CAPITOLO 13: Fashion week

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*Aiden Pov*

Mi guardo allo specchio mentre annodo la cravatta. A stento mi riconosco. Sono un fascio di nervi, ma voglio essere impeccabile. Per lei. Mia madre non merita quello che le sta accadendo e io devo essere forte per lei. So che cerca di non darlo a vedere, ma il suo fisico stà iniziando a cedere. Per questo l'avevo pregata di non presenziare alla fashion week, a quanto pare la testardaggine è di famiglia. Mai e poi mai avrebbe rinunciato, testuali parole. Non avendo altra scelta eccomi qui a presenziare alla mondanità per eccellenza. Cene, gala, sfilate. Mio padre avrebbe voluto raggiungerci, ma lei sapendo che avrebbe mollato tutto per starle addosso lo ha prontamente dissuaso. La responsabilità quindi ricade su me ed Aaron. Nonostante la situazione mio fratello non sembra minimamente motivato a rimettersi in riga e io credo che dopo questo inferno potrei scoppiare. Per questo ho abbandonato Baton Rouge. Lì ho trascorso i giorni, le settimane e i mesi più belli della mia vita e tutto ciò per merito di lei. Payton. Era diventata il mio tutto. Lasciarla con quelle parole ha spezzato qualcosa dentro di me, ma è stato necessario. Ho dovuto fare una scelta e ho scelto di amarla, le ho evitato una decisione impossibile che l'avrebbe fatta soffrire ancor di più: seguire me o la sua famiglia. Se le avessi chiesto entrare in questo calvario con me e lei avesse rifiutato, io sarei caduto in un buco nero. Ho dovuto farlo per poter essere forte qui. Ma è stata la cosa più difficile che abbia fatto in tutta la mia vita. Sapere di aver compromesso per sempre il mio rapporto con lei mi logora dentro. Stringo forte gli occhi. Devo poter prendermi cura della mia famiglia e se questo comporta qualche sacrificio sono disposto a pagarlo. Controllo velocemente allo specchio che sia tutto in ordine, impeccabile come so piacere a lei. Tempo fa mi sarei concesso uno sprazzo di brio, ma non voglio che si stressi. Non ora che dovrà affrontare una settimana così impegnativa. Prendo l'ascensore e mi dirigo al piano ristorante. Una cena formale per cominciare al meglio l'avventura. Il tavolo lungo si staglia vicino alla parete completamente vetrata. Il panorama su strada e grattacieli nel chiarore della sera è suggestivo. Moltre persone illustri sono già accomodate e prontamente mi stampo in faccia un sorriso provocante. Sono in ritardo e devo sfruttare al meglio le mie carte per non far sfigurare la famiglia. Il posto accanto ad Alyssa, che mi da le spalle, è occupato quindi faccio il giro e mi siedo davanti a loro. << Finalmente ci degni della tua presenza >> Sentenzia mia mamma con un sorrisetto. <<La perfezione richiede il suo tempo. >> le faccio l'occhiolino.Adoro scherzare con lei, questo suo lato non aveva mai preso parte a nessuna delle nostre cene di famiglia e mi piace. Devo ammettere che è cambiata radicalmente da quando ha scoperto il tutto. Mi sistemo,portando il tovagliolo alle ginocchia nel mentre che servono gli antipasti. Appena alzo lo sguardo per versarmi un bicchiere d'acqua rimango spiazzato. << Qualcosa non va? >> Mi domanda un signore al mio fianco vedendomi con la mano a mezz'aria e un'espressione alquanto basita. << No. >> Lei mi guarda,i suoi occhi sono tristi quando si posano nei miei, ma mi concede un lieve sorriso. Le faccio un cenno e annuisce. Le verso un bicchiere d'acqua così come a mia sorella che sfoggia un sorriso a trentadue denti, probabilmente dal momento in cui Payton le si è seduta accanto. I signori al mio fianco tentano più volte di catturare lamia attenzione in discorsi "da uomini", ma sono completamente paralizzato. Tutto di me è catalizzato sulla figura davanti a me che con movimenti familiari, ma al contempo un po'rigidi, intrattiene conversazioni con mia sorella e mia madre. Il suo lis è migliorato, è molto più fluido e sebbene stiamo mangiando ha pochi problemi a muoversi. Cosa ci fa qui? Non spiccico parola con nessuno perso a contemplarla e concentrato a estrapolare qualche supposizione sulla sua presenza qui. Alla cena in casa non sembrava scorresse così buon sangue tra lei e mia madre, mentre ora sembrano andare d'amore e d'accordo. Sembra in forze, il trucco è leggero, sfumato sugli occhi e accentua quelle due gemme che sorridono a mia sorella. Tempo fa in quell'ambra mi ci specchiavo ogni giorno. Alyssa mi tira un calcio sotto il tavolo e mi lancia uno sguardo che non pensavo le sarebbe mai appartenuto. Mi stà sfidando a farmi avanti. Ammicca verso la sua vicina e io scuoto il capo. Ecco cosa intendevo,quando c'è lei di mezzo io sono completamente preso da lei soltanto.Tutto a torno potrebbe scatenarsi il finimondo, ed io rimmarrei a bearmi della sua vista (a meno che non si trovi in pericolo, in quel caso sarebbe la prima che salverei.) Non appena mi servono il piatto principale sono costretto a sfuggire ai miei pensieri e propositi. <<Aspetta! >> Tutto il tavolo si blocca e mi scruta. Mi porto una mano fra i capelli per smorzare la tensione. << Ci sono i capperi >> So che è allergica a quei cosetti verdi. La vedo arrossire e appena passa un cameriere lo blocco per farle portare una porzione senza quei maledetti capperi. << Grazie >> Mi sorride e un macigno nel mio petto si solleva. Non sapevo neanche di averlo eppure lei, non so come di preciso, mi ha alleggerito solo con la sua presenza. Non può rimanere. Ritorno nel mio mutismo concentrandomi sul piatto. Mentre scegliamo il dolce è mia madre a tirarmi un calcio. Nascostasi dietro il menù mi fissa e mima con le labbra. << Che cazzo ti prende? >> Ma che linguaggio colorito. << Che ci fa lei qui? >> Domando a mia volta. Alza gli occhi al cielo esasperata e poi ordina il suo browni al cioccolato. Sa che l'ho lasciata e sono stato chiaro nel dirle che era una semplice cottarella di modo che non indagasse. A quanto pare non sono migliorato con le frottole. La guardo di sottecchi. Ultimamente si lascia andare a molti più sfizi che in passato. Anche questo mi piace. << Per me la Red Velvet >>Annuncia la voce che tanto desideravo sentire. Mi nasce un mezzo sorriso. << Il tortino di cioccolato con cuore caldo. >>La vedo guardarmi bramosa. So di non aver scatenato io quello sguardo, ma ciò che ho ordinato. I dolci sono il suo tallone d'Achille, come per Naomi, se potesse vivrebbe di dolci. E se non ricordo male quello che ho scelto è uno dei suoi preferiti. Se l'ho fatto apposta? Beh, si . Appena vengono serviti la vedo valutare i nostri due piatti. Così alla fine mi arrendo. Anche se solo per un secondo voglio vederla felice. Non me lo merito dopo quello che le ho fatto, ma ne sento il bisogno. Divido in due il tortino lasciando uscire il cioccolato caldo e le dico di avvicinarmi il piatto. Le appoggio una della due parti e poi lei fa lo stesso con la sua fetta. Il sorriso che le illumina il volto mi toglie il respiro. Perchè l'ho lasciata? Perchè era necessario, non potevo stare con lei, chiederle di venire con me sarebbe stato egoista da parte mia. E un suo rifiuto, mi avrebbe steso. Ripeto a me stesso. << Grazie Aiden >> Il mio nome suona come una carezza pronunciato da lei e mi scopro debole a quel richiamo. Mia sorella ci guarda con gli occhi a forma di cuore, non mi ha mai perdonato dopo quel che avevo combinato. Ma è indispensabile che mi stia lontana e dover ribadire il concetto mi uccide. Devo ritrovare la freddezza per affrontarla una seconda volta. Odio quel che mi aspetta, ma ne sento il dovere per poter star bene. Perchè mi hanno rimesso davanti a questa dolorosa situazione? E un colpo basso che non mi aspettavo. Questo però a presupposto che lei sia qui per me. Fin'ora non mi ha considerato poi molto e la sua indifferenza è mortale per me. Mi piace ancora? Da morire, ma non è il momento.

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