Sara

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Mi chiamo Sara, ho 19 anni e un autostima incredibilmente bassa. La mia passione è sempre stata la musica, fin da bambina mia madre mi prendeva tra le braccia e cantava canzoni che riuscivano ad ammagliarmi, esattamente come le sirene. Quando è morta il mio piccolo mondo perfetto mi è crollato addosso. Ho cominciato a fare uso di droghe, a bere fino a vomitare anche l'anima e, ovviamente, sono diventata autolesionista. Tutti pensano che io sia una tipa "tosta" perchè mi comporto come tale, anche se nessuno sà come sono in realtá. Giro coi fighi della scuola ma non ho mai avuto un ragazzo. Motivo? Semplice, sono orrenda.

Ho due semplici occhi marroni, sono bassa, incredibilmente bassa, ho i capelli marroni (avrei, preciso, perchè ora li ho tinti di rosso) e sono maledettamente grassa. Quando mia mamma era ancora viva era la mia roccia, io ero vittima di bullismo a scuola e lei c'era sempre per me, giorno e notte.  E ora eccomi qui, una ragazza distrutta, dentro e fuori, i lividi e i tagli nascosti sono frasi che scrivono la mia storia. Sono un guscio vuoto, quella ragazza che nessuno vuole. Ma non mi importa, sembro cattiva, nessuno se la prende con le persone cattive.

:-  i Dear Jack sono banali e scadenti- Dico e poi guardo una ragazza seduta sulle gradinate davanti alla mia scuola che sclera, urlando che Alessio, il cantante della band, è bellissimo. Ma a me non importa nulla di lei, l'ho zittita subito. Ha le lacrime agli occhi ma sinceramente non mi fa pena :- Trovati un altra band-

:- Mi chi cazzo ti ha chiesto qualcosa?- Scoppio a ridere e la guardo :- É il mio buon gusto che mi parla e, fidati, quei...Dear Jack non durano- Sorrido e me ne vado. Si, sono sembrata una vera dura, per poco quella ragazza non si era messa a piangere.

Mi piacciono i Dear Jack, certo non sono pazza di loro, ma mi piacciono abbastanza. Canticchio una loro canzone sotto voce per non farmi sentire e vado lontano da scuola, dalla parte opposta. Ho preso il vizio di saltarla, non serve a niente tanto. Vado nel centro di Milano e mi fermo davanti una vetrina.

Quegli abiti, vorrei indossarne uno ma non starei bene, sono troppo grassa, troppo brutta. Per poco non piango davanti al negozio. Decido di entrare e vado nella cabina per provare una canottiera davvero molto carina. Esco per guardarmi allo specchio e, Dio, faccio propio schifo. E quei tagli, tutti i lividi. Sembro uscita da una battaglia. Qualcuno dietro di me mi guarda, vedo i suoi occhi dallo specchio. Mi giro :- Cosa cazzo guardi?- Non vedo bene il ragazzo, è coperto da un cappello :- Guardavo me stesso allo specchio, bambina- Sento il suo sguardo sulle braccia :- Non farlo, non ha senso-  Sbuffo :- E tu hai senso?- Il ragazzo alzó le spalle :- Nessuna ragazza dovrebbe avere quelle cose,comunque arrivederci, bambina- mi saluta e vedo un tatuaggio sul polso, un teschio. L'ho già visto da qualche altra parte ma non ricordo dove.

Alessio BernabeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora