La vita di Harry Styles è sempre stata un susseguirsi di vittorie e successi e lui ne sarebbe anche felice se soltanto suo padre non l'avesse programmata interamente fin dal principio: tuttavia, una notte di luglio, un incidente la mette all'improvv...
Non permetto la stampa delle mie storie sotto forma di libro su siti che lucrano sul mio lavoro né per uso personale né per rivenderle, altrimenti procederò per vie legali visto che hanno il copyright. Inoltre, vi prego di non lasciare commenti che fanno cenno alla sessualità dei protagonisti in modo maleducato; commenti con bestemmie, troppe parolacce e insulti; commenti che fanno riferimento a cospirazioni o ad altre fan-fiction perché non è rispettoso nei confronti dell'autore, dei lettori, della storia e dei suoi personaggi. Altrimenti, sarò costretta a bloccarvi o a togliere la storia da questa piattaforma. Mi dispiace scrivere questo avviso all'inizio di ogni capitolo, ma sono arrivata al limite. Grazie e buona lettura 🌹
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Louis aveva imparato presto che la solitudine fosse una spirale.
Lo avvolgeva lentamente, senza che potesse accorgersene inizialmente, e lo portava a sviluppare una serie concatenata di comportamenti e pensieri negativi che avevano lo scopo di scansare gli altri solo per evitare di essere rifiutato ancora. Così evitava di fare la prima mossa e si precludeva tante, forse troppe, opportunità. Così rifiutava uscite, appuntamenti e cene. Così finiva per ritrovarsi sul divano del suo appartamento il venerdì sera con una birra in mano e lo sguardo annoiato rivolto allo schermo del televisore. Così si pentiva di tutte le opportunità che non aveva colto, di tutte le occasioni che aveva perso.
Stava pensando di adottare un pesce rosso, così da farsi compagnia a vicenda in quelle noiose e fredde sere di novembre, quando il suo cellulare cominciò a squillare all'improvviso.
«Pronto?»
«Louis?» domandò a sua volta una flebile voce femminile. «Louis Tomlinson?»
«Sì, sono io. Chi parla?»
«Sono Anne, la madre di Harry.»
«Oh, ehm, ciao Anne.»
«Ho chiesto il tuo numero alla Saint James e mi dispiace disturbarti a quest'ora, ma mi chiedevo se potessi aiutarmi.» Louis si accigliò e si sistemò meglio sul divano. «Harry è con te?»
«No, Anne. Non lo vedo e non lo sento dalla settimana scorsa, perché? È successo qualcosa?»
La donna rilasciò un pesante sospiro. «A pomeriggioabbiamo discusso e lui si è rinchiuso in camera sua subito dopo. Poi, quando sono salita a chiamarlo per la cena, non l'ho più trovato.» spiegò. «Normalmente avrei chiamato Gemma, ma è con le sue amiche ed è la prima uscita che si concede da quando Harry è tornato a casa e...»
«...Anne, non preoccuparti.» la interruppe con dolcezza. «Dove può essere andato?»
«Non ne ho idea. Non credo che sia tornato a Londra perché è uscito con la moto, magari è a Manchester.»
«Magari è con qualche amico e non c'è nulla di cui preoccuparsi.»
«Non ha amici in città oltre te, tesoro. Ho provato a chiamarlo mille volte, ma mi ha sempre ignorata...e se gli fosse accaduto qualcosa?»
