Io e te.

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Andrea propose di andarcene a Roma, a trastevere. D'inverno, anche l'aria di Roma pungeva. Ma il calore, di quella città era comunque eterno. Arrivammo a trastevere, in mezzo a quella gente,in mezzo a quei locali c'eravamo noi. Io, e lui. Avevo persino dimenticato che eravamo con Francesca e Mirko. Continuammo così, a camminare. E tra uno sguardo ed un sorriso, cominciai ad accorgermi che quelle scuse, quelle volte in cui avevo evitato questo momento, erano solo degli sbagli. Volevo che quella sera non finisse mai. I suoi occhi verdi, il suo sorriso. La sua pelle, ogni molecola del mio corpo era attirata alla sua. Ogni atomo, che c'era attorno a noi, non faceva che spingerci contro. Eravamo una miscela perfetta, ridevo. Ridevo tanto, e per la prima volta mi sentii libera da una storia andata male, libera di ridere, di essere me stessa. Su quel tavolino, ci guardavamo. Non smettevamo un attimo. Eravamo io e lui, ed io beh il resto del mondo l'ho dimenticato. Era avvolto nel suo cappotto, le mani fredde, accarezzarono il mio viso. E tremai. Ma non dal freddo tremai, per qualcosa che non sapevo neanche io cosa potesse essere. Anche i muri, anche le stelle si erano girate per guardarci. Quella sera era la nostra. Così ci ritrovammo al gianicolo. Andrea mi guardò, e mi disse " ivy, ti va di fare due passi?" Senza neanche pensarci, mi prese per la mano e cominciammo a camminare. Arrivammo su in alto. Dov'è tutta Roma poteva chiudersi in una mano, dove Roma era così da bella da togliere il fiato. Mi sedetti sul muro, ed Andrea si mise di fronte a me, guardandomi. Si accese una sigaretta, e con una smorfia da stronzo mi guardò e mi disse " perché sei scappata da me, per tutto questo tempo?". Non sapevo cosa rispondere, così tirai la sigaretta ed abbassi lo sguardo. Andrea, con le mani fredde, mi sfioró di nuovo, e mi disse " guardami, perché?". Provai un imbarazzo, infinito. Non sapevo cosa dirgli, così senza neanche pensarci esplosi. " io non penso di piacerti". Feci per scendere, ma Andrea mi bloccò, per un braccio. Sentii la mia pochette rimbalzarmi sulla coscia, mi voltai ed in un attimo mi trovai tra le sue braccia. Gettò la sigaretta. Ci guardammo, illuminati dai lampioni, con la musica in sottofondo, del baretto alle nostre spalle. Avevamo Roma sotto ai nostri piedi, ed in un attimo, trovai le sue labbra sulle mie. Mi strinse ancora più forte, e cominciò, a baciarmi lentamente. La sua mano tra i miei capelli, il suo profumo, che mi inondava. La sua pelle delicata sul mio viso. Non avevo chiesto niente. Non avevo mai provato qualcosa di così forte,di così incancellabile. Con gli occhi aperti, mi guardò sorridendo. " Non mi piaci. Non mi piaci per tutte le volte che sei scappata, non mi piaci per tutte le volte, che mi hai mentito per non vedermi. Non mi piaci, per tutte le volte, che non mi hai risposto, non mi piaci perché mi hai fatto aspettare troppo, per questo. Perché tutto quello che volevo era questo. Averti qui, tra le mie braccia, poterti baciare. Poterti dire, che non aspettavo altro, se non questo." Restai, spiazzata, e feci un sorriso timido. Pieno di vergogna, e di sensi di colpa. Cosa avevo combinato, pensai. Così lo guardai, e lo baciai. " mi dispiace andrè." Lui sfoggiò un altro sorriso " tranquilla, ne è valsa la pena". Mi prese per mano, e tornammo, da Mirko e Francesca, che si erano persi tra le loro chiacchiere. Mirko guardò Andrea " andrè jai fatta! Hai visto si...". Io arrossii di nuovo, e guardai Andrea. " e mirké daje e daje. Menomale va, ne è valsa la pena però!" Disse ridendo. Mirko gli diede una pacca sulla spalla e tornammo verso la macchina. Nel viaggio verso casa, Andrea spesso mi guardava dallo specchietto, e cantando tutto insieme, si fece l'alba. Tornai a casa, completamente esausta, ma avevo ancora addosso il suo profumo. Senza neanche spogliarmi, mi gettai sul letto. E mentre ripensavo ad Andrea, arrivò un suo messaggio. " hai visto? Sei scappata così tanto, ma alla fine ti ho raggiunta. Ti ringrazio, della bellissima serata, non scappare di nuovo! Altrimenti dovrò ricominciare a cercarti! E comunque non ti preoccupare, non sei bellissima, sei esattamente come ti avevo immaginato." Il cuore cominciò la sua cavalcata. Allora era tutto vero. Andrea c'era, riprovai di nuovo il bruciore nel petto di quando, all'improvviso, mi aveva baciata. Richiusi gli occhi, e riuscii a rivivere quella scena. Poi arrivò un altro messaggio. " ivy, non vedo l'ora che sia domani, io sono a casa. Buonanotte, piccola stella". Non feci neanche in tempo a leggerlo, che lo chiamai. Andrea rispose subito. " ivy sei pazza? Mi farai sgamare. Qui dormono tutti, aspetta vado in camera." Sentii chiudere la porta. " ehi eccomi, cosa stai facendo?"-" senza più freni inibitori gli dissi " ti stavo pensando"-"ah davvero, pensa io lo faccio da circa trenta giorni, per circa 24 ore al giorno" esplodemmo a ridere. " senti ivy, domani pomeriggio hai da fare?"-"no" gli risposi decisa.-"allora che ne dici se ti passo a prendere? Sotto casa però, mandami il tuo indirizzo."- "Vabbene". E così cominciammo a parlare del più e del meno. Fino a quando non crollai. Il giorno dopo, trovai un suo messaggio. " buongiorno stella, non vedo l'ora di vederti". Era un continuo. Un whatsapp dietro un altro. Un vocale, a cui ne seguiva un altro. Non vedevo l'ora che rispondesse. Non vedevo l'ora di sentire la sua voce. E furono le cinque. Il citofono squillò. E corsi a rispondere. Presi la borsa ed uscii correndo per il viale di casa. Lo trovai li. Fuori la sua macchina, poggiato. Una sigaretta accesa, ed una rosa rossa tra le mani. Mi sorrise, e abbracciandomi mi disse " tieni, questa è per te." Presi La Rosa, e mi accorsi che c'era un piccolo bigliettino lo aprii.
"Ad ivy, alla stella più bella del manto di Roma".
Lo guardai, e senza dirgli niente, lo abbracciai baciandolo. Era il nostro momento, era la nostra storia ed io ero più felice che mai. Misi il silenzioso al telefono, ed alzai il volume della radio. Se la felicità fosse stata un momento sicuramente, sarebbe stato quello.

IO E TE OLTRE LE STELLE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora