CAPITOLO 3

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L'istante successivo, i corridoi prima deserti straripavano di ragazze che correvano e di insegnati indaffarati, mentre le luci rosse continuarono ad accendersi e spegnersi. Uno scaffale carico di trofei ruotò su se stesso, targhe e nastri che commentarono i vincitori dell'annuale combattimento corpo a corpo e delle competizioni di decrittazione a squadre finirono in una nicchia segreta dietro la parete, mentre una fila di premi di gare di nuoto e concorsi di competizione ne prendevano il posto.

Sopra di noi, nella parte alta del salone d'ingresso, tre striscioni in oro e rosso porpora con le scritte, Imparare le sue arti, Onorare la sua spada e Custodire i suoi segreti si arrotolarono miracolosamente verso l'alto, e furono sostituiti da cartelli scritti a mano a sostegno di tale Emily per la presidenza del consiglio degli studenti.

La Buckingham trascinò me e Bex su per l'ampia scalinata, mentre uno stormo di primine correva nella direzione opposta, strillando a pieni polmoni. Mi ricordavo l'impressione che mi aveva fatto quella sirena la prima volta che l'avevo sentita e non mi stupiva che le ragazze si comportassero come se fosse la fine del mondo. Ma la Buckingham gridò: "Ragazze!" e le zittì. "Seguite Madame Dabney. Passerete il pomeriggio alle scuderie. E fanciulle..." aggiunse, apostrofando un paio di gemelle con i capelli scuri particolarmente esagerate "...contegno!"

Poi si girò e si fiondò su per le scale, fino al secondo piano, dove il professor Mosckowitz e il professor Smith stava stavano cercando di trascinare una statua di Eleanor Everett (la Gallagher Girl che disattivò una bomba alla Casa Bianca con i denti) nello sgabuzzino delle scope.

Attraversammo velocemente il Salone della Storia, dove la spada di Gillian stava scivolando dolcemente nel vano sotto la sua custodia, come Excalibur che torna alla Dama del Lago, per essere rimpiazzata dal busto di un uomo con orecchie enormi che si dice sia stato il primo presidente dell'istituto.

L'intera scuola era in uno stato di caos organizzato. Bex e io ci scambiammo uno sguardo interrogatorio, perché in teoria avremmo dovuto essere al pianoterra insieme alle altre alunne di seconda, a controllare che non fosse rimasto in giro niente che potesse ricondurre allo spionaggio, ma la Buckingham si voltò per sollecitarci: "Ragazze, muovetevi!" Non sembrava più la nostra dolce, vecchia insegnate, ma piuttosto la donna che era riuscita da sola a impossessarsi di una mitragliatrice nazista durante il D-day.

Si sentì un frastuono dietro di noi, seguito da imprecazioni in polacco, e capii che la statua di Eleanor Everett doveva essere andata in un miliardo di pezzi; a in fondo al Salone della Storia mia madre era appoggiata alla a due ante del suo ufficio, e sgranocchiava M&M's in tutta calma, come se mi aspettasse per portarmi a casa dopo l'allenamento di calcio, in un giorno qualunque.

Indossava un tailleur-pantalone nero e i lunghi capelli scuri le ricadevano sulle spalle. Un ciuffo di frangia sfiorava una fronte perfettamente liscia, come lei giura che diventerà anche la mia, non appena i miei ormoni finiranno di fare la guerra ai miei pori.

A volte sono stracontenta che passiamo il novanta per cento della nostra vita dentro il collegio, perché ogni volta che usciamo mi tocca guardare gli uomini sbavare dietro mia madre, o ascoltarne qualcuno che (puah) le chiede se siamo sorelle, il che mi manda in bestia, anche se so che dovrei sentirmi lusingata per il solo fatto di essere riconosciuta come sua parente.

Per farla breve, mia mamma è uno schianto.

"Ciao, Cam, Rebecca" disse, e poi si voltò verso la Buckingham. "Grazie per averle portate, Patricia. Vieni dentro un istante." Nel suo ufficio, grazie alle pareti insonorizzate, il subbuglio del resto della scuola giungeva smorzato. La luce penetrava dalle vetrate a piombo delle finestre e si rifletteva sui pannelli di mogano e sugli scaffali della libreria alta fino al soffitto, che come Veleni nei secoli e Guida pretoriana a una morte onorevole, e mostrare il lato con volumi frivoli quali Educazione a alta società o Mensile dell'istruzione privata. Sulla scrivania c'era una foto di noi due in vacanza in Russia, e rimasi a bocca aperta nel vedere come, mentre noi ci abbracciavamo e sorridevamo in primo piano, sullo sfondo al Cremlino si sostituiva il Castello di Cenerentola di Disney World.

VORREI DIRTI CHE TI AMO MA POI DOVREI UCCIDERTIWhere stories live. Discover now