Primo Giorno, Nuova Vita

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04/10/2021, quando tutto iniziò
New York, New York

07:00; lunedì
"No, proprio non ce la faccio..."
Borbottai tra me e me e mi rimisi a dormire, ma mi svegliai di soprassalto per un incubo: cazzo, non avrei dovuto vedere Requiem for a Dream... Mi guardai il braccio per sicurezza e poi guardai l'orologio: 07:50. Imprecai e mi alzai di scatto. Insomma, non era il modo migliore d'iniziare la giornata e, soprattutto, d'iniziare il mio primo giorno alla School of Visual Arts di New York, no? Fortunatamente, essendo un college, alloggiavo lì e, se mi fossi sbrigata a prepararmi, sarei arrivata senz'altro in tempo, ma, cazzo, nemmeno Bolt ce l'avrebbe fatta in dieci minuti, e io DETESTO fare le cose di fretta. Mi preparai più velocemente che potei mettendo la prima tuta che trovai nell'armadio, lasciai i miei capelli ambrati e lunghi fino al sedere sciolti e non mi truccai (i miei occhi verdi bastavano e avanzavano d'altronde, modesta). Diedi la colazione al mio adorato gatto, Alaska, ed uscii dalla stanza.
"Però..."
Pensai.
"... Soltanto dieci minuti di ritardo!"
Entrai di fretta in classe col fiatone (ed era un miracolo che avessi beccato la classe giusta, leggere quell'e-mail lunghissima inviatami dal decano fu utile, dopotutto) e notai che il professor Jim Arnoff mi guardò un pochino male e mi disse:
"Tu devi essere Ceccarelli, giusto? Eri l'unica che risultava non presente."
Annuii con la faccia da cane bastonato e mi sedetti al primo posto libero che trovai.
La lezione proseguì con prima la nostra presentazione e poi il professore che ci ripeté le indicazioni che già c'erano in quella noiosissima mail: le lezioni iniziavano alle 08:00 e terminavano alle 13:00 ed erano dal lunedì al venerdì; e menomale, almeno avremmo avuto il pomeriggio per studiare (cosa di cui fui molto sollevata, perché le lezioni pomeridiane non sarei proprio riuscita a sopportarle). Il professore ci fece anche vedere il teatro dove avremmo svolto le nostre prove pratiche. La mensa e i dormitori li conoscevamo già tutti, e delle altre classi non c'importava poi molto essendo di corsi differenti.

14:00
Dopo aver pranzato in mensa da sola, perché mi era già bastato farmi riconoscere col ritardo di questa mattina, decisi di uscire ed andare dall'altra parte della strada: notai una discoteca a sinistra ed una palestra a destra: decisi di lasciare il curriculum per lavorare nella discoteca, per avere una minima indipendenza visto che l'università già me la pagavano i miei genitori, e d'iscrivermi in palestra, altrimenti ciao ciao fisico, poi chi mi avrebbe sbavato dietro come tutti quegli snob con la puzza sotto al naso in classe oggi?
"Pff, come se te ne importasse qualcosa, Mrs. ego smisurato peggio di Jared Leto."
Ecco il mio subconscio, pronto a rompermi le ovaie come sempre. Ma puoi startene nel tuo ogni tanto? E poi basta nominare Jared, mi verrà il mal di testa a forza di pensarlo.

16:00
Tornai a casa con Alaska che mi soffiava.
"Ma che cazzo gli ho fatto, 'sta volta...?"
Pensai.
E poi, ecco, mi ero dimenticata di dargli il pranzo, deficiente! Ero tornata in stanza soltanto per posare lo zaino e me n'ero riandata subito. Dato che non avevo niente da fare, dopo aver dato da mangiare a quella sottospecie di gatto morto di fame, mi misi ad ascoltare i miei adorati Thirty Seconds to Mars; misi Up in the Air ed iniziai a cantare:
"I've been up in the air
Out of my head
Stuck in a moment of emotion I destroyed
Is this the end I feel?"
[...]
Ero brava, dovevo ammetterlo, ma la mia passione era la recitazione, ma se si fosse mischiata anche la musica, ancora meglio!

20:00
Andai in mensa a cenare, vestita com'ero quella mattina e quindi sotto lo sguardo giudicante dei miei colleghi che erano già al terzo outfit della giornata: detestavo la superficialità di quel posto, ma suppongo che per realizzare i propri sogni bisogni mandare giù qualche rospo.
Finito, tornai in camera. Feci delle partite alla PlayStation e, da brava giocatrice quale sono, ovviamente, imprecai e per poco non lanciai il joystick.
Si fece presto abbastanza tardi e mi misi a dormire, mi aspettava un nuovo giorno l'indomani e, di certo, non volevo arrivare in ritardo come oggi...

You & Me || Jared LetoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora