20. La nostra storia

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Niall sta tornando a respirare. Respira dalle labbra di Vivian. E si nutre del sorriso di Rain e del calore dell'arcobaleno che c'è fuori.

Anche se sta ancora piovigginando piano, Niall non ha più paura. «Guarda, papà. Quell'arcobaleno è bellissimo!»

Niall non sposta nemmeno la testa da sua figlia. Non riesce. Rain ha il viso incollato al vetro della finestra della sua cameretta.

Entrambi gli Horan hanno sempre adorato il divanetto su quel davanzale. Rain adora quando suo padre le racconta le storie mentre lei guarda le stelle. O in quel caso per osservare l'arcobaleno dietro al sole del primo pomeriggio.

Niall sorride. «Non puoi stare lì a guardarlo all'infinito, amore. È ora del tuo pisolino.»

Anche se da quando è tornata a casa Rain cerca sempre di scamparsi quelle due orette pomeridiane, Niall la costringe comunque. Deve riposarsi, non deve stancarsi troppo. È passato troppo poco tempo.

«E la mia storia? Non me la racconti?»

Niall cerca di non gemere. «Rain, te la racconto stasera prima di dormire.» è solo che il cantante non ne può più di sentire sempre la stessa storia.

Da quando Rain si è svegliata dopo l'operazione del trapianto, non chiede altro, proprio per la scena che ha visto con i suoi stessi occhi.

Vivian si era alzata dal letto d'ospedale e aveva raggiunto Niall in fretta. La donna continuava a ripetere che anche stando in una camera diversa dalla sua, sarebbe potuta rimanere sotto osservazione dopo la donazione. Era pur sempre in ospedale!

Così avevano aspettato insieme il risveglio della bambina. E avevano parlato, parlato e parlato ai piedi del letto di Rain.

E oltre che parlato, avevano continuato a rubarsi baci dolci.

Gli occhi di Rain si erano aperti proprio nel momento in cui le labbra di Niall erano su quelle di Vivian e le loro mani a cercare la loro pelle del viso.

La prima cosa che Rain aveva fatto era stata emettere un urletto. Beh, evidentemente si sentiva già meglio.

Da quel momento in poi non aveva fatto altro che chiedere la storia di loro due, come e quando si erano fidanzati. Come se lei in quei giorni di sonno e malattia si fosse persa tutto il divertimento.

Quindi Rain non chiede più di sua madre e della storia passata di Niall. Rain vuole raccontato il presente, lo vuole confermato ogni giorno, forse perché ha paura che tutto svanisca, che sia solo frutto della sua immaginazione.

«Ma stasera tocca a Vivian!» si lagna la bambina, mentre si lascia prendere in braccio da suo padre e sistemare sotto le coperte del suo lettino.

Giusto, la sera tocca raccontarlo, ancora, a Vivian. Beh, almeno la donna ha più fantasia di Niall e in un semplice bacio in ospedale e nell'avvicinamento graduale che in realtà è avvenuto, aggiunge il tocco magico. Fate che hanno incantato Niall, streghette che creano pozioni d'amore, e baci del vero amore.

Rain adora tutto ciò che esce dalle labbra di Vivian in quel periodo, tanto quanto adora vederli baciare.

«E se ti cantassi una canzone?»

Rain sembra rifletterci per un secondo. «Va bene!» dice alla fine e Niall sta quasi per tirare un sospiro di sollievo.

Con una delle sue canzoni preferite, Niall riesce a far dormire sua figlia nel giro di pochissimi minuti. Anche perché Rain non è ancora guarita del tutto e ha bisogno di quel riposo necessariamente.

Il midollo compatibile di Vivian ha funzionato. La bambina aveva reagito a quella cura praticamente all'istante. Dopo tutti quei tentativi e quelle terapie, Niall era quasi sconvolto dal fatto che... fosse stato davvero così facile.

Hold On ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora