Prologo

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Le tenebre della notte avvolgevano come un mantello New York addormentata.
Tutto era immerso nel buio.
No.
Non tutto.
Una casa, una soltanto, era ancora illuminata. Una casa grande e bianca.
Improvvisamente, un urlo straziante.
Degli strilli di paura e dei gemiti confusi in una confusione di sangue e unghie.
Già, il sangue: volava da ogni parte, imbrattando di rosso tutto ciò che trovava.
Nella camera al terzo piano, il più alto della casa, quattro persone lottavano per la propria sopravvivenza.
Su un letto fradicio di sangue, stava un bambino indifeso e tremante; il sangue gli imbrattava i vestiti e gli finiva negli occhi verdi smeraldo, bellissimi, impedendogli di vedere distintamente davanti a sé gli orrori di quella notte.
Sul pavimento, lunga distesa, stava accasciata una giovane donna con la gola squartata.
Aveva vestiti nobili: una gonna abbastanza corta, azzurra e un mantello quasi d'argento sopra una specie di giacca bianca con bottoni d'oro. Dei tacchi grigi.
I suoi indumenti, anche così inzuppati di sangue, riuscivano a mantenerla ugualmente regale.
Il bambino, sforzandosi per scrutarla oltre al sangue, vide che le sue orecchie da gatto che aveva sulla testa (si era sempre chiesto se lei fosse uno spirito di un gatto, sapendo che la magia esisteva anche prima che tutti loro nascessero) erano state strappate; al collo, portava un ciondolo con inciso un simbolo di un'onda d'acqua, che una volta aveva brillato di una luce impareggiabile, ma che adesso era semplicemente un gioiello crepato e anch'esso intriso di sangue scarlatto.
Gli occhi azzurri della donna erano spenti e senza espressione. I capelli biondi come oro zecchino erano stati più volte calpestati per terra e ripetutamente imbrattati di sangue.
E il bambino, circa sui sette anni, sapeva che lei, sua madre, non si sarebbe mai più risvegliata.
E perciò, piangeva lacrime amare mescolate col sangue che imbrattava ogni cosa.
Intanto, nella camera, lottavano due uomini.
Il primo era bello, alto, con una giacca attillata nera, un lungo mantello scuro e un paio di occhi verdi smeraldo, magnetici, unici. Al collo portava una collana nera, con un disegno inciso: un fulmine e una spirale di vento.
Ai suoi piedi, calzati da un paio di scarpe nere con un leggero tacco, stava lungo disteso un gatto nerissimo, con gli occhi gialli opachi e spenti, e un coltello inficcato nel costato. Morto, e più rosso che nero per via del sangue.
Un uomo stava lottando con lui; non era bello come l'altro, ma aveva gli stessi vestiti nobili e la stessa espressione regale, accentuata però da un sorriso malizioso e crudele, malevolo.
Il bambino sussultò quando vide apparire dalle mani dell'uomo una fiamma di fuoco, scarlatta, sottile, che indirizzò verso l'altro con cui stava combattendo. Ma lui la seppe schivare agilmente con un abile salto di lato e, invece, gridò: -Fulmine!-, con una voce decisa e determinata.
Il cielo divenne nero e comparvero nuvole gigantesche; un primo tuono squarciò il cielo. Nella mano dell'uomo si formò un lampo. Aspettò il momento buono per lanciarlo all'avversario.
L'altro invece stava creando una nuova fiamma di fuoco, e si girò un attimo per guardare il bambino allibito e insanguinato sul letto.
-BlackStorm. -Esordì, con una voce piena di odio, guardando negli occhi verdi smeraldo il suo avversario.
L'altro sostenne il suo sguardo, consapevole che per lui quella notte sarebbe potuta essere decisiva. Delle sue nove vite, gliene rimaneva soltanto una. E non sapeva neanche se suo figlio avrebbe portato avanti la dinastia, come la profezia diceva. Un brutto presentimento, che era nella sua testa da troppe notti, gli stava dicendo che di lui e la sua famiglia sarebbe rimasto soltanto sangue. Già WaterGem, sua moglie, era morta; le era stata tolta la vita così, all'improvviso, e adesso giaceva sul pavimento con la bocca aperta in un urlo senza fine, gli occhi azzurri velati di sconforto e paura, i capelli biondi bellissimi adesso ricoperti di sangue, come il resto del suo corpo. Ma, anche così, le rimaneva tutta la regalità e la suprema bellezza di quella che era stata appena pochi attimi fa.
