Capitolo diciotto

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Mi giro e vedo la persona che mai avrei voluto vedere.
Ebbene sì, io ho una sorella.
Si chiama Riley, ha dieci anni più di me e quando io avevo sette anni i miei genitori (o meglio, mio padre) la cacciarono di casa perché faceva uso di sostanze.
Non la vedo da allora.

Ai suoi piedi, ci sono Ryan e Alec.
Lei gli sta puntando una pistola contro.
-Posso sapere cosa diamine stai facendo?!
-Conosci questi stronzetti?
-Direi di sì, quindi smetti di puntargliela addosso.
Lei peró non smette.
-Spiegami cosa ci fanno qui.
-Lo faró solo se potremo parlarne con calma.
-Bene. Fila in cucina.

Ci spostiamo in cucina e parliamo davanti a una tazza di caffé come se non fosse successo niente prima.
-Quindi cosa ci fai da queste parti? Non vi eravate trasferiti?
-Beh... Riguarda la morte di mamma.
-Dimmi, vuoi scoprire di più sulla sua morte?
-Esatto.
-Ti ho già anticipata io sorellina. Purtroppo peró non ho scoperto nulla di bello.
-Racconta...
-Ne sei sicura? Non voglio che tu ti senta male dopo...
-Ho superato cose che non puoi immaginare. Sputa il rospo.
-Prima di tutto. Hai notato qualcosa di diverso prima che papà ti dicesse che era morta?
-Beh... Litigavano molto piú spesso e... Un giorno ho visto papà metterle qualcosa nel bicchiere e lei poco dopo si è sentita molto male...
-Mmmh...
-Tu che hai scoperto invece?
Lei sospira e vedo il suo sguardo vuoto, che non le ho mai visto fare.
-Ho trovato il suo cadavere.
-COSA?! Dov'é?
-Era proprio qui in cantina.
-I-io... Io devo sapere cosa cazzo ha fatto papà, a costo di morire!
-Aspetta Veronica...

Era da tanto che qualcuno non mi chiamava con il mio nome intero.
Riley non lo aveva mai fatto, ma immagino che questi anni separate ci abbiano allontanate anche psicologicamente.

Vedo in lontananza Ryan e Alec che mi guardano molto straniti.

-Puoi non chiamarmi così...? Sai che non mi è mai piaciuto...
-Scusa... Comunque devi sapere il resto della storia.
-C'é dell'altro?
-Sai perché litigavano?
-No... Tu lo sai...?
-Avrei qualche idea... Sai che io ho conoscenze un po' ovunque no? Beh... Diciamo che un mio amico ha scoperto di una persona che vendeva organi al mercato nero. Dopo un'attenta ricerca e dopo essersi messo in contatto con lui abbiamo scoperto che era propio nostro padre...
-Cosa...?
-Quindi ho ipotizzato che stessero litigando per quel motivo...
-N-non ho ben capito... Non si trattava solo di reni...?
-No. Per quello che posso sapere lui faceva in modo che i pazienti morissero per poi esportare gli organi.
-Sembra una cosa da film...
-E invece è la verità. Nostro padre è uno stronzo criminale che non si merita altro che la prigione!
-E... Quindi ha ucciso la mamma per quello...?
-Credo di sì.

Scoppio a piangere e lei mi abbraccia, ma non ci diciamo altro. Non è necessario.

Passano ore, ma le lacrime continuano a bagnarmi le guance.
Sono abituata a soffrire ma... Capitemi, è una cosa complicata.

Dopo molto tempo, riesco finalmente a riprendermi e a pensarci su.
Ancora non riesco a crederci.

-Riley... Mi presteresti le chiavi delle tua macchina?
-Ronnie non credo sia una buona idea...
-Riley. Dammi quelle chiavi.
-No, sei presa dalla rabbia, per favore non fare le tue solite cazzate...
A quel punto prendo la sua pistola che aveva appoggiato sul tavolo e la impugno tremando.
-HO DETTO DAMMELE!
-Ronnie ti prego... So che sei arrabbiata ora, ma non dovresti fare così...
-Se non me le dai subito ti sparo.
Lei alla fine sospira e le poggia sul tavolo, poi mi abbraccia e sussurra:
-Ti prego non fare nulla di cui poi potresti pentirti...
Io annuisco e corro in macchina. Per sicurezza ho conservato la sua pistola...
Sono letteralmente fuori di me.

Guido fino a casa mia e parcheggio vicino al retro.
Mi arrampico e entro dalla finestra di camera mia e vado in soggiorno, dove vedo mio padre che sta leggendo il giornale.

Io incrocio le braccia e dopo qualche minuto lui mi nota e sobbalza.
-C-cosa ci fai qui...?
-Che cazzo hai fatto alla mamma?
-D-di cosa stai parlando?
-Basta con questa farsa, dimmi cosa le hai fatto.
-Io non le ho fatto nulla...
-IO NON SONO STUPIDA! DIMMELO E NON TI FARÓ DEL MALE!
Lui mi guarda con un sorriso quasi maligno.
-E cosa avresti intenzione di fare?
Io tiro fuori la pistola e gliela punto contro.
-Questo.
-Woah woah woah... Dove l'hai presa?
-Non cercare di cambiare argomento o di fare la parte del bravo padre. Voglio sapere TUTTO quello che le hai fatto.
-Non ti diró nulla. Puoi anche spararmi.
-Posso benissimo denunciarti e farti finire in prigione.
-Non hai le prove.
-E gli organi che vendevi al mercato nero? E il cadavere della mamma?
-Cosa...
-Ebbene sì, ho solo bisogno che tu colleghi i fatti. Devi dichiarare tutto quello che hai fatto sotto registrazione.
-Io...
-Tu lo farai, paparino. Non ti conviene metterti contro di me e tu lo sai bene...
-Cosa cazzo vuoi sapere?
-Assolutamente tutto. Dal giorno del mio compleanno in poi.
-E va bene.
-Sono tutta orecchie...

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