Epilogo

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- Ma alla fine perché l'hai invitata?! -
- Oh Lucio, quante storie. È di famiglia oramai, le sono affezionata ed è innocua adesso. Vedessi  il suo ragazzo, è bello quasi quanto lei, un po' più grande di età ma comunque sono proprio belli insieme -
Sbuffo perché voglio che sia tutto perfetto oggi e non vedo Monica da anni ormai, abbiamo curato ogni minimo dettaglio e alla base di tutto ci deve essere solo ed esclusivamente la nostra felicità.

- Siamo in ritardo e... papà dov'è? -
- È già dentro che ci aspetta, ti vuoi dare una calmata? -
- Sai com'è, non vorrei arrivare dopo la sposa, controllami un po' il nodo della cravatta per favore -
- Lucio sei perfetto, non perché sei mio figlio ma... sembri un modello - mamma mi guarda estasiata e ha gli occhi lucidi, chissà se farò lo stesso effetto anche su di lei.

Mi prende per il braccio ora e ci sistemiamo in modo da percorrere l'entrata della chiesa, tra pochi minuti tutto avrà inizio.
Gli invitati non sono tanti ed aspettano in piedi la nostra entrata, ho tutti gli sguardi addosso e nonostante non sia mai stato timido, mi sento in forte imbarazzo, mi tremano un po' le mani e spero che l'emozione non mi giochi brutti scherzi.
Quando arrivo all'altare scorgo i miei testimoni ben allineati vicino a me, Alessio è elegantissimo e mi sorride tiepidamente, sembra ancora più emozionato del suo stesso matrimonio.
Mary è una visione, più passa il tempo e più diventa una donna affascinante, mi strizza l'occhio e posso solo sperare che Luca non sia troppo nei paraggi, mi sono ampiamente raccomandato con entrambi, niente disastri al mio matrimonio.

Un eco di oh meravigliati mi fa voltare verso la navata centrale, una luce filtra dalle vetrate a mosaico di questa chiesa stupenda, nella collina torinese e non mi fa mettere a fuoco la sua presenza.
È come un angelo, il mio piccolo angioletto e tutte le mie difese cedono improvvisamente, mi tremano le labbra e una lacrima riesce a sfuggire al mio controllo, mamma mi stringe il braccio per confortarmi ma la mia attenzione è tutta verso di lei, la mia Noemi.

Sembra una principessa con i suoi capelli boccolosi e quel cerchietto di piccoli papaveri a contornarle la testa, un cuscino a forma di cuore tra le mani, con le nostre fedi.
I suoi occhi sono lo specchio dei miei e vorrei andarle incontro e prenderla in braccio, proprio come faccio tutte le mattine quando non riesco ad uscire di casa senza un suo bacio sulla bocca e il suo - Ti voglio bene papà -

Dietro di lei ancora più eterea e avvolta in un vestito semplice e bianco, c'è la sua mamma, la donna che ha saputo catturare la mia felicità e mi ha dato un futuro, una famiglia, la nostra, la mia Erica.
In mano un bouquet di papaveri rossi, non c'è stato bisogno che glielo chiedessi, da quando ha saputo di Noemi, della nostra storia e del suo infausto destino non ha avuto nessun problema nel ricordarla, compreso il nome di nostra figlia.

Noemi, sei arrivata due anni fa, in un caldo pomeriggio di agosto, hai rischiato di nascere in macchina, con un agitatissimo papà urlante e una povera mamma fin troppo presa a rincuorarlo e poco attenta alla rottura delle acque.

Erica, ti ho conosciuta così piccola e indifesa, triste e amareggiata, con pochissima stima in te stessa e con tanta spensieratezza da offrire.
Mi hai scaldato il cuore, ci hai messo un po' a convincermi a lasciarmi andare, a riconoscere di provare qualcosa di più di una semplice attrazione e alchimia nei tuoi riguardi.
Quando sei tornata a casa dal tuo viaggio improvviso con una pancia pronunciata e la stanchezza negli occhi non ho più avuto nessun dubbio, eri  la donna per cui avrei potuto ripetere tutto il mio martirio, tutta la mia sofferenza, non sarebbe più importato niente, perché ci saremmo stati noi tre, tu, io e quell'esserino che stava crescendo piano piano nel tuo pancino.
Non ci potevi credere quando mi hai trovato a casa tua, ad aspettarti, avevo passato quei mesi letteralmente accampato da te, non mi sarei mai perdonato di poter perdere il momento del tuo ritorno, quella stessa casa è tutt'oggi il nostro nido d'amore, il nostro futuro.

Don Mario si schiarisce la voce, riesco velocemente a dare un buffetto a Noemi e prendere per mano Erica che se possibile è ancora più tremante del sottoscritto.
È arrivato il momento, mi volto verso l'altare e quasi non sento l'introduzione del parroco perché come un film, la mia vita, scorre davanti ai miei occhi.
Monica, i miei libri, Noemi, il lutto, Elvira, Daniele, la mia rinascita, i miei dubbi, Erica e la mia piccola Noemi.
Perché tutto passa, tutto scorre e forse io qualcosa di buono l'ho fatto nella mia vita per meritarmi finalmente, la mia famiglia felice.

~ Fine ~

Cercami nei papaveri (#2 Book)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora