CAPITOLO 1: HONOLULU

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Sole. Mare. Il sospiro del vento e il frusciare delle onde. L'odore di salsedine, mescolato alla fragranza dolce della mia crema da sole, inebria i miei polmoni. Non ho mai vissuto lontano dal mare eppure sono rare le volte che i miei piedi hanno calpestato la sabbia, fintanto da scivolare fra le dita. L'unica cosa che mi manca per rendere questo quadro perfetto è un drink ghiacciato. Un'ombra offusca lamia figura costringendomi a sollevare gli occhiali da sole. << Ancora a friggere? >> lo incenerisco con lo sguardo senza degnarlo di risposta. L'ultimo giorno in questo paradiso voglio godermelo e incamerare più sole possibile. Lo sento ridacchiare e per poco non tiro un urlo quando mi poggia un bicchiere gelido sulla pancia. Scoppia a ridere fragorosamente, la mia vendetta sarebbe stata esemplare, ma poteva aspettare decisamente che io bevessi quello splendido cocktail al frutta. << Sei andato a fare snorkeling? >> domando curiosa. Mentre sorseggio mi racconta della bellezza del fondale marino mostrandomi due foto, una della barriera corallina e una con un cavalluccio marino scattate con una macchinetta fotografica subacquea. << E tu? Hai intenzione di fare qualcosa o ti sei completamente rammolita? >> Alzo un sopracciglio fingendomi irritata. Mi alzo facendo scivolare i piedi sulla sabbia e poggiando occhiali e bicchiere sul lettino. <<Questo culo non si mantiene così da solo! >> esordisco ridacchiando. << Così si fa! >> con una pacca sul sedere mi allontana da sotto l'ombrellone. Prendo la tavola da serf che ho noleggiato per la settimana dopo la prima lezione e mi avvicino alla riva. Allaccio la cavigliera e mi inoltro tra le onde. L'acqua fruscia sulla tavola dove mi stendo e a bracciate raggiungo un punto solitario. Galleggio , in mezzo al nulla, libera. Cullata dalle onde,le voci si disperdono e ci sono solo io. Un tutt'uno con il mare.Aspetto e respiro. Il mio corpo è rilassato, ma pronto. La sento arrivare, mi stendo sulla tavola e comincio a pagaiare velocemente per prendere il ritmo e quando l'onda mi raggiunge scatto in piedi portando il peso esattamente al centro per non perdere l'ecquilibrio. Sfilo sulla cresta dell'onda finchè non mi tuffo tra la schiuma e riprendendo la tavola mi riporto al largo. 

Il mare si popola velocemente, degli schiamazzi mi distraggono. Un gruppo di ragazzi si stà avvicinando con le tavole, ma non sembrano molto esperti. E se lo dicono gli occhi di una principiante la cosa è grave, potrebbero farsi del male o creare problemi ad altri. Resto a guardarli per un po' e poi mi concedo alle onde.Quando riemergo dall'ennesima onda prendo la tavola e mi riporto a riva, sfinita. La prima cosa da fare è assolutamente un doccia per sciaquare il sale dagli occhi che sfrigolano. Ma nonostante ciò mi perdo a guardare l'orrizzonte che si esibisce nel suo tramonto più bello. Cielo e mare si incontrano nel mezzo di sfumature arancioni e nessuno fiata incantato dalla meraviglia della natura. Un click mi riporta alla realtà. Samuel con la mia bambina fra le mani ha appena catturato questo momento. << Spero vivamente per te che ti sia lavato le mani almeno una decina di volte prima di prenderla in mano.>> lo ammonisco. Il mio migliore amico è un ottimo fotografo, ma è decisamente a conoscenza di quanto io sia gelosa della mia Reflex. << Suvvia tesoro, ha anche la protezione,goditi il momento. >> Acquistata appositamente per questo viaggio una volta appurato che non avevo scampo. Il qui presente"amico" mi aveva incastrato regalandomi per il compleanno un viaggio, impossibile da disdire. << Grazie per tutto questo>> Mi passa un braccio attorno le spalle e mi appoggio a una dell poche persone di cui mi posso fidare. << Te lo sei meritato Pay >> Restiamo così per qualche minuto, ma poi la fame comincia a farsi sentire. Rientriamo in albergo e prendiamo l'ascensore. << Hai fatto colpo oggi >> mi informa. Mi volto verso la parete a specchio dietro di noi. << Non credo proprio >> So di essere una bella ragazza e non ho certo problemi di autostima tali da dover fingere di non vedermi così,anzi. Solo che non credo nel colpo di fulmine e non vado in cerca di avventure come sarebbe lecito aspettarsi da una ragazza di ventun'anni, single da un tempo indefinito. << Andiamo non erano male >> mi spalleggia. << Ribadisco che non abbiamo gli stessi gusti >> Scopiamo a ridere entrambi << Lo spero bene, altrimenti non avrei chance contro di te! >> che razza di adulatore. Scendiamo al nostro piano e ci diamo appuntamento fra un'ora per la cena. Striscio la tessera magnetica ed entro. Il perfetto ordine della stanza mi appaga facendo nascere un sorriso sulle mie labbra. Mai e ripeto mai sono riuscita a tenere così linda la casa e qui sembra veramente tutto un sogno. Scivolo sotto la doccia lavando via l'odore delle onde e la leggera patina di sale.Dopo un chilo di balsamo per capelli e altrettanta quantità di crema corpo sono pronta a scegliere cosa indossare. Sentendo bussare alla porta, lego meglio la cintura dell'accapatoio e vado ad aprire.Errore mio. Non era da me che stavano bussando, ma alla porta accanto. Due occhi color cobalto sono la prima caratteristica del ragazzo ad una porta di distanza dalla mia. << Scusi non volevo disturbarla >> Mi giro automaticamente per vedere con chi stava parlando, ma il corridoio è completamente vuoto. Ridacchia. <<Mio fratello mi ha chiuso fuori, cioè spero almeno sia in camera. >>i suoi lineamenti mi sono familiari, credo fosse uno dei ragazzi che oggi tentavano di serfare con pessimi risultati. << Sono Aiden>> mi porge una mano e mi riscuoto. Ero completamente rimasta immobile come una deficiente. << Payton >> gliela stringo.<< Aspetta chiamo giù alla reception >> Pochi secondi dopo Kanunu, il cameriere addetto al piano mi sorpassa e apre la porta della suite a finaco. << Serve qualcos'altro signorina?>> << No Kanunu, mahalo >> Si volatilizza giù perle scale e mi ritrova a fissare il mio vicino che sembra alquanto stupito. Si riscuote non appena si rende conto che lo sto fissando,mi ringrazia e scappa dentro.

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