CAPITOLO 2: Fight for LSU

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<<Naomi, smettila di fare i capricci! >> Quella piccola peste continua a sfuggirmi scappando per tutta casa. Il primo giorno dell'ultimo anno d'asilo. Sono sfinita e sono solo le sette e mezzo.Il suo grembiulino mi ciondola dalle mani. << Ti ho presa topolina! >> la voce di mio fratello e le risate di Naomi mi fanno nascere un sorriso sulle labbra. Mi sfila velocemente il grembiule dalle mani e glielo infila. << Ti prego portacela tu.>> Quasi lo imploro, ma so che arriverebbe tardi a lavoro.L'asilo è vicino al campus mentre lui lavora in un'officina dalla parte opposta, seguendo le lezioni per il master nel pomeriggio.Corro in camera a prendere la borsa carica di libri, mentre Joe le fa fare colazione. Ed eccoci dopo un mese da quelle splendide spiagge tornare alla frenetica realtà. Carico Naomi in macchina e mi dirigo verso il campus. L'asilo per mia fortuna è poco più distante, circa cinque minuti per questo è il mio numero che chiamano quando ci sono problemi. Fatico a staccarla dalle mie gambe per farla entrare. <<Pay, non voglio! >> gli occhioni imperlati dai lacrimoni che fra poco inizieranno a scendere. Mi accovaccio davanti a lei sistemandole il colletto. << Naomi, tu adori venire all'asilo,ti ricordi? Ci sono tutti i tuoi amichetti e fai tanti giochi. Dopo torni a casa con Sasha e stasera se avrai fatto la brava andremmo a prendere il gelato. >> Stà per iniziare a singhiozzare, ma veniamo interrotte. Il suo viso si illumina e corre dentro salutandomi con la mano mentre l'altra è stretta in quella del nostro piccolo vicino di casa. Sasha mi affianca << Non ti preoccupare si divertiranno >> mi passa una mano attorno alle spalle. Sasha è come una seconda mamma e fin da quando ho dovuto occuparmi di Naomi mi ha dato una mano. << Odio vederla triste>> mormoro. Prima di entrare nella struttura dietro la loro maestra la vedo sorridermi e mi rassereno. Ci mettiamo d'accordo peri prossimi pomeriggi e ci salutiamo, lei diretta a lavoro e io all'università. Le lezioni riprenderanno fra qualche settimana ed è ora per me di rimboccarmi le maniche e portarmi più avanti possibile con lo studio. Il campus inizia già a riempirsi, l'arrivo delle matricole con quell'aria sognante e chi come me occupa posti in biblioteca per studiare. A pranzo incontro Samuel già intento ad organizzare eventi e lezioni per il club di fotografia. Non sono per niente brava come vice direttore, ma materialmente ho poco tempo per aiutarlo e sapendolo mi chiede aiuto solo se disperato o per qualche evento particolare. Nel pomeriggio lavoro al Wallmart poco distante dal campus e finalmente alle otto stacco. Torno a casa per preparare la cena, papà dorme in divano mentre Joe apre la porta di ritorno dalla palestra. << È pronto! >> urlò. Ci sediamo a tavola e Naomi ci rallegra con le sue avventure. L'unica cosa a cui non rinunciamo mai è la cena, l'unico momento in cui ci sentiamo ancora una famiglia, l'unico momento che ci ripaga di tutti gli sforzi fatti e il sorriso di Naomi è il regalo più bello. Vederla serena è la cosa che ci preme di più, non farle sentire la mancanza di una figura materna è la cosa più importante per me. Le ho fatto una promessa cinque anni fa, mentre dormiva fra le mie braccia, e farò tutto il possibile per mantenerla.

Il campus brulica di persone, la mensa è stracolma quando entro. L'anno accademico è finalmente iniziato. Prendo un vassoio e lo riempio velocemente evitando di scontrarmi con il resto dei ragazzi in fila e cerco Samuel tra la folla. Lo individuo al nostro tavolo. Accanto a lui riconosco Chloe. Non ci credo alla fine si è fatta davvero le meches rosa! Li vedo ridere a crepapelle e sono felice di averli incontrati in quel mio primo anno qui. Mi avvicino, sorreggendo il vassoio su una sola mano per posare l'altra sugli occhi della mia migliore amica. Si blocca all'istante << Non ci credo >>squittisce girandosi di botto e facendomi traballare il tutto tra le mani. Non si sofferma a pensare e mi salta addosso facendo crollare ciò che reggevo in precario equilibrio. La stringo forte, la sua esuberanza fa parte di lei ed è impossibile non adorarla per come è.<< Vieni subito qui, signorina! Hai parecchie cose da raccontarmi! >> mi strattona finchè non mi siedo accanto a lei. Samuel fa roteare gli occhi al cielo e gentilmente va a prendermi qualcosa da mangiare. << Alloraalloraallora? >>ridacchio contagiata da lei, dalla sua allegria e curiosità. <<Allora cosa? >> Fingo di non capire. << Signorina Payton Lambert non fingere di non capire! >> scoppio a ridere, non è minimamente convincente quando prova a rimproverarci. <<Andiamoooooo – piagnucola – sono curiosa, racconta! >>Samuel riappare con un vassoio fin troppo pieno. << Perchè glielo hai detto? >> lo fulmino con lo sguardo beccandomi appena un'alzata di spalle. << È stata solo una notte – cedo vedendola annuire – okay, una splendida notte. Stupenda notte. >>sospiro. << Un Dio del sesso te l'avevo detto Chloe >> si mette in mezzo Sam, cui scocco un'occhiataccia. << E brava la nostra Pay era ora che ti lasciassi un po andare, iniziavi ad essere acida per l'astinenza >> ghigna la biondina al mio fianco. Per poco non mi strozzo con l'acqua. Non credo ai miei occhi. <<Su, non prendertela, è la verità >> Mi batte una mano sulla schiena, ma non sono state le sue prole a sorprendermi, ma la persona appena entrata in mensa accerchiata dalla squadra di football. Un polsino giallo fluo portato a metà avambraccio, un paio di jeans a fasciare le gambe toniche e una semplice maglia bianca. Non può essere vero. Sam segue il mio sguardo ma non ha una memoria fisionomica. << Oggi ci sono le selezioni per la squadra, hanno rincominciato ad allenarsi già da una paio di settimane e ho già qualche scatto pronto. Fra una settimana c'è la prima partita. >>Non è possibile, ma sono sicura di ciò che vedo. Mi alzo senza dire una parola e mi dirigo fuori. Sono costretta a passare proprio affianco alla squadra e sento due occhi cobalto trapassarmi la schiena. Una volta fuori respiro a pieni polmoni conscia di aver trattenuto il fiato. Corro verso il laboratorio, una delle poche aule ad ospitare dei computer nel mio dipartimento. E akero il sistema per avere le risposte che cerco. In un attimo trovo il file che cerco con le nuove iscrizioni. Da qui potrei accedere a qualunque informazione su di lui, ma non sono quel tipo di persona. Sono curiosa, ma so cosa vuol dire essere influenzati dal passato, perciò mi limito a scrutare la riga che mi interessa che riporta il suo nome e il trasferimento da New York a qui. Una conferma che non serviva. Non potrei dimenticare il volto della persona che contorna i miei sogni e che mi fanno svegliare in piena notte sudata ed eccitata al ricordo delle sue mani sul mio corpo. << Merda! >> Elimino le tracce e corro al lavoro.

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