Dall'impresa per liberare Era, Jason aveva capito che i suoi sentimenti per Piper andavano oltre la semplice amicizia. Ogni volta che vedeva la figlia di Afrodite, il suo cervello smetteva di funzionare decentemente e, appena lei gli sorrideva e lo salutava, anche solo con la mano, poteva sentire quel biiiiiip che fa il cardiogramma degli ospedali quando il cuore cessa di battere. Piper riusciva inconsapevolmente a mandarlo nel pallone solo facendo un semplice movimento, tipo scostando una ciocca di capelli dietro le orecchie. Era così bella... e non si sforzava neppure di esserlo! Forse era per questo che aveva attirato la sua attenzione. Non era come Drew Tanaka o come Chione, che ci avevano palesemente provato con lui, no... Piper gli sorrideva con naturalezza e, una cosa che Jason adorava, faceva di tutto per non apparire perfetta: si tagliava i capelli da sola e li lasciava asimmetrici apposta, non indossava abiti di alta moda e non si truccava.
Ma il figlio di Giove non riusciva a non guardarla lo stesso. Era innamorato cotto, non c'era nulla da dire.
Piper gli piaceva anche per il suo carattere. Nonostante le mille insicurezze che aveva dimostrato di avere, era una ragazza coraggiosa e gentile. Gli piaceva stare in sua compagnia, com'era successo abbastanza spesso in quei mesi. E poi, il fatto che Piper avesse creduto di essersi messa con lui per colpa della Foschia lo faceva sentire strano: non gli dispiaceva, anzi, al solo pensiero era al settimo cielo. Si era ritrovato a sperare di non avere una ragazza, al campo dove aveva vissuto, e poi si era sentito subito in colpa verso quell'ipotetica ragazza. Però, col passare dei giorni, era sempre più convinto di non avercela mai avuta, una fidanzata. Anche se si ricordava di una certa Reyna.
Erano passati pochi mesi dall'arrivo di Jason, Piper e Leo al Campo Mezzosangue ed era una bella serata di aprile. Jason era appena uscito dalla foresta dopo la partita di Caccia alla Bandiera (che aveva vinto insieme alla sua squadra e alla strategia di Annabeth) e stava tornando nella Casa 1 per cambiarsi, quando Leo lo fermò. Era ricoperto di foglie e fango per la partita appena conclusa, ma aveva il suo solito sorriso.
-Amico, domani mattina mi servirebbe una mano con la Argo II. -disse il figlio di Efesto. -Ti va?
Jason annuì: -Conta su di me. -gli rispose.
Beh, era anche una possibilità per stare un po' con il suo amico. Da quando aveva iniziato a lavorare alla Argo II, Leo non si vedeva praticamente mai. Era sempre al Bunker 9 con i suoi fratelli.
-D'accordo. A domani, allora! -Leo gli diede una pacca sulla spalla e si diresse verso la Casa di Efesto.
-E vedi di dormire! Serve anche a te! -gli urlò Jason. L'amico gli fece segno di non preoccuparsi.
Il figlio di Giove alzò gli occhi al cielo, divertito, poi arrivò alla sua Casa. Si lavò nel piccolo bagno e si infilò sotto le coperte, addormentandosi all'istante.Fu svegliato da qualcuno che bussava.
Guardò fuori dalla finestra: il cielo era puntellato di stelle, quindi non poteva essere Leo che lo chiamava per chiedergli una mano. Ma allora chi poteva essere? C'era il coprifuoco e, se ti beccavano, le arpie non erano molto amichevoli...
Quel qualcuno bussò di nuovo, così Jason si alzò e, sbadigliando, andò ad aprire la porta. Il suo cuore si fermò.
-Piper? -chiese stupefatto.
-Ehm... ciao. -balbettò la ragazza tormentandosi le mani imbarazzata. -Posso... Posso entrare?
Jason si scostò e, quando fu entrata, chiuse la porta.
-Cosa ci fai q... -prima che potesse concludere la domanda, fece l'errore di guardare Piper alla luce della luna che filtrava dalla finestra: indossava dei pantaloncini corti (anche troppo, visto che la sua fantasia iniziò a galoppare lontana da pensieri "puliti") e bianchi, un top del medesimo colore che le lasciava scoperto l'ombelico e una felpa grigia a cui non aveva chiuso la zip, i capelli le ricadevano morbidi sulle spalle con una piccola treccia sul lato sinistro ed era a piedi nudi. Doveva essere uscita dalla Casa di Afrodite in fretta, ma così, alla luce della luna, era talmente bella che sembrava una visione.
-Ho avuto un incubo. -spiegò Piper guardandosi i piedi, imbarazzata. Probabilmente si vergognava di essere piombata lì a quell'ora di notte per una cosa così semplice. -Scusami, non volevo disturbarti, ma avevo bisogno di...
Jason scosse la testa: -Non c'è problema. -le sorrise.
Anche la figlia di Afrodite sorrise, un po' titubante, ma sollevata per la risposta, e lui cominciò a non capirci più nulla. Cavoli, quanto era bella... ma da quando lo era diventata? Lo era sempre stata?
-Io ecco... volevo chiederti se posso rimanere con te, stanotte... -disse Piper riabbassando lo sguardo, a disagio.
Il figlio di Giove fece subito sì con la testa, guardando il corpo snello della ragazza. Iniziò a sudare, pregando che nessuno avesse visto Piper uscire dalla Casa di Afrodite per andare da lui. C'era una regola, al Campo Mezzosangue, che vietava che un ragazzo e una ragazza che non erano fratelli stessero da soli nella stessa Casa (Maledette regole!), però Jason aveva la certezza che il suo cervello fosse andato in tilt, quindi era come se quella regola non esistesse più.
Che diamine gli stava succedendo? Piper era la sua migliore amica. Non doveva farsi pensieri del genere su di lei! E poi, aveva la netta sensazione che lui fosse uno che le seguiva, le regole.
Ma la ragazza che aveva davanti era una dea scesa in terra. Perfino più bella di Afrodite in persona.
Jason era così imbambolato a guardarla (si era tolta la felpa e le braccia nude facevano risaltare di più il colore del top), che lei fu costretta a schioccargli le dita davanti al naso.
-Va tutto bene? -gli chiese, aggrottando le sopracciglia in un modo che il figlio di Giove trovò adorabile.
-Ah... ehm... sì. Bene. Benissimo. -balbettò lui notando quanto Piper fosse vicina.
La vide mordicchiarsi il labbro inferiore, spostando lo sguardo sulle sue, di labbra. Mancava così poco per...
-Allora, ehm... -tentò Jason guardandosi attorno. Si schiarì la voce: -Fa' come se fossi nella Casa 10. Se ti serve qualcosa...
-Baciami. -disse Piper. Lui tornò a fissarla così velocemente che temette di farsi male al collo. Spalancò gli occhi.
-Co... cosa?
-Stai zitto e baciami. -prima che Jason potesse dire altro, Piper lo prese per il colletto della maglietta e lo baciò sulle labbra.
Sebbene fosse sorpreso, il figlio di Giove chiuse gli occhi, per poi prenderle il viso tra le mani come se lo avesse già fatto un milione di volte. Invece era il suo primo bacio... e fu bellissimo.
Piper aveva le labbra morbide e che sapevano di vaniglia: forse si era messa il burro di cacao prima di andare a dormire? E il suo profumo? Cavoli, gli faceva girare la testa!
Si scostò e la guardò negli occhi caleidoscopici, che avevano cambiato colore. Si sorrisero e lui le sfiorò la bocca aperta con il pollice, poi unì di nuovo le loro labbra.
Sentì Piper mettergli una mano nei capelli e iniziare a giocarci, così la prese per i fianchi e l'avvicinò a sé. Erano petto contro petto.
La figlia di Afrodite ricambiò il bacio pieno di passione, facendo scivolare la mano sul petto del ragazzo, che sentì i brividi lungo la schiena. L'avvicinò di più a sé e sentì una sensazione di piacere nel basso ventre.
Piper s'irrigidì quando lui iniziò a baciarle il collo e la spalla, smettendo solo per levarsi la maglia bianca che usava come pigiama.
-Jason. -Lo chiamò. Lui la guardò. -Vuol dire che siamo...
-Puoi considerarti la mia ragazza, se vuoi.
Tornò a baciarla, alzandola da terra. Lei emise un gridolino di sorpresa e si aggrappò al suo collo, ridacchiando. La lasciò sul letto e le si sdraiò accanto.
Piper sfiorò quel ben degli dei che il ragazzo aveva come addominali. Frutto degli allenamenti da semidio che sicuramente aveva avuto nell'altro campo fin da quando era piccolo, se era riuscito ad arrivarci subito dopo che sua madre l'aveva lasciato alla Casa del Lupo.
-Non finirai nei guai? -chiese Jason avvicinandola a sé per i fianchi.
Lei scosse la testa: -Non m'importa. -disse girandosi a pancia in giù e tenendosi sollevata sui gomiti. La treccia che aveva al lato del viso le ricadde sul naso.
-Ne è valsa la pena. -fece un sorriso, mentre disegnava dei cerchi immaginari sul petto del ragazzo.
-Piccola pervertita. -la prese in giro lui e la figlia di Afrodite gli fece la linguaccia.
Il figlio di Giove unì le loro labbra per l'ennesima volta mettendosi sopra di lei.
-E adesso chi è il pervertito tra noi? -rise Piper toccandogli la punta del naso con l'indice.
-Zitta. -Jason sorrise e la baciò, cosa che la zittì a dovere.
Si rimise sul materasso e lei si accoccolò al suo petto. Rimasero in silenzio per un attimo.
-Quindi posso dormire qui stanotte? -chiese la ragazza sottovoce.
-Mh, d'accordo. Ma solo per stanotte. -il figlio di Giove si mise a giocare con i capelli della figlia di Afrodite, morbidi al tatto, finché non si addormentò.-JASON! -urlò qualcuno bussando alla porta. -Muoviti!
Jason cadde dal materasso, picchiando il sedere per terra. Si trattenne dall'urlare.
Ma chi era quello che si permetteva di buttarlo giù dal letto così?
Quando sentì qualcuno mugugnare nel sonno, si mise seduto e vide Piper rannicchiata su un lato del letto.
Sorrise: allora quella notte Piper era andata da lui per davvero.
-Jason Jupiter Grace! Farò tardi al Bunker 9!
La realtà colpì Jason come una secchiellata di acqua gelida.
Leo stava bussando insistentemente alla porta, probabilmente era in ritardo per la colazione e di conseguenza anche con l'appuntamento che aveva con l'amico per aiutarlo con l'Argo II.
-Se non apri entro due secondi, sfondo la porta!
Ignorando il dolore al sedere, il figlio di Giove saltò in piedi, prese la sua maglietta da terra e, correndo e infilandosi la maglietta in contemporanea, uscì richiudendosi la porta alle spalle prima che il figlio di Efesto potesse vedere Piper nella Casa 1. Conoscendolo, avrebbe iniziato a fare battutine sconce.
-Alla buon'ora! -esclamò Leo, fissandolo con le mani sui fianchi.
-Leo aspettami al Bunker 9, ok? Ti raggiungo lì. -Jason fece un sorrisino che doveva sembrare convincente.
-O...k. -l'amico lo squadrò. -Mi stai nascondendo qualcosa?
-Chi? Io?
-No.
-Ah bene.
Leo si diede una pacca in fronte: -Ma ti pare?! Indossi la maglietta al contrario, sei uscito dalla Casa 1 di corsa e ti sei richiuso la porta alle spalle come per nascondere un crimine. L'unica cosa che posso pensare è che tu e Miss Mondo vi siate messi insieme.
Jason sbiancò: -Come hai detto?
-Non prendermi per scemo, Jason Jupiter Grace. Non avevo sonno e dalla finestra ho visto Piper uscire dalla 10 stanotte. -il figlio di Efesto assunse un'espressione furba. -Spero che abbiate fatto i bravi.
Il figlio di Giove arrossì di botto.
-A dopo, Jason! -Leo lo salutò con la mano e se ne andò.
Quando l'amico si fu allontanato, il biondo rientrò nella Casa 1 e vide Piper che lo osservava dal letto.
-Jason Jupiter Grace? -chiese alzando un sopracciglio divertita.
Lui scosse la testa come a dire "lascia perdere, lo sai che Leo è un caso complicato".
-Posso chiamarti Jup? -Piper lo raggiunse, con le mani dietro la schiena.
-No!
-Ok... Jup. -la figlia di Afrodite lo baciò, poi prese la sua felpa e uscì dalla Casa 1 saltellando.
Jason sospirò, afflitto. Quando la sua ragazza si metteva in testa qualcosa era impossibile farle cambiare idea.
Già. La sua ragazza.
Mise su un sorrisino ebete, poi prese i suoi vestiti e si cambiò, pronto per una nuova giornata.*angolo meh*
Prima di tutto grazie a Maryfrulla per la fan art della Jasper che ho messo come copertina di questa one shot.
L'ho ambientata durante la costruzione della Argo II e quindi prima che Annabeth ritrovasse Percy al Campo Giove. Purtroppo per me, zio Rick non ha mai detto come Jason e Piper si siano messi assieme ufficialmente, quindi.... Mi sono arrangiata 🤣❤️
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One Shots... Mezzosangue
FanfictionIn revisione "Look, I didn't want to be a Halfblood..." Ecco alcune one shots sui personaggi delle saghe di Rick Riordan! Per quelle riferite a Percy Jackson: alcune sono state scritte prima dell'uscita delle Sfide di Apollo. ~24/06/2018: 10k e 1^ c...