Oltre le stelle.

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15 Luglio 2018.   

Ore: 00.36


Sono sul letto, il sonno sembra avermi abbandonato. Mi giro, mi rigiro, nel mio letto. Nella speranza, che prima o poi i miei occhi, cedano alla tentazione di restare aperti. Non c'è nulla da fare, marco dorme accanto a me. Come dargli, torto. Viene da due notti. Lui fa l'infermiere, ed odia il suo posto di lavoro. Ma dove vado, in fondo ho degli ottimi amici, più che colleghi, mi ripete spesso. Lo guardo, mentre sogna. E mi ci perdo. E' cosi bello, perso chissà dove. Accendo la tv, ma non c'è nulla. Cosi mi ributto sul letto, e tento nuovamente, di trovare il mio spazio in quei sogni. Ma niente, fisso il soffitto bianco, della mia camera da letto. Quando, il cellulare vibra. Vibra, e continua. Così prendo quel cazzo di iphone, e leggo "Giadina". Guardo l'ora, fingerò di dormire, domattina la richiamerò. Rimetto il telefono sul comodino. Passa, qualche minuto, e si illumina, vibrando. Cosa cazzo vuole? Penso. Prendo, il telefono di nuovo e leggo sull'anteprima - "Vi, ti prego rispondimi è importante." Non faccio in tempo, a fare nulla. Il telefono comincia a vibrare di nuovo. Questa volta rispondo. Vi premetto, che mentre prendevo il telefono, e ripensavo a quel messaggio, credevo che giada si fosse, lasciata, che avesse litigato e che ora era in qualche parte di anzio, piangendo per la rabbia. "Pronto"- dall'altra parte, una voce ansiosa singhiozzante mi chiede-"Vi, sei da sola?"-Guardo Marco,che ronfa, nel sonno-"Si vi, sono sola"-"Sei sicura?"- Quella voce, non era la solita che conoscevo. Uno stato di agonia, misto ad ansia si era impossessato di me. Avevo già capito che era successo qualcosa di grave. "Ti sei lasciata?"-Le dico, stupidamente-"Adesso, mi incazzo. Gia'"-"No vi"-Mi interrompe. Qualche minuto di silenzio. "E'successa, una cosa. Grave. Vi. Ma io non so come dirtela, so che devo farlo però. Prima, che arrivi domani e che tu la legga, su un qualche giornale. Non lo meriti, quindi tocca a me dirtelo."-"Gia', cosa cazzo è successo?".Mi siedo sul letto, fissando il muro, e la luce accesa,di fronte a me."Vi, Andrea è morto. Non sapevo come dirtelo, anzi non so neanche se io abbia fatto bene, stasera ha avuto un incidente, con la moto. Ed è morto sul colpo. Me lo ha detto giulia...."Il telefono cade. Solo un tonfo. Ed una voce lontana.

"Vi, ci sei? vi..vi...vi"-Quella voce lontana. Con la poca forza, che ho nelle braccia, riprendo il telefono-"Vi, ti chiamo dopo..."-"No, ferm..."Riattacco il telefono, e lo appoggio sul comodino accanto al letto. Guardo, Marco dormire. Ma quasi, come se stessi in catalessi, lo sveglio. Mi guarda, disorientato, e senza neanche capire cosa stesse accadendo, gli sparo in faccia una frase."Andrea, è morto."

Il cuore, comincia a battere, a mille. L'ansia, comincia lentamente, ad impossessarsi di me. Prendo il telefono,e scrivo il suo nome. Andrea Santis. Non aggiugo altro. Non compare, nulla. Ho cinque secondi in cui penso che io abbia sognato tutto. Quando ad un tratto eccolo li. La sua foto "La vittima del terribile incidente mortale Andrea Santis, giovane ragazzo ventisette enne, originario di apri...." Allora, è vero. Andrea, non c'è più. Clicco sull'articolo.

"Alle ore venti mentre procedeva, verso lanuvio il giovane ha perso il controllo della sua moto finendo, in un fossato, inutili i soccorsi. Il giovane è morto sul colpo. Accorsi subito i suoi amici, ed i suoi famigliari sul luogo dell'incidente. Il ragazzo senza vita, era sull'asfalto, la sua moto nel fossa...."Guardo nuovamente il muro. Non riesco ad avere reazioni. Non sento dolore. Nulla. Entro su facebook, cerco il suo profilo. Iniziano, i commenti.

"Eri un gran bravo ragazzo, non doveva andare cosi."-"Mi mancherai, andrè"-"Mi dispiace, da morire Andrè, riposa in pace..."

Non posso crederci. Occhi belli, non c'è più. E' tutto finito. Spengo il telefono, e penso. Penso ad Andrea, non sarà lui davvero. Ho una voglia pazza, di correre ed urlare. Di andare sotto casa sua, e rendermi conto che lui è ancora è vivo. Che è un'altra persona. Non può essere vero. Non può essere, che Andrea senza dirmi niente, senza avvisarmi se ne sia andato. Arrivano le sei, e con loro anche il sonno. Alle nove, sono di nuovo in piedi. Mi scaldo un po di latte, e comincio a camminare per casa, senza neanche rendermi conto, di cosa stia facendo. Ho il cuore che batte forte, la pelle trema. Mia madre, mi guarda "Ehi tutto bene?"-Prendo il telefono, quel cazzo di maledetto articolo. "Guarda, ieri cosa è successo"- Mia madre prende, il telefono. "Cosa, stai dicendo?Andrea...."Non riesce, neanche a parlare. I suoi occhi, ed i miei si riempiono di lacrime. Comincio a realizzare che è vero. E' tutto vero. Nulla di quello che era accaduto aveva un senso, eppure Andrea non c'era più. E nulla di quello che avrei potuto fare, o dire in quel momento avrebbe
potuto cambiare l'esito di quella cruda realtà. Mi reco verso il bagno, prendo la mia divisa, mi lavo il viso e come se nulla fosse, mi trucco prendo la borsa ed entro in macchina. In tutto il tragitto non faccio che pensare ad Andrea. Mille volte rivedo il suo viso, vicino a quell'articolo. Come è possibile, come è possibile. Cosa hai fatto andré?Cosa hai combinato. Nulla mi distoglie da quel pensiero. Scendo dalla macchina apro la porta del bar.

Michela e ginevra sono poggiate sul bancone. Michela mi guarda "I, cosa hai? Hai una faccia.."Neanche finisce la frase, che le lacrime cominciano a scorrere. Corro dietro, il magazzino poggio la borsa e le ho tutte lì. Michela, Ginevra, Monia. Sono tutte li pronte ad ascoltarmi.

"E'morto occhi belli, è morto il mio occhi belli. E' morto Andrea".- Non termino neanche la frase, che il dolore esplode nel petto come una voragine. Michela mi abbraccia, mentre Monia mi chiede se fosse lui il ragazzo del giornale. Non ho neanche il coraggio di risponderle. Prendo la mia bottiglia d'acqua. Il cielo, è strano. E' cupo. Grigio, spento. Cosi come la mia anima, ed i miei sentimenti in quel momento. Il respiro, forte gli occhi che non riescono ad evidenziare nulla. I miei sensi appianati. "Perché lui, perché...."Nessuna ha le risposte che cerco. Nessuna di loro. Hanno solo degli abbracci e delle lacrime da condividere con me. Ma non è quello che cercavo davvero. Anche se quelle braccia, per me andavano fin troppo bene. Cosi continuo, a guardare quella voragine, dentro. Rivedo andrea. Il suo sorriso, i suoi occhi verdi. Riascolto la sua voce. E come se fosse un nastro registrato. Ritorno alla prima volta, in cui ho incontrato occhi belli.

Il momento in cui, occhi belli è entrato nella mia vita stravolgendola, per sempre.

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