Capitolo 18

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Nell'edificio risuona all'improvviso lo sparo di una pistola.
Non riesco a non andare nel panico immaginando gli scenari peggiori, ognuno dei quali termina con la morte di Trevor.

Decido di darmi da fare per uscire da questa cella buia in cui mi hanno rinchiusa.
Recupero la stanghetta che sono riuscita a tenere nascosta.
Le "lezioni" di scassinamento con Viky dovrebbero pur essermi servite a qualcosa.
Armeggio per un po' con quest'affare fino a quando non sento il click della serratura.
Un sospiro di sollievo abbandona le mie labbra secche per la scarsa idratazione.

Corro silenziosamente alla ricerca di un'insegna miracolosa che mi indichi l'uscita.

"Cazzo" sento una voce urlare in lontananza "cazzo cazzo cazzo! È scappata branco di stupidi andate a recuperarla!"

Aumento il ritmo della mia andatura in preda al terrore di ciò che pottebbero farmi.
Giungo nell'ala opposta dalla quale provengo.
Un liquido denso e scuro ricopre il pavimento.
Mi porto le mani alla bocca disperata e inizio a piangere nonappena riconosco a chi appartenga.

Mi sveglio immersa in un lago di sudore.
Il suono del mio respiro affannoso a riempire il silenzio della mia camera.
Devo essermi addormentata per la notte passata in bianco.
Sará questa la verità scomoda che tutti mi nascondono?

Guardo la sveglia sul comodino, indica le 14.00.

Il mio cellulare vibra incessantemente ma io non riesco a muovere un muscolo al ricordo di ciò che ho appena sognato.

Resto per una quindicina di minuti cosí, a fissare il vuoto, prima di rispondere all'ennesima chiamata.

"Pronto" la mia voce sembra aver perso traccia di ogni colore.

"Finalmente! Che fine hai fatto?"
una Victoria disperata dall'altro capo del telefono mi urla nell'orecchio.

Senza parlare oltre chiudo automaticamente la chiamata.
Non mi perdonerà per averle attaccato il telefono in faccia.

Non importa.

Scendo al piano inferiore sperando di trovarci mia madre.

Ho bisogno di parlarle.

Ma nel salotto ci siamo solo io e il mio riflesso sulla tv.

Devo scoprire cosa diamine sta succedendo una volta per tutte.

E so da chi andare per avere un resoconto completo.

Trevor's POV

Poso le chiavi dell'auto sul tavolino dell'entrata ripensando alla serata stupenda che abbiamo trascorso insieme.
Stava andando tutto alla perfezione, fino a quando non l'ho riportata a casa.

Lancio un grido di disperazione scompigliandomi i capelli per la frustrazione.

"Tutto bene?"

"Pensavo fossi uscita Mel" mia sorella mi guarda preoccupata e confusa.
Alterna lo sguardo tra me e l'ingresso come se stesse aspettando l'entrata di una seconda persona.

Solo allora mi ricordo del pranzo che le avevo promesso.
La tavola adesso che ci penso é ancora imbandita.
Non avevo fatto caso a nulla nonappena varcata la soglia.

"Ha avuto un imprevisto all'improvviso e non ha potuto partecipare al pranzo" sembra delusa dalla mia risposta "mi spiace, avrei dovuto avvertirti"
Indico tutto ció che si era impegnata a preparare.

"Fa niente, ci saranno altre occasioni" alza le spalle mettendosi comoda sul mio divano.

"Per rispondere alla tua domanda.." sono incerto sul raccontarle cosa è realmente successo "va tutto alla grande".

Sono queste le mie ultime parole prima che lo scampanellio continuo alla mia porta attiri la nostra attenzione.
Scosto la tenda dalla finestra accigliandomi nello scorgere Amelia che ha tutta l'aria di essere incazzata nera con me.
Le mie parole devono averla sconvolta.

Apro la porta ritrovandomi i suoi occhi verdi cerchiati dalle occhiaie per il mancato sonno di questa notte privi della loro solita luce.
Indossa la sua tenuta da corsa.
Non ho neanche il tempo di dire una parola che si piomba in casa mia urlando.

"Tu razza di bipolare bastardo, che diavolo succede?"

I suoi occhi mi accusano di chissá quale misfatto.
Non può essere cosí arrabbiata per una frase.

"Abbiamo trascorso una splendida serata e te ne vai via gelido con un addio velato tra le tue parole?"

Oh come non detto.

"Amelia io-"

"È da quando sei arrivato che non riesco a stare in pace con me stessa".

Continua a sbraitarmi contro senza accorgersi della presenza di mia sorella che fa da spettatrice alla scena.

"Cosa c'entra mio padre in tutto questo?"

Mi paralizzo sgranando gli occhi.
La mia reazione deve aver fatto scattare qualcosa in lei.
Si avvicina a me puntando un dito sul mio petto.

"Cosa gli hai fatto?"

Urla questa volta piangendo e tirando pugni al mio corpo immobile.

"Ho sognato che un colpo di pistola risuonava in un edificio in cui ero imprigionata.
Il suo corpo era immerso in una pozza di sangue" finisce balbettando sull'ultima parola.

"Posso spiegarti tutto" le sussurro.

"Inizia a parlare allora" una minaccia velata passa dai suoi occhi.

"Non adesso" le dico indicando il divano.

Sembra ripercuotersi dal suo momento d'isteria per accorgersi solo alla fine della presenza di una terza persona.

Diventa rossa come un peperone per lo sfogo che ha appena avuto.

Nonostante la situazione sorrido per la sua timidezza.

"Ciao Amelia" le dice Melany cauta.



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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 09, 2018 ⏰

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