Capitolo dieci

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-COSA?!
-Papà, per favore... Stai calmo...
-NO! Adesso noi andiamo e dirai TUTTA la verità!

È stata questa la reazione di papà quando gli ho raccontato il motivo della mia sospensione.
Mi ha obbligato ad andare dalla polizia e quando sono scoppiata a piangere mi ha tirato un ceffone di quelli che non riesci proprio a dimenticarti.

Sono in centrale, avvolta da una coperta con un poliziotto che cerca di consolarmi.

Sinceramente, tra tutto quello che mi è capitato questo mese, è stato quello schiaffo a risvegliarmi. Ho capito solo in quel momento cosa era successo fino ad ora.

L' agente apre la porta del suo ufficio, facendone uscire mio padre.

Avete presente quegli sguardi pieni di bontà? Quando non avete un vero e proprio motivo per fidarvi di una persona, ma vi viene naturale, quindi lo fate e basta. Ecco... Quando i nostri sguardi si sono incrociati ho provato proprio quella sensazione, una sensazione che non provavo da tanto sinceramente...

Mi fa entrare con fare gentile. Inizia a farmi alcune domande.
-Prima di tutto... Ho bisogno di sapere il nome e cognome della persona in questione
-Tiler Cox.
-Cos'è successo?
-Da dove cominciare... - faccio un sospiro profondo e i miei occhi diventano lucidi - Ha iniziato con il seguirmi, era da alcuni giorni che mi sentivo osservata e un giorno in cui ho avuto un appuntamento l'ho scoperto. Il giorno dopo, ero uscita verso le due di notte per portare a spasso il mio cane, sentivo sempre la stessa sensazione, ma questa volta ho sentito dei passi e Ivy ha cominciato a ringhiare, pochi secondi dopo sentivo qualcuno iniettarmi qualcosa sul collo e io perdo i sensi.
Mi sono risvegliata in quella che sembrava la sua cantina... - e così passo due ore a parlare di tutto il caso e di tutto quello che Tiler mi ha fatto.
-Quando è successo?

Gli racconto tutti i dettagli.
Dopo circa mezz'ora l'agente Ortiz mi fa uscire. Papà ormai è andato a casa, quindi il poliziotto mi riaccompagna in macchina.
-Hai passato tanta roba... Sicura di stare bene? Ne hai parlato con tua madre...?
-Mia madre è morta, credo.
-Oh...
Passa un po' di tempo a pensare.
-Un attimo, cosa vuol dire "credo"?
-Vuol dire che non è stato ritrovato alcun corpo e non so nulla sul suo caso, potrebbe benissimo scappata in un altro stato o magari è stata uccisa e poi sciolta nell'acido...
-E la polizia...?
-Cosa dire su quegli incompetenti? Hanno lasciato perdere il caso dopo qualche settimana e non hanno risolto niente, e io ora ho questo dubbio...
-Ovvero?
-Per quello che so potrebbe essere stato mio padre...
Lui sgrana gli occhi.
-Sì, lui... E vorrei scoprire il motivo, cosa le sia successo...
-Capisco.
Rimaniamo in silenzio per un minuto, poi si ferma davanti casa mia.
Prima che esca, peró, mi dice:
-E se ti aiutassi a scoprirne qualcosa?
-D-Davvero...?
-Ma certo... Mi hai reso curioso e... È capitato qualcosa di simile a me e voglio aiutarti a trovare le risposte che cerchi.
Quasi scoppio a piangere.
-Grazie...
-Di nulla tesoro, ora peró vai a casa, tuo padre ti aspetta.
Deglutisco.
Mio padre...

Entro in casa e senza dirgli una parola, mi chiudo in camera mia.
Mi sdraio sul letto e penso.
Penso a tutto quello che mi è capitato, tutto quello che ho fatto e le conseguanze delle mie azioni... Tutto questo sarà stato il karma? Magari ho fatto qualcosa di veramente sbagliato senza rendermene conto...

Mi arrampico fuori dalla finestra e salgo sul tetto.
Mi ricorda quando facevo cose simili insieme a mamma, quando vivevamo ancora a Concord...
Ci siedevamo sul tetto della nostra piccola casetta e parlavamo. Eravamo capaci di farlo per ore...
Qui a Lexington le cose sono così diverse...

Mi perdo nei miei pensieri, fino a quando papà non si mette a urlare il mio nome, spaventato.
Io mi affaccio a testa in giù e lui si prende un colpo.

Rientro in camera e ceniamo.
È una cena silenziosa come poche.
Persino quando mangio da sola c'è piú conversazione...

Quando la tortura finalmente finisce, torno in camera mia e penso alla copertina...
Chiamo Alec senza pensarci due volte e gli chiedo di leggere il libro.
Vado a casa loro praticamente subito e suono il campanello.
Mi apre la madre.
-Ronnie...?
-In persona.
-Mi piace il tuo nuovo stile
-Grazie, finalmente qualcuno che lon nota...
Ridiamo un po' poi entro in casa.
Trovo Ryan che mi abbraccia entusiasta.
-A cosa devo il piacere della sua visita?
-Oh sai, mi mancavi e... Vorrei impegnarmi sulla copertina di questo libro, e per farlo devo leggerlo, per capire le essenze dei personaggi e... Non ti interessa per niente, vero?
-Ah si notava? - sorride.
Un giorno mi ucciderà con quel dannato sorriso...
Prendo il libro ma decido di restare con Ryan per la notte. Mando un messaggio a mio padre per avvertirlo.
Strano ma vero, è la prima volta che entro nella sua camera.
È esattamente come me la sono sempre immaginata.
Pareti chiare, un letto matrimoniale (non so neanche il perché), un armadio piccolo ma strapieno e una scrivania a dir poco disordinata.
La cosa che mi piace di piú, peró, è che in qualsiasi angolo io posi lo sguardo, ci sia sempre un segno della sua presenza.
Poi... Questa stanza ha il suo stesso profumo.
Mi piace.
Mi ci potrei abituare a dire il vero...

Mi pento di non essermi vestita piú pesantemente. Ryan lo nota e mi dà la felpa che indossa. Rimane con una maglietta che gli sta un po' stretta...

In quel momento il mio cervello va in tilt. Il mio cuore parte come un razzo e la mia faccia diventa tanto rovente da poterci cucinare dei pancake senza alcun problema.

Ritorno alla realtà.
Afferro la sua felpa e me la infilo con molta grazia e femminilità (sembravo un gorilla).
Ha il suo profumo...

Ci sdraiamo sul letto e ci guardiamo dritti negli occhi per quella che sembra un'eternità...
All'improvviso mi viene in mente una cosa.
-MERDA!!!
-Cosa?!
-I-io... Non so se Tiler mi abbia fatto perdere la verginità... Per quello che so pitrei essere incinta...
-Non ti preoccupare, qualsiasi cosa succeda, io saró qui con te.
-Per sicurezza... Possiamo andare in farmacia a prendere un test di gravidanza...?
-Certamente.
Quando salutiamo, Alec ci chiede:
-Cosa dovete fare a quest'ora?
-Oh sai, potrei benissimo essere incinta e vorrei saperlo con certezza. Andiamo a comprare un test.
-Quindi voi due...?
-No, ancora no. Peró quando Tiler...
La mamma annuisce e ci fa andare.

In farmacia il nostro imbarazzo si leggeva sulle nostre facce.
Quando andiamo a pagare, la farmacista ci guarda storto...

Torniamo a casa e io vado in bagno a fare il fatidico test.

S-sono...

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