Volse lo sguardo verso il suo nemico, cercando di non guardare in basso, dove giaceva senza vita il Gatto-Guida nero Cinder, che sapeva parlare, come tutti i gatti della sua specie, che era stato il suo compagno per molto tempo prima che BlackStorm avesse conosciuto la donna che avrebbe amato fino alla fine, la stessa che era ora senza vita distesa a terra. Ma adesso, anche Cinder non si sarebbe più rialzato.
-Ancora non riesco a capire perché ti ostini ad andare avanti senza un senso, BlackStorm. Ormai la città è nostra. Il mondo è nostro.- Il suo nemico continuò a parlare, non distogliendo lo sguardo dagli occhi dell'altro. -Guardati intorno.- Fece un rapido movimento con la mano, indicando la donna morta a pochi centimetri da lui. -Tutto è rovina. Distruzione. Sangue. Morte. Tua sorella lo sa, e infatti lei ha capito ed è passata dalla parte del male.- Strinse gli occhi. -Perché tu no? Perché vuoi ostinatamente andare ancora avanti dopo tutto quello che ti è successo? La tua famiglia è stata praticamente decimata. È rimasto solo tuo figlio.- Guardò di nascosto il bambino rannicchiato sul letto, che stava impietrito a guardare la scena.
Adesso BlackStorm faticava a sostenere il suo sguardo. Tutto quello che l'altro aveva detto era vero. Ma non avrebbe mollato adesso. Avrebbe combattuto fino alla fine. L'avrebbe fatto per WaterGem. Per Cinder. Per suo figlio. Per la città.
Per le persone che ancora credevano in lui. Sperò con tutto il cuore che sua sorella ne facesse parte, anche se sapeva che, una volta entrati, non si poteva più uscire dalla trappola della magia nera.
-Pensaci, Jean.- Continuò il nemico. -Perché...-
-Adesso il mio nome è BlackStorm.- Lo interruppe l'altro, freddo. -C'è stato un tempo in cui venivo chiamato Jean, è vero. Ma ormai quel nome non mi appartiene più.- Volse lo sguardo a terra.
-Nulla più ti appartiene.- Aggiunse l'altro, sottovoce. -Giusto?- Sorrise, mostrando i suoi denti bianchissimi e leggermente appuntiti. Sapeva di avere fatto colpo, seppur con le parole. -C'è solo una situazione a tutto questo, BlackStorm.- I suoi occhi brillarono di malizia e malvagità. -Devi venire con noi. Potremmo creare un grande impero insieme, un nuovo mondo, dove vivere tutti in pace e armonia. Non dovrai mai più lottare per la sopravvivenza della tua famiglia. Niente più guerre. Niente più sangue.- Chinò lo sguardo a terra, dove sedeva un gatto nerissimo. Senza un occhio. Sì. BlackStorm ricordava benissimo quando glielo aveva strappato di netto. Shadow, il gatto demone e senza scrupoli. Shadow, il gatto orbo, che al posto dell'occhio sinistro aveva solo una cavità colma di buio. Quel gatto era sempre stato conosciuto così da BlackStorm e dalla sua famiglia. Qualcuno avrebbe potuto dire che era soltanto un gatto. Ma quel gatto era Shadow. E Shadow era il gatto.
E si era unito all'uomo con cui BlackStorm stava attualmente combattendo, DarkFlame, terzo dei quattro prescelti per salvare il mondo della distruzione... all'inizio, insieme a lui e a WaterGem, si era rivelato un alleato prezioso, ma, poi, era passato dalla parte di Shadow, che gli stava dando più potere di quanto lui avesse bisogno.
BlackStorm lo ricordava benissimo. Non sapeva da dove, da quando, da come, quel gatto fosse venuto.
Sapeva solo che era un Gatto-guida, come Cinder. Ma non sapeva perché fosse diventato così crudele e assetato di potere. Magari era stato vittima di qualcosa che lo aveva reso così.
Fece un respiro profondo. La magia oscura gli aveva insegnato a non fidarsi.
Rispose all'uomo, prontamente. -Quante volte ti ho detto che non sarò mai vostro alleato?- Scosse la testa. -Tu non hai neanche idea di cosa sia capace quell'immenso potere che ti sta dando Shadow. Ti sta usando...-
-Se ti unisci a noi, potresti usufruirne anche tu. Non è allettante l'idea di conquistare il mondo?- DarkFlame sorrise, malizioso. -Io e Shadow ti accoglieremo a braccia e a zampe aperte.-
BlackStorm strinse gli occhi. -Io non cambio idea, DarkFlame. E non vorrò mai che mio figlio impari da un nemico come te...-, a questo punto guardò Shadow, -... o te.-
-Chissà...- Il gatto fece un passo avanti. Era ossuto, ma i suoi artigli e denti erano affilati come non mai. Il pelo sporco e strappato in alcuni punti mostrava la pelle sotto. E, come si aspettava il bambino, parlava.-.... ma per noi il nemico sei tu...-
BlackStorm non fece in tempo a spostarsi che Shadow gli balzò addosso e si attaccò alla sua gola, infilandogli i lunghi artigli nel collo.
Il bambino sussultò. Se solo avesse potuto fare qualcosa... ma invece era lì, immobile dalla paura, su un letto fradicio di sangue.
E suo padre stava morendo.
BlackStorm riuscì comunque a indirizzare il suo fulmine verso l'avversario, con Shadow ancora avvinghiato al collo. La fiamma di DarkFlame si spense dalla sua mano non appena venne colpito, ma Shadow non lasciava la presa. A un certo punto, il gatto, con una mossa fulminea, fece schioccare i denti e li infilò di netto nella sua gola.
Il bambino guardò il padre cadere a terra. Il sangue, come se non ce ne fosse già stato troppo in quella stanza, adesso usciva a fiumi anche dal suo corpo.
Shadow mollò la presa solo quando si accorse che l'altro perdeva abbastanza sangue.
Il bambino vide il gatto guardare il corpo di DarkFlame a terra e esultare... lui era contento di avere perso un suo alleato?
-Bene. Ho sconfitto BlackStorm e il suo compagno Cinder... -, Shadow stava parlando tra sé e sé, non curandosi che il bambino lo stava ascoltando. E lo poteva sentire.
-... e anche sua moglie, wow... - Il gatto stava continuando imperterrito, ignorandolo. Aveva quella voce sottile e malevole che non gli piaceva per niente.
Avrebbe voluto andare da suo padre, controllare come stava... ma i suoi occhi erano fissi solo su quell'orribile gatto...
Ora Shadow stava guardando DarkFlame con disdegno e ripugnanza...
Allora forse è vero che non è stato contento di essere stato suo alleato... che storia c'è sotto? Forse non considerava DarkFlame al pari di lui?
Il bambino aveva troppe domande per la testa.
Ma... perché il mio potere...
Non capiva come mai il suo potere si stava manifestando così presto. Lo sentiva scorrere dentro di sé, lo sentiva invadere il proprio corpo... questa, lo sapeva, era anche la dimostrazione di saper capire i gatti... anche se si sarebbe volentieri risparmiato i discorsi di Shadow.
-Finalmente ho sconfitto il padre del futuro erede... era da tanto che aspettavo questo momento...- Shadow si girò inaspettatamente e il bambino poté vedere con orrore il suo occhio, sotto il quale non c'era niente... solo l'oscurità più profonda...
Gli sembrò che il gatto ghignasse. Contro di lui.
Che colpa ho io? Sono rimasto solo a questo mondo, e nessuno mi potrà più aiutare... e mio padre... lui sta...
Non riusciva a vedere se BlackStorm stava respirando o no, troppo sangue gli andava negli occhi.
Si girò verso Shadow. Il gatto stava parlando di nuovo. E, questa volta, rivolto a lui.
- E di te, futuro erede? Che me ne faccio di te?- Mosse due passi avanti. -Se non ti facessi niente?- Abbassò la testa, nascondendogli la vista dei suoi occhi terribili. -D'altronde sei ancora piccolo, è troppo presto per te fare le cose che ha compiuto tuo padre... e che tu dovrai purtroppo completare. - Quest'ultima frase l'aveva detta con un tono di voce più basso.
Anche se il bambino sapeva che al mondo esisteva la magia, non aveva la minima idea di che cosa gli stava parlando il gatto. Sapeva però che poteva capirlo. E questo lo spaventava.
Shadow arrivò alla conclusione del suo discorso: - Comunque sia... tu rimarrai sempre un orfano indifeso!- Mentre parlava, il bambino non poté fare a meno di notare i suoi denti appuntiti. Si ritirò in un angolo del letto, l'occhio del gatto ancora fissi su di lui.
-Ti lascio qui.- Shadow si voltò per ritornare da dov'era venuto, ma poi sembrò ritornare sui suoi passi: - Ma sappi che ci rivedremo!-
Detto questo, il gatto si girò e fuggì dalla finestra aperta. La sua lunga coda serpeggiò sul davanzale. Suoni di artigli che graffiavano la finestra.
Poi, più niente.
Il bambino non aspettò un attimo e si gettò su suo padre. Per terra, si stava allargando la pozza di sangue.
-Ascoltami...-, la voce di BlackStorm era diventata roca.
-Sì...-
-Tu, un giorno, dovrai prendere il mio posto... non so tra quanto, ma sarà inevitabile...-
-Ma... come posso io? E... di cosa stai parlando? - Nella voce del bambino c'era disperazione e paura.
BlackStorm lo guardava con occhi rassegnati, anche se il verde smeraldo che li caratterizzava continuava a brillare.
- Ogni cosa ti sarà chiara fra tanto, tanto tempo. E, se qualcuno, un giorno, ti chiederà le tue origini, tu dì solo che sei Stealth, figlio di BlackStorm e WaterGem, venuto per vegliare su questa città e sconfiggere il male. E, alla fine, tutti ti onoreranno per le tue grandi imprese. Un eroe è morto, un altro è appena sorto...-
-... spiegati...-
-Ascolta bene quello che ti dirò. - BlackStorm prese un lungo respiro, mentre il sangue non smetteva di espandersi per terra.
-... sì...-
-Il fuoco... impara a non sottovalutarlo... è colui che potrebbe ucciderti, ma che potrebbe anche salvarti, un giorno, ed essere la tua unica luce nei momenti più bui...-
Non ebbe più modo di dire niente. La sua mano fredda si richiuse su quella del figlio.
-No... come...-
I suoi occhi si chiusero.
Una goccia di sangue che ricopriva i vestiti del bambino cadde sul mantello di BlackStorm.
Rosso su nero.
Perché gli stava a significare così tanto?
-B... BlackStorm! No!-
Non respirava, non si muoveva.
Sua madre era ancora lì, per terra, come se fosse stata una bambola. Ma aveva ancora tutta la regalità e la bellezza di un tempo. Quante volte si era addormentato pensando a lei, guardando il riflesso della luna sui suoi capelli dorati, sentendo la sua dolce voce che lo tranquillizzava e lo faceva sentire al sicuro...
E ora anche lei era morta. Così, come la corrente del mare spazza via un granello di sabbia.
Erano morti tutti. Lei, BlackStorm, Cinder...
Rimaneva solo lui.
Si staccò dal padre e si alzò, scavalcando i cadaveri della madre e di DarkFlame. Cinder giaceva vicino alla finestra.
Continuò così, a camminare, avanti e avanti.
Non aveva nessun altro posto dove andare.
Uscì di casa.
Fuori non c'era anima viva; neanche un'auto, neanche una persona.
Tra la notte tranquilla e i suoi tristi pensieri affollati non c'era neanche un' affinità.
Continuò a camminare senza una meta per circa dieci minuti, senza curarsi dove andava né cosa vedeva.
All'improvviso, sentì qualcosa che lo fece sobbalzare.
... Un miagolio? Quel gatto è tornato?, si chiese.
Ma quel suono sembrava troppo tenue per essere di Shadow. E molto poco spaventoso.
Giro l'angolo. E gli si presentò davanti un gatto. Non Shadow. Un gatto piccolo. Molto piccolo. E nero.
