Cap.31

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Il "bip" ripetitivo della macchina che teneva sotto controllo il battito cardiaco faceva la colonna sonora dei miei sogni.

O forse dovrei dire... Incubi?

Versioni distorte della realtà ingombravano la mia mente addormentata.
Scene orribili si facevano largo nelle mie membra; io che trasportavo in braccio uno Yoongi inerme per le scale del suo palazzo.

Urla.

La pioggia battente che inzuppava i miei vestiti mentre lo adagiavo sui sedili posteriori dell'auto.

Lacrime.

Un lettino d'ospedale dove si trovava un ragazzo dai capelli azzurri.

Buio.

Fu un colpo debole, ma ben assestato, a risvegliarmi.
La mano che mi aveva appena sferrato uno schiaffo sulla guancia sinistra apparteneva a... Yoongi.
Lui era lì, sveglio, ad osservarmi con un'espressione scocciata e gli occhi castani vispi e felici come non li vedevo da troppo tempo.

<<Hoseok, sei in uno stato pietoso.
Potevi anche evitare di gridare come una fighetta mentre dormivi e di sbavare sulle lenzuola del mio letto.>>
<<Anche io ti ho visto in condizioni migliori, ad essere onesti.>>

Rimase in  silenzio per un po', fissandomi, e poi esordì con:

<<Cosa ci faccio qui? Nel senso, l'ultima cosa che ricordo era il tavolino che si sfracellava sul pavimento insieme alle foto...>>
<<Ehm, ero venuto a trovarti perché ti dovevo... parlare.
Il fatto è che tu non aprivi la porta e quindi mi sono preoccupato.
Sono entrato grazie alle chiavi nel portaombrelli.
Nascondiglio patetico, se vuoi saperlo.>>
<<Sì, okay. Ma...>>

D'un tratto la sua espressione si incupì e le sue parole divennero taglienti come lame.

<<Che cosa hai visto, Hoseok? Quando sei entrato, intendo. Non stavo diciamo... molto bene.>>
<<La casa puzzava di hashish ed era tutta sporca.
T-tu eri steso sul divano.
Non sembravi neanche vivo.
I-io... poi ti ho portato qui in ospedale, non so altro.
Cristo, non puoi immaginare quanto ho avuto paura.
S-se tu non... se tu non ce l'avessi fatta io non saprei cosa...>>

Scoppiai in lacrime.
Così, come una ragazzina.
Sapevo che non avrei dovuto, che lui era lì e stava bene, almeno apparentemente, ma tutto il dolore e terrore che avevo provato si stava tramutando in acqua salata che scendeva dai miei occhi.

<<SeokSeok... non piangere.
Quello sbagliato qui sono io.>>

Si mise a sedere ed avvicinò il mio viso al suo, prendendolo tra le mani.
Perché lo faceva? L'ultima volta che gli avevo parlato lo avevo mandato a fanculo dicendogli che non lo avrei mai voluto vedere di nuovo.
Ed ora quel ragazzo era a due centimetri dalla mia faccia.
Non che mi dispiacesse, sia chiaro.
Era solo un pazzo, non sapeva neanche se l'avevo perdonato o meno.
O forse, in cuor suo, lo aveva capito.

<<Sono io quello che è stato la causa di tutto questo casino.
Scusa se ti ho fatto spaventare.>>
<<Spaventare? Solo spaventare?
Stavo perdendo la testa.
Le urla che ho cacciato... solo Dio sa quante sono>> sussurrai.

Lui rise piano e si allontanò dalla mia faccia.
In qualche modo già mi mancava il calore delle sue dita sulla mia pelle.

<<Hoseok, di cosa volevi parlarmi?>>

Ero pronto a raccontargli tutto?
A perdonargli ogni cosa?
Aveva sbagliato.

Come mi aveva detto Taehyung, non avrei dovuto fidarmi.
E io invece l'ho fatto.

Come aveva detto Seokjin, colui che aveva ucciso mio padre era un coglione che non sapeva prendersi le proprie responsabilità.
E io mi ero innamorato proprio di lui.

Come mi aveva detto Namjoon, se lo amavo davvero, sarei corso da lui ad aiutarlo.
E l'ho fatto.

Come aveva detto Jimin, se fosse stato vero amore l'avrei perdonato.
E in cuor mio, ho fatto anche quello.

&quot;daydream&quot; ;; YOONSEOK/SOPE AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora