Capitolo undici

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Haha, vi ho messo un po' d'ansia eh?

Comunque, per fortuna non sono incinta.

Non vorrei diventare come una di quelle ragazze di "sedici anni e incinta", però non riuscirei nemmeno ad abortire...

Sono pro all'aborto (non odiatemi per questo), specialmente in casi di stupro o difficoltà economica e/o familiare.

Però io non ci riuscirei... E dare in adozione un bambino secondo me è molto brutto, anche per il bambino stesso, che finirà o per fare una vita brutta in un orfanotrofio o altrimenti verrà adottato, ma soffrirà comunque chiedendosi il perché dell'abbandono.

Tornando a noi, esco dal bagno e comunico la notizia a Ryan, che sembra fare un sospiro di sollievo.

Però, inizia a farmi malissimo la testa.
La mia mente sembra riportarmi ad un ricordo che sinceramente non credevo di avere...

Sono legata alla sedia. Tiler.
Sto urlando. Sto pregando che non mi faccia niente.
Lui mi abbassa i pantaloni, le mutande... Poi lo vedo slacciarsi la cintura.
Chiudo gli occhi e sento dolore, anche se è solo un ricordo...
Poi mi inietta un'altra cosa... Il ricordo si "spegne"

Credo di essermi bloccata per molti secondi, perché quando ritorno alla realtà noto che Ryan mi sta guardando con fare preoccupato.

Lo abbraccio e gli sussurro:
-L' ho denunciato...
Lui mi abbraccia a sua volta.
-Sei fortissima...

Ci sdraiamo sul letto e ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, poi sorride e mi stringe vicino a sé.
Faccio un sospiro.
-Ti ho mai raccontato di mia madre...?
-No...
-Siediti allora.
Passi un'ora a raccontargli tutto. Ma proprio TUTTO.

Lui mi guarda, anzi, mi osserva... Sembra scavare dentro la mia mente, sembra voler capire quello che sto pensando.
Odio questa sensazione.

-Ti aiuteró.
-Cosa?
-Scopriremo cos'è successo a tua madre.
-I-io...
Lui mi zittisce premendo le sue labbra contro le mie.
Iniziamo a baciarci, sempre di piú, con sempre piú foga...
Lui mi butta sul letto e io inizio a levargli la maglietta.
Riesco a intravedere i suoi addominali e il mio cervello quasi va in tilt.
Continuiamo per un po', iniziamo a svestirci ma...
Voglio fermarmi.
-S-Senti... Non ci riesco... I-io..
Lui mi abbraccia. Dio mio quanto lo adoro...
-Non ti preoccupare piccola, voglio che tu sia pronta, non ti devi sentire obbligata...
Mi ha davvero chiamata "piccola"...?
Mi aggrappo al suo collo e lo spingo verso di me, gli dó un bacio a stampo e lo stringo forte, e lui quasi mi schiaccia con il peso del suo corpo.

Senza nemmeno rendercene conto, ci addormentiamo...
Amo la sensazione di essere tra le sue braccia...

Martedì.

Mi sveglio nel letto da sola.
Sospiro. Mi alzo dal letto e noto un biglietto.
Ieri non c'era...

Lo leggo: "ti ho lasciato dei vestiti sul letto (non chiedermi quando li ho comprati perché tanto non te lo diró mai)".
Vedo i vestiti e sorrido.
Che carino...
Me li metto. Sono dei semplicissimi jeans neri, una maglietta e una sua felpa, ma il fatto che si sia preso la briga di informarsi anche sulla mia taglia... È dolce.

Vado in cucina e trovo Ryan che sta cucinando.
Lo abbraccio da dietro e lui quasi fa un salto dallo spavento, ma so che in fondo gli piace...
-Che ore sono...?
-Le 8:30
-COSA?!
-Eri così bella e non volevo svegliarti... Comunque non è un dramma non andare a scuola un giorno...
-Se lo dici tu...
Mi siedo sbadigliando.
Mangiamo in fretta.

Quando torno in camera, lui mi segue.
-Hai mai pensato di fare ordine qua dentro?
-Diciamo che non ne ho mai avuto voglia...
-Bene, allora ci mettiamo adesso - gli sorrido.
Lui sospira.
Dopo ore ed ore di pulizie, finalmente la stanza ritorna a splendere.
-Ora va meglio- dico soddisfatta.
-Direi che... Hai fatto un buon lavoro...
All' improvviso mi prende in braccio e mi fa sedere sulla scrivania.
Iniziamo a baciarci. Molto vivacemente direi...
Lui si ferma e mi guarda negli occhi...
-Sai... Ci stavo pensando da tanto ma... N-non so come dirtelo e...- io lo bacio e poi lui mi interrompe.
-Ti amo...- riprende a baciarmi con foga.
-Anche io- dico ansimando.
Ci baciamo ancora per un po'.

Dopo un po' andiamo in soggiorno per guardare la televisione.
Passiamo qualche ora a guardare serie tv.

-Sai, ieri non ho voluto perché... Mi ricordava troppo cosa era successo con Tiler...
-Cos' è successo? Sempre se vuoi parlarne...
Sospiro.
-Il ricordo è molto confuso ma... Sono sicura che sia veramente accaduto.

Gli racconto tutto e quando finisco, noto che Alec è tornato a casa e che ha ascoltato tutto...
-Hey Alec...
-È successo davvero? Io non riesco a crederci... Insomma, sei una bellissima ragazza ma è difficile arrivare a tanto.
-Beh, non siamo tutti uguali... - iniziano a lacrimarmi gli occhi, ma cerco di asciugarmeli in fretta.
Ryan mi abbraccia.
Alec si siede con noi e mi chiede se voglio raccontargli cosa mi abbia fatto Tiler, e io lo faccio.
Ormai è sempre la stessa manfrina...

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