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<<In qualche modo devo superare quella barriera!>> disse Thomas a Minho, facendo un cenno verso l'orda di Dolenti che rotolavano tra loro e la Scarpata. Alla luce sbiadita e grigia di quei giorni, sembravano anche più minacciosi di prima.
Newt e Minho si persero in uno sguardo, nessuno rispondeva. L'attesa della battaglia era quasi peggio della paura della battaglia stessa.
<<Stanno arrivando!>> urlò Alice. <<Dobbiamo fare qualcosa!>>
<<Guidali tu>> disse infine Newt a Minho, la voce ridotta a poco più di un sussurro. <<Crea un cacchio di sentiero per Tommy e Aly. Fallo.>>
Minho annuì una volta, il volto indurito da uno sguardo di ferrea risoluzione. Poi si voltò verso i Radurai. <<Andiamo dritti alla Scarpata! Lottiamo contro quelli al centro, spingiamo quei cosi del caspio verso i muri. La cosa più importante è che Thomas e Alice arrivino alla Tana dei Dolenti!>>
Ormai i mostri erano a pochi metri di distanza. Alice vide Thomas stringere con convinzione la sua patetica imitazione di una lancia. Le venne quasi da ridere, aveva un'aria buffa. Tutto era buffo in quel momento. Ragazzi minorenni che stavano per combattere contro creature assassine costruite da alcuni scienziati pazzi, gli stessi che avevano cresciuto quegli adolescenti. Poi si svegliò dai suoi pensieri. Quei "cosi", come li aveva definiti Minho, non solo erano grossi e orrendi, ma uccidevano le persone. Un brivido di paura le percorse la schiena.
Dobbiamo rimanere vicini, disse a Thomas. Lascia che siano loro a combattere... Non fare l'eroe del caspio come sempre. Noi dobbiamo entrare nella Tana.
Lo so, rispose lui. Restiamo uniti.
<<Pronti!>> gridò Minho accanto a Thomas, sollevando la mazza avvolta nel filo spinato in una mano e un lungo coltello argento nell'altra. Puntò il coltello verso l'orda dei Dolenti. Alice non poté evitare di pensare che il ragazzo aveva assunto un'aria del tutto nuova. Da vero leader. Le piaceva. Ancora non sapeva spiegarselo ma aveva qualcosa di attraente. Cacchio, Alice, si disse, no, non ora.
La lama di Minho lucciccò. <<Ora!>>
L'Intendente si scagliò in avanti senza attendere le reazioni altrui. Newt lo seguì al volo e poi fu il turno degli altri Radurai, un esercito compatto di ragazzi ruggenti alla carica, che si tuffarsi a capofitto in una battaglia sanguinosa, con le armi in pugno. Thomas prese la mano a Alice, lasciando passare tutti. La ragazza sentì gli spintoni, sentì l'odore del sudore, percepì il loro terrore. Si sentiva quasi una codarda, una traditrice a lasciare andare loro, facendogli rischiare la vita per lei, che non avrebbe mosso un dito per combattere i Dolenti. Ma aveva il compito di inserire il codice. Prima lo faceva, prima quelle creature si sarebbero fermate, si disse.
Proprio mentre salivano in aria i primi rumori dello scontro tra ragazzi e Dolenti, Chuck superò Thomas correndo. Il ragazzo più grande tese svelto un braccio e lo bloccò.
Chuck inciampò e poi sollevò lo sguardo verso Thomas, con gli occhi tanto pieni di paura da spezzare il cuore ad Alice.
<<Chuck, tu resti con me e Alice.>> Lo disse in tono veemente, autoritario, senza lasciare spazio al dubbio.
Chuck indugiò un attimo e Alice capì che al ragazzino piaceva l'idea, anche se si vergognava ad ammetterlo.
<<Okay, allora>> disse Thomas. <<Prendi Alice per l'altra mano. Andiamo.>>
Chuck seguì l'ordine, mettendocela tutta per mostrarsi il più coraggioso possibile.
Alice intanto cercava di tenere sotto controllo Newt, di vedere come era la situazione.
Hanno creato un'apertura!, urlò a Thomas, mentre cercava di indicare davanti a loro, un piccolo varco che si era creato al centro del corridoio. I Radurai stavano lottando selvaggiamente per spingere i Dolenti verso le pareti.
<<Ora!>> gridò Thomas.
Il ragazzo schizzò in avanti così velocemente e all'improvviso che Alice per un momento perse la stabilità. Quando riuscì a recuperarla stavano già correndo tutti e tre, per lanciarsi in mezzo all'apertura.
La guerra infuriava intorno a loro. I Radurai stavano combattendo, spinti dalle ondate di adrenalina causate dal panico. I suoni che eccheggiavano dalle pareti erano una cacofonia di terrore: grida umane, stridore metallico, rombo di motori, le urla spaventose dei Dolenti, le seghe che giravano all'impazzata, gli artigli che schioccavano, i ragazzi che chiamavano aiuto.
Mentre correvano, Alice continuava a ripetersi le parole del codice.
Poi, tutto ad un tratto, sentì un dolore. Una fitta che gli provocò un mal di testa. Sentì mancarsi per un'attimo, ma l'adrenalina e la paura le dicevano solo di correre e arrivare alla Tana. Si guardò il braccio e vide un taglio netto e profondo, da cui usciva sangue scuro.
Qualcosa mi ha appena ferito il braccio!, gridò, senza avere risposta da Thomas. Sicuramente anche lui era stato ferito.
Ed ecco la Scarpata, che si apriva sul cielo grigio scuro, a circa sei metri di distanza. Alice continuò a correre, trascinata da Thomas.
La battaglia imperversava da entrambi i lati; Alice cercò di combattere la sua parte di mente che le urlava di aiutare gli altri. Un Dolente comparve roteando proprio sul loro cammino; un ragazzo, il cui voltò era impossibile da vedere, era stretto tra le tenaglie e stava pugnalando la creatura nella pelle spessa, simile a quella di una balena, nel tentativo di sfuggirle. Mentre li superavano Alice udì un grido acuto, un gemito lancinante che poteva solo significare che il Raduraio aveva perso la battaglia e che stava morendo di una morte orribile.
Alice vide Thomas voltarsi indietro e esitare un attimo. <<Continua a correre e basta!>> urlò.
La ragazza udiva continuamente una voce lontana che continuava a gridare le stesse parole, qualcosa che la riguardava. Qualcosa relativamente al fatto di proteggere la corsa sua e di Thomas. Era Minho, le cui urla ormai trasudavano stanchezza e disperazione.
Sentì tirarsi verso destra. Era Chuck. C'era mancato poco che un Dolente non lo avesse preso. I suoi occhi brillavano, riempiti di lacrime e paura.
Uno ha quasi preso Chuck!, strillò a Thomas.
Non lo lasciare, mai!, rispose lui. Un'eco dentro la mente della ragazza. Teneva davvero a Chuck, come un fratello maggiore. Come Newt, suo fratello, si preoccupava di lei. Sperava che stesse bene, che ce la facesse. Il solo pensiero di non vederlo salvo con lei, la terrorizzava. Senza lui non ce l'avrebbe fatta.
Continuarono a correre finché non raggiunsero la Scarpata. Thomas sbandò fino a frenare prorpio sull'orlo. Alice e Chuck andarono a sbattergli contro, finendo quasi per precipitare tutti e tre nell'abisso senza fine. In una frazione di secondo, Alice esaminò il panorama della Tana dei Dolenti. Apparentemente appesi in mezzo al nulla c'erano dei rampicanti.
Prima, Minho insieme a qualche Velocista aveva strappato dei rami d'edera e li aveva annodati ai rampicanti ancora aderenti ai muri. Poi avevano scagliato le estremità libere oltre la Scarpata, fino a colpire la Tana dei Dolenti. Ora c'erano sei o sette rami che si estendevano dal bordo di pietra fino a un rudimentale quadrato invisibile, fluttuando nel vuoto del cielo fino a sparire nel nulla.
Era ora di saltare. Alice vide Thomas esitare. Poi la guardò con un terrore puro dipinto sul viso. <<Prima tu, Alice.>>
La ragazza non se lo fece ripetere due volte. Prima si sbrigavano, prima tutto sarebbe finito. Mai esitare. Strinse la mano a Thomas, poi la spalla di Chuck. Fece perno con il piede sinistro sul bordo della Scarpata e saltò, catapultandosi in alto, nell'aria del crepuscolo. Irrigidì le gambe, tendendo le braccia lungo i fianchi. Trattenne il respiro finché non scivolò nello spazio tra i rampicanti tagliati, per poi sparire.
Era giunta nella Tana.

Alice in The Maze - Il LabirintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora