Capitolo 18

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*Jughead*
Sono le 22.40 e sto andando alla festa a casa di Midge. Non sono solito ad andare a questo tipo di feste, con centinaia di persone, dove c'è alcol e musica altissima. La sola ragione per cui ci vado è per vedere Betty. È stato magnifico quando finalmente l'ho potuta baciare, anche se dopo c'è stato quel coglione a rovinare tutto...

Sono in anticipo e già dall'angolo della strada sento la musica della festa.
Entro in casa e cerco i suoi occhi. Non vedo l'ora di vederla e di poterle prendere la mano e baciarla ancora. La vedo, seduta sul divano, da sola. Forse sta aspettando Veronica. Decido di farle una sorpresa, e passo per la cucina a prendere qualcosa, intanto mi fermo a parlare con un paio di persone, che dicono di essere stupite a vedermi a una festa del genere. Quando finalmente riesco a oltrepassare la massa di ragazzi che sta ballando. Arrivo in soggiorno, ma Betty non c'è più. Giro per la casa per cercala, ma non la trovo da nessuna parte. Mille ragazze seminude girovagano intorno alla piscina, ma non ci faccio troppo caso, non sono come uno di quei ragazzi che impazzisce per le ragazze super fighe. La maggior parte sono tutte troie...

Mi avvicino a Midge, forse lei mi può aiutare "Ehi Midge!" Le urlo avvicinandomi
"Ehi Jughead, non mi aspettavo saresti venuto" mi dice mentre si gira a guardarmi
"Già nemmeno io..." rispondo "Sai dov'è Betty?" Chiedo diretto
"L'ho vista andare al piano di sopra con un ragazzo, penso sia stato Chuck, ma non mi ricordo, scusa"
Mi si gela il sangue al solo pensiero che possano essere insieme in questo momento, devo raggiungerla
"Ok grazie" mi giro e lascio i 2 bicchieri che avevo preso prima su un tavolino, e inizio a farmi spazio tra gli studenti, nel modo più veloce che posso. E se si trovasse in pericolo? O magari lo ha fatto di sua spontanea volontà.... Non mi interessa, voglio vederla con i miei occhi se sta bene o meno.

Corro per le scale e apro tutte le porte del corridoio lunghissimo. Ma niente, non trovo Betty, solo ragazzi che si limonano in alcune stanze. Ma a me poco importa che li sto interrompendo. Un solo pensiero ho per la mente, cioè la sicurezza di Betty. Manca l'ultima porta, e con tutta la forza che ho in corpo la apro, sperando di trovarci lei, sennò non saprei più dove cercare.
La stanza è buia, solo la luce della luna che filtra dalla finestra, illumina l'immagine che mi si presenta davanti. È un ragazzo, si sta slacciando i pantaloni, ma non riesco a capire chi sia. Vedo anche una ragazza, sdraiata nel letto; ha i capelli biondi, e sembra ferma, immobile, quasi addormentata.

Cerco di focalizzare l'immagine, e quando vedo i suoi lineamenti capisco subito chi sia...
Cazzo è Betty!
Mi avvicino e spingo via il ragazzo che si sta ancora slacciando la cintura. Non so chi sia, ma l'unica cosa che voglio è ucciderlo, in questa stanza buia, proprio in questo momento.
"Che cazzo stavi facendo eh?" Urlo con un pugno in aria mentre gli stringo la maglietta. Quando capisco anche chi sia il ragazzo, la mia voglia di spaccare tutto si fa sempre più presente.
Gli tirò un pugno, e poi un altro e un altro ancora, mentre lui cerca di sfuggire a me, e alla mia ira.

Ma tutta la rabbia che ho nel corpo la sto sfogando su di lui, che nonostante sia un giocatore di football, non riesce a difendersi o a scappare.
"Fermati, fermati!" Mi urla. Ma non lo ascolto, lo continuo a colpire, fino a sentire male alle mani e alle nocche. Non doveva farlo, non con lei, non doveva permettersi di ferirla, e io sono qua, per difenderla, per salvarla. Quando sento che ormai non cerca più di dimenarsi e si accascia a terra senza forze, capisco che è svenuto. Lo lascio a terra e mi alzo con il sangue sulle mani e sulla maglia.

Tutto quello che penso adesso, è andare da Betty, a vedere come sta. La vedo sdraiata, sembra morta, è ferma, e il suo sorriso non splende come quando eravamo insieme sulla collina.
"Betty, svegliati forza, svegliati cazzo!" Le urlo prendendole una mano, quasi piango, ma non posso, non adesso, devo pensare a lei e devo restare lucido. Il suo vestito è semi-alzato, ma non le ha scoperto niente. La prendo in braccio e la porto fuori dalla stanza dell'inferno. Decido di passare per la porta secondaria, non voglio che ci veda troppa gente.

Passo sotto gli occhi di alcuni ragazzi che si accorgono di noi, ma io me ne frego, continuo a camminare a passo svelto fino ad arrivare alla mia macchina in fondo alla strada. Fortunatamente sono riuscito a rubarla a mio padre qualche ora prima. La appoggio sul sedile del passeggero e cerco di parlarle
"Betty mi senti? Se mi senti fammi un cenno con la testa" Ma niente, non si muove, è ferma. Che cazzo faccio? La porto all'ospedale? E cosa dico ai dottori? Mi allontano leggermente dalla macchina e mi metto le mani alla testa e mi stringo i capelli, con gli occhi lucidi che guardano spaventati tutti quello che c'è intorno. Non sono riuscito a proteggerla, ho infranto la mia promessa di essere sempre stato accanto a lei nei momenti brutti, ma non c'ero, non c'ero nel momento peggiore... Sbatto un pugno sulla macchina, lasciando una traccia di sangue che gocciola dalle mie nocche.

Mi riavvicino alla macchina e vedo che ha mosso leggermente la testa. A un certo punto, apre gli occhi in due fessure
"Betty, Betty ci sei? Mi senti? Ti prego Betty resta sveglia!" Le urlo toccandole la guancia.
"Io..." cerca di parlare, ma si ferma subito dopo.
"Vuoi andare all'ospedale?" Chiedo parlandole nel modo più chiaro possibile, in modo che mi capisca.
Fa cenno di no con la testa
"Sei sicura Betty, se vuoi ti ci porto adesso" le dico preoccupato e guardandola attentamente per capire ogni minima cosa che cerca di dirmi.
Fa un altro cenno di no.

Mi siedo in macchina e metto in moto.
"Adesso ti porto a casa tua, c'è qualcuno in casa?" Le chiedo
"No..." dice debolmente e subito dopo chiude gli occhi.
Decido quindi di portarla all'ospedale. Leggo il cartello con l'indicazione per andare lì, e faccio inversione con la macchina.
"Cazzo, cazzo, cazzo!" Urlo mentre piango. Ho perso il controllo, sto perdendo la cosa più bella e importante della mia vita, e adesso è affianco a me, che non da nemmeno segni di vita.
"Cazzo Betty, no, stai con me, ora andrà tutto bene. Stai con me Betty, STAI CON ME!" Le urlo prendendole la mano e sporcandola di sangue. Non riesco nemmeno più a vedere chiaramente la strada, a causa delle lacrime che mi annebbiano la vista, infatti penso di aver colpito alcuni oggetti per la strada e le persone mi suonano il clacson dato che sto cercando di superare tutti

A un certo punto sento come una stretta alla mano. È lei, mi sta stringendo debolmente la mano, e io la guardo, felice che almeno sia sveglia. Poi balbetta qualcosa
"Non... portarmi... all... all... all'ospedale"
"No Betty andiamo all'ospedale adesso!" Dico spostando lo sguardo tra lei e la strada.
"No... io sto... bene... ho solo bisogno di un po'... d'acqua" dice aprendo gli occhi.
Siamo nella via di casa sua... Non so cosa fare, se fermarmi o andare avanti.
"Fermati qua, a casa" dice quasi leggendomi nel pensiero.
Decido di fare come mi dice, forse ha paura di cosa possa dire sua madre se la vede là, o forse ha avuto brutte esperienze con gli ospedali.

Fermo la macchina, e scendo per prenderla in braccio
"C'è una chiave, dentro al vaso" mi dice in un sussurro. Prendo la chiave e apro la porta, e la faccio stendere sul divano mentre mi dirigo in cucina a cercare un bicchiere d'acqua. Glielo porto e le alzo la testa, mettendole sotto i cuscini. Mentre ero in cucina sembra essersi ripresa leggermente. Gli metto il bicchiere vicino alla bocca e ne beve un sorso.
"Penso mi abbia messo qualcosa nel bicchiere" dice con la voce rotta. "Qualcosa per stordirmi per alcuni minuti" continua.
Intanto io la guardo, ma non so cosa dire. Le prendo una mano e la stringo, con ancora le lacrime agli occhi, odio il fatto di non essere riuscito a proteggerla.
"Ehi, stai tranquillo" mi dice mentre mi accarezza la guancia, ma il suo volto sembra assente "Ora sto bene, grazie a te" mi dice guardandomi e asciugandomi le lacrime con il pollice, proprio come avevo fatto io una volta... fa cadere il braccio, come se non avesse più forze.

La porto in camera e resto un po' a vederla mentre dorme mentre le tengo ancora la mano.
La stavo per perdere, e giuro che avrei dato la mia vita per vederla continuare a vivere....

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*Spazio autrice*
EHI! Volevo dire grazie a tutti quelli che ogni volta votano e commentano i miei capitoli, per me è la parte più importante❤ Cosa ne pensate di questo capitolo? Sembra ci sia un lieto fine, vedremo cosa succederà nel prossimo... Domani!! Commentate e votate❤

BUGHEAD || Lotterò per teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora