?

Perché non c'è nessun Dio. E quindi nessun paradiso. E nessuna vita dopo la morte. Nessuno che veglia su di loro.

Niall pensa piuttosto che Lucifero sia riuscito a liberarsi dal ghiaccio del Cocito del nono cerchio dell'Inferno e che abbia distrutto ogni cosa che c'era di buono.

E adesso sta mangiando con la più spaventosa delle tre teste il corpo dell'uomo irlandese. Troppo lentamente. Niall ne sente i denti tra le gambe e gli artigli sulla schiena da mesi ormai. E adesso non resiste più.

Sente il sapore delle sue lacrime, quasi mischiate con quelle di Lucifero: amare, travolgenti, strazianti.

Si asciuga con forza il viso. È arrabbiato, come non lo è mai stato con Kylie.

«Perché?» sussurra.

Alza gli occhi blu e fissa la foto che fino a quel momento si è rifiutato di guardare. Kylie sta sorridendo. Quello scatto lo aveva immortalato proprio Niall.

L'hanno scelta perché non sembra che stia indossando soltanto una camicia di suo marito. L'hanno scelta perché il suo sorriso con le fossette è dolcissimo, perché i suoi occhi verdi sono pieni di luce propria e perché i capelli neri le ricadono intorno al viso in modo naturale e innocente, mentre si volta a guardare l'uomo che sta scattando.

«Perché, Kylie?» chiede a voce più alta. «Perché, cazzo?» urla alla fine. «Che diavolo stai facendo?»

La sua mano colpisce il marmo freddo e nello stesso istante un tuono rimbomba all'esterno.

«Tu non puoi portarmela via, lo capisci?»

Niall non sa quando ha iniziato a singhiozzare. O a prendere a pugni il marmo, sul punto in cui il giorno dopo il compleanno di sua figlia è messo lì in bella mostra, ad indicare l'inizio della fine.

«Che diavolo mi rimane se ti prendi anche nostra figlia? Niente! Hai detto che potevo vivere senza di te. E l'ho fatto! Ma non Rain. Se ti prendi lei, finirò per fare qualcosa di orribile e lo sai pure tu. Finirò nel settimo cerchio ad essere mangiato dalle Arpie. Tu non potrai fare niente. E io non avrò più la possibilità di vedervi.»

Un forte tuono lo riduce in silenzio. Un brivido freddo lo attraversa mentre pensa che deve tornare da Rain. Sua figlia ha paura dei temporali. Ma la bambina non si sarà accorta dell'inizio della pioggia. Così come non si è accorta del fatto che Niall è fuggito da quella stanza.

«Kylie!» Niall sente le nocche spaccarsi sotto ad un ulteriore pugno sul marmo. Se lasciasse del sangue su quella superficie immacolata sarebbe inappropriato.

«Dimmi che devo fare. Me lo avevi promesso! Che mi avresti aiutato quando ne avessi avuto bisogno. Non puoi essere così egoista! Rain deve stare qui con me.» chi è l'egoista a quel punto?

Un lampo oscura l'intero mausoleo per un secondo, per poi illuminarlo subito dopo.

Niall indietreggia senza neanche sapere perché. E poi inciampa, cadendo all'indietro, forse sui suoi stessi piedi.

È sempre stato goffo e in quel momento crede che si farà male. Non è proprio il momento.

Niall sente la statua a cui si è aggrappato barcollare, per poi cadere e schiantarsi contro il pavimento, creando una serie infinita di cocci, su cui anche lui crolla.

Niall è per terra adesso. Non riesce a capire se gli fa male qualcosa, forse ha battuto la testa.

Non sa quanto tempo passa, ma quando apre gli occhi si rende conto che la statua che ha distrutto è quella di Beatrice.

La seconda, quella di Dante, è ancora integra. E sembra guardarli dall'alto con aria dispiaciuta. O forse quello è un sorrisino? Niall sta impazzendo sicuramente.

Cerca di rialzarsi, ma è faticoso.

Sospira, guardando il soffitto troppo bianco. Chi davolo ha deciso di fare un mausoleo completamente di quel colore?

La sua mano afferra qualcosa sotto di sé: è un pezzo della statua. Gli occhi di Beatrice. Che sembrano esattamente uguali a quelli della sua Kylie.

Si rigira quel pezzo tra le mani e il suo respiro si ferma. «Oh.» ormai ha capito. «È questo che vuoi.»

Hold On ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora