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La notte fu lunga. Per Alice sembrò più lunga di come se la ricordava. Aveva dormito poco e quando finalmente si era addormentata qualcuno le scossò la spalla.
Aprì gli occhi per vedere che Newt la stava fissando. E che c'è ora?, pensò.
<<Alzati forza.>>
<<Sì, buongiorno anche a te. Che ore sono?>>
<<Le sei, Fagiolina>> disse Newt con un sorrisino. <<Se vuoi farti una doccia devi andare ora, prima che vadano quei testapuzzoni degli altri pive. Ti metto Minho alla porta così nessuno può entrare. Qui non ci sono bagni per ragazze, capisci no?>>
Ma che notiziona. <<Ma non potevi venirmi a chiamare più tardi? Cioè alle sei, che siete, una massa di contadini?>>
<<Eh... già.>> disse Newt fissandola, poi si fece serio. <<Abbiamo un'altro problema.>>
Cosa?, pensò Alice. Abbiamo scoperto che qualche Dolente si è travestito da ragazzino? Era stanca.
<<Ho parlato con gli Intendenti. Nessuno ti vuole nel loro gruppo. Dicono che non vogliono problemi. Che loro fanno lavori duri, non da femminucce.>>
<<E allora, se non hai un cacchio di lavoro per me, perché mi hai svegliata così presto?>> Sì fermò. Intendenti che non la volevano, quindi neanche Minho come Velocista. C'era da aspettarselo da uno come lui.
<<Stammi a sentire. Alby ha deciso che per il momento darai una mano qua e là a chi serve. Poi all'Adunanza farà un nome e ti assegneranno come apprendista a uno degli Intendenti, che gli piaccia o no. Alby non vuole altri problemi.>>
<<Okay.>> fece una pausa poi decise di provarci. <<Dimmi qualcos'altro dei Velocisti.>>
Newt la guardò confuso.
<<Per favore Newt. Sono curiosa.>>
<<Te l'ho detto. Sono il meglio del meglio, quei ragazzi. Devono esserlo. Tutto dipende da loro.>>
<<E perché tu non lo sei?>> chiese Alice.
Newt la guardò con tristezza. <<Lo ero, finché un po' di mesi fa non mi ferii alla gamba. Non è più stata la stessa dopo, cacchio.>> Abbassò la mano e si strofinò la caviglia destra con aria assente e il viso attraversato da un lampo di dolore. La sua espressione fece pensare ad Alice che si trattasse più del ricordo che non di un dolore fisico.
<<Com'è successo?>> domandò Alice, preoccupata per lui.
<<Scappando dai fottuti Dolenti, e come se no? Quasi quasi mi prendevano.>> Fece una pausa. <<Mi vengono ancora i brividi se penso che avrei potuto beccarmi la Mutazione.>>
Alice sapeva che non era un buon momento per fare domande sulla Mutazione, così si tirò in piedi e Newt la accompagnò alle docce.
Andarono a finire dietro al Casolare. I bagni si trovavano tra l'edificio sbilenco e il muro di pietra.
Minho era davanti alla porta e aveva una faccia stanca e infastidita. <<Perché devo fare da guardia a questa pive? Se la sa cavare benissimo da sola.>>
Newt lo azzittì. <<Non mi interessa cosa pensi o non pensi. Nessuno deve entrare e Alby si fida di te.>>
<<Magari perché tutti lo temono.>> interruppe Alice rivolgendo un sorriso sarcastico al Velocista.
<<Io vado da Frypan, non vi ammazzate nel frattempo.>> disse Newt, squadrando gli altri due.

I bagni erano ridotti a un'altra baracca mezza diroccata come il Casolare. Alice entrò e si chiuse dietro la porta. Appena dopo l'ingresso, a sinistra e a destra della porta, c'erano due lavandini, coronati entrambi da due specchi sporchi e rovinati. Il pavimento era formato da un agregato di mattonelle di pietra - come quelle del cortile - disposte alla meno peggio. Sulla parete in fondo, dalla parte opposta dell'ingresso, c'erano cinque docce. Ognuna era separata dall'altra da una lastra di compensato ricoperto da mattonelle di varie dimensioni e colori. I rubinetti sembravano vecchi di quarant'anni e da ognuno gocciava acqua. Una delle docce era stata chiusa con delle corde tenute da parte a parte, attaccate alle estremità ai copensati con dei chiodi arrugginiti. Su una delle corde era attaccato un foglio con scritto "qualche fottuto pive ha rotto il rubinetto". La calligrafia era quasi illegibile.
Alice entrò in una delle docce e aprì il rubinetto.
Era tiepida. Rimase a farsi abbracciare dall'acqua che, piano piano, le faceva scivolare via tutti i pensieri.
Dopo una ventina di minuti qualcuno la chiamò.
Era Minho.
<<Pive, sei viva?>>
Alice non aveva voglia di ribattere a tono. Era stanca così si limitò a dire <<Sì.>>
Poco dopo uscì dai bagni con un accappatoio bianco. I capelli bagnati e in mano i vestiti che portava prima.
Minho la stava fissando con un'espressione indecifrabile.
<<Che c'è?>> fece Alice.
<<Niente niente. Sbrigati che ho da fare.>> ruggì Minho.
<<Avete un phon qui nella Radura?>> Phon. Ancora una volta fu sbalordita dalle condizioni della sua memoria.
Minho rise. <<Ovvio che no. Vedi delle prese in giro, dove attaccare il phon? Ti asgiughi al sole.>>
Ma che saputo che è, pensò Alice. Testa di caspio.
Senza dire niente se ne tornò alla sua camera al Casolare.

Si cominciavano a sentire le voci dei Radurai che si erano alzati, così Alice decise di uscire e di andare a mangiare qualche cosa da Frypan.
Il cuoco era in preda a servire la colazione ad un esercito di Radurai, che sembravano morire di fame.
Alice si unì a Chuck, sedendosi a un tavolino da picnic appena fuori dalla cucina. Poco dopo si unirono anche Newt e Thomas.
<<Com'è andata con Minho?>> chiese scherzando Newt.
<<Lo detesto.>> rispose con un ghigno Alice.
D'un tratto, un grosso gruppo di Radurai si alzò e prese a correre verso la Porta Occidentale, parlando di qualcosa con fare eccitato.
Almeno Alice non era più l'argomento principale nella Radura. Nessuno faceva quasi più caso a lei. Si sentiva sollevata.
<<Che sta succedendo?>> chiese Thomas con tono noncurante.
Newt si strinse nelle spalle e infilò la forchetta nelle uova.
<<Vanno a vedere Minho e Alby che escono... vanno a guardare il fottuto Dolente morto.>>
<<Ehi>> disse Chuck. Quando parlò gli volò un pezzettino di pancetta fuori dalla bocca. <<Avrei una domanda a riguardo.>>
<<Sì, Chuckie?>> domandò Newt, con un tono che in qualche modo trasudava sarcasmo. <<E quale sarebbe la tua cacchio di domanda?>>
Chuck parve riflettere profondamente. <<Be', hanno trovato un Dolente morto, giusto?>>
<<Già>> ribattè Newt. <<Grazie per la notizia.>>
Chuck sbattè la forchetta contro il tavolo per alcuni secondi, con aria assente. <<Be', allora chi ha ucciso quello stupido coso?>>
Ottima idea, pensò Alice. Attese che Newt rispondesse, ma non disse nulla. Era ovvio che non ne aveva la più pallida idea.

Alice in The Maze - Il LabirintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora