Scrivo, cancello, riscrivo e ricancello ancora, basta, spengo il computer, mi dispiace non dare le giuste attenzioni al libro che sto scrivendo, Marta e Cristian meritano un racconto lungo e dettagliato della loro prima notte d'amore.
Non sono dell'umore adatto e non ci metterei sicuramente quell'enfasi e quella passione che si meritano entrambi.
Non sento Elvira da ieri sera, eccolo il mio chiodo fisso, sento un vuoto allo stomaco e un senso di completo smarrimento al pensiero che domani mattina presto partirà e poi niente sarà più come prima.
Lo è già, tutto così diverso e così distante dalla quasi perfezione che il nostro rapporto aveva raggiunto. Già, perché Elvira ha deciso di incontrare Alfredo, suo marito, avevo una piccola speranza che non lo facesse o rimandasse la partenza, invece.
Non porterà Daniele e questo devo ammetterlo, mi ha un po' rinfrancato, sono un egoista lo so, Alfredo merita di conoscere suo figlio ma al pensiero della famiglia riunita che possa finalmente andare avanti ed essere felice senza di me, io...
Sprofondo nel divano, sono esausto, non riposo da 2 giorni e nonostante le rassicurazioni di Elvira io mi sento uno schifo e ancora peggio, mi faccio schifo perché Elvira ha tentato in tutti i modi di vedermi in questi ultimi giorni ed io l'ho evitata.
Scommetto che è stata lei a citofonarmi oggi pomeriggio ed io da bravo vigliacco quale sono non le ho nemmeno risposto, non me la sentivo di guardarla dritto negli occhi e di vedere la sua pena nei miei confronti, la sua esagerazione nel rassicurarmi di un qualcosa che siamo diventati e che potrebbe sgretolarsi dopodomani, dopo il suo incontro con Alfredo.
Sono le 2 di notte, ho ancora addosso la camicia che ho indossato ieri mattina durante l'incontro con Roberta e il direttore della CE per firmare il contratto di 'Amami se ci riesci', sbottonata a metà e completamente stropicciata.
Sì perché non sono riuscito neanche a fare 2 passi per andare in camera a dormire, dopo l'ultima chiamata di ieri sera di Elvira il mio umore è colato a picco, se poteva ancora peggiorare, è sceso a dei livelli insostenibili.
Questo divano, tanto comodo ma ormai diventato infernale per il mio girarmi e rigirarmi da più di 24 ore, mi è diventato insopportabile.
Le 2 e 30 e mi pare di ricordare che passeranno a prendere Elvira alle 5 del mattino per affrontare il lungo viaggio verso Marsiglia, una scorta le hanno dato, certo perché quell'incosciente che voleva tanto fare l'eroe adesso ha messo in pericolo sia Elvira che Daniele, maledetto.
Devo fare qualcosa, non posso permetterle di affrontare il viaggio e l'incontro con Alfredo avendo dei dubbi su di me e sui miei ultimi infantili comportamenti nei suoi confronti.
O adesso o mai più, afferro le chiavi della macchina, non perdo tempo a cambiarmi e infilo velocemente le scarpe, nel silenzio del condominio mi avvio al garage e con i nervi a fior di pelle accendo il motore per percorrere quei pochi chilometri che ci separano.
La gente dorme, anche se Torino sa essere una metropoli pulsante, in settimana a quest'ora è tutto così silenzioso, è la mia notte e dentro di me c'è un vulcano che sta per esplodere.Daniele sarà sicuramente a dormire dalla vicina o almeno lo spero, non posso citofonare, le prenderebbe un colpo a quest'ora.
Digito un veloce messaggio e dopo pochi secondi sento la serratura del portone d'entrata scattare. Faccio le scale, niente ascensore, forse ho bisogno di calmare un attimo i miei bollenti spiriti, ho il fiatone quando arrivo all'ultimo gradino.
Devo avere un aspetto orrendo perché Elvira mi osserva incredula e con la fronte corrucciata, è splendidamente assonnata con una vestaglia che le copre a malapena le gambe e mi permette di sperare in una completa nudità sotto di essa.
Le corro incontro e non riesco neanche a chiudere la porta dietro di noi, in un attimo le sue spalle sono sul muro adiacente e io sono completamente sopra di lei.
Il mio corpo è completamente appiccicato al suo, la vestaglia cade sul pavimento e non ce la faccio, le strappo le mutande di dosso e faccio scendere quasi violentemente il reggiseno in modo da avere scoperti i suoi seni su cui mi ci avvento senza nessun riguardo.
- Lucio! -
- Non ora Elvira, lasciami fare -
Lo vedo il suo sguardo perso ma i suoi occhi non sono preoccupati, sono eccitati, almeno quanto i miei.
In pochi gesti le sono dentro e le spinte sono tutt'altro che gentili, oramai siamo solo sospiri e gemiti, le sue unghie conficcate nella mia schiena sono l'unica cosa di cui avevo bisogno.
E non me ne frega niente di non aver indossato il preservativo, non me ne frega delle conseguenze perché non ho paura di niente, quando sono con lei.
Ancora ansimati e ancora appoggiati al muro con le sue gambe avvinghiate al mio bacino riesco ad appoggiare la mia fronte sulla sua e forse a dire qualcosa di sensato.
- Sono un cretino, scusami. Ho lasciato che i dubbi ci allontanassero in questi ultimi giorni e tu meritavi rassicurazioni, sei mia Elvira, io sono tuo e niente può allontanarci, niente e nessuno -
Vedo Elvira sorridere e guardarmi quasi adorante - Niente e nessuno Lucio... vieni adesso, andiamo a dormire, abbiamo poche ore a disposizione e ti voglio coccolare e sentirmi abbracciata da te, perché due persone che si amano come noi Lucio, non possono stare lontane - mi prende per mano e me lo sento, niente cambierà, inizio a crederci anch'io, finalmente.Lucio e le sue improvvisate notturne 🙈🔥nel prossimo capitolo avrà sicuramente trovato la giusta ispirazione per scrivere finalmente la prima notte d'amore di Marta e Cristian 🙊☺️
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Cercami nei papaveri (#2 Book)
General Fiction(COMPLETA) *The Poppies Series #2* ~Nella lista di prima selezione dei WATTYS 2018~ Lucio è uno scrittore emergente, un ragazzo che ha sofferto molto per un grave lutto che ancora non ha superato. Noemi, la sua ragazza, un amore appena sbocciato che...