Non era il pelo rovinato o di Shadow; era più lucido e morbido, e la luce della luna si rifletteva su di esso facendolo brillare.
Non deve avere più di un mese...
-Hey...- Il bambino si avvicinò a lui.
Il gattino fece un passo indietro.
Si inginocchiò per terra e gli tese la mano. -... Anche tu sei così solo? Ti sei perso?-
Il gattino fece due passi in avanti e gli annusò la mano.
Se avesse allungato la mano di più, avrebbe potuto accarezzarlo.
Ma fu il gatto, per primo, a venire da lui. Con movimenti furtivi, arrivò a toccargli il braccio. Miagolò piano, come se cercasse affetto. Poi, alzò la piccola testa nera e lo guardò.
Un paio di occhi verdi smeraldo guardarono il bambino.
Che... bei occhi...
Quasi non riusciva a staccarsi dal suo sguardo.
Il gattino si avvicinò ancora di più a lui.
A quel punto, il bambino lo avvolse e lo prese in braccio. Il gatto non fece una piega.
Fu allora che lo sentì. E quasi fece fatica a mantenere la presa sul gatto.
Cos'era?
Gli era sembrato quasi una scarica di energia, che gli attraversasse tutto il corpo... e per un attimo se ne era sentito intrappolato...
Cos'è... ? È un altro dei miei poteri che si sta manifestando troppo presto?
Guardò negli occhi il gatto. E in quegli occhi c'erano più misteri che il mondo potesse custodire. Racchiusi, intrappolati, dentro quello sguardo penetrante verde smeraldo e decisamente magnetico.
Il gattino fece un altro miagolio dolce e basso, poi sembrò assopirsi tra le sue braccia.
Il bambino lo guardò. Sei nero... hai degli occhi bellissimi che nascondono ogni cosa... sì, ti chiamerò Mystery.
Pensò che gli si addicesse.
Fece un respiro profondo. E adesso... dove andrò? Dopo che la mia famiglia è stata decimata, non ho nessun altro posto dove andare.. e Shadow potrebbe ancora venire a cercarmi...
A un certo punto, il gattino sembrò risvegliarsi, e guardò dritto verso la fine della strada.
Cos...?
-Cos'hai visto?-
Poi, lo sguardo del gatto si spostò a sinistra.
E il bambino poté tirare finalmente un sospiro di sollievo.
Un'auto grigia, con i fanali accesi, si era fermata proprio davanti a loro.
E, dal sedile anteriore, scese, composta e ordinata, una ragazza bionda.

♥️ ANGOLO di ~ D. BLOND ~ ❤️
Ciao a tutti!! ❤️♥️💜
Come vi avevo promesso alla fine del primo capitolo, ecco a voi il prologo del primo volume della saga di "The Guardians of the Night"!!
Posso già immaginare che qualcuno di voi stia pensando: "Ma non c'entra niente con quello che abbiamo letto finora...!", ma non vi preoccupate che non vi deluderò e tra un po' lo stile fantasy sarà assicurato anche negli altri capitoli... e io non vedo l'ora di iniziare a scrivere quelle parti! (Ho già tutto scritto nei miei appunti 😁😁😁).
Sono gasatissima per i prossimi capitoli e cercherò di essere più veloce a pubblicare, anche se in questi giorni sono stata via da casa e sono tornata da poco, quindi vi chiedo un po' di pazienza.
Non vi preoccupate se alcune cose nel prologo non vi sono chiare, man mano che la storia andrà avanti mi dedicherò senza dubbio a spiegare tutto, o, se preferite, scrivetemi in chat privata cosa non avete capito e io vi spiegherò i vostri dubbi! 💜 (Comunque nei capitoli 9 e 11 saranno più chiare le cose a tutti).
Detto questo, ciao a tutti e ci rivediamo col nono capitolo!😉❤️💖😘💞
~ D. BLOND ~

P.S. Quello nella foto è BlackStorm, mi ero dimenticata di dirlo nell'angolo autrice...🤣😽 Disegnare, infatti, è il mio secondo hobby preferito dopo lo scrivere, e mi piace veramente tantissimo... i personaggi che ovviamente disegno di più sono quelli della mia storia... e gatti 🤣❤️😸.

Chronicles of the Guardians (#1